Una luce nel buio
Ho avuto il Covid, sono stata male, le feste sono iniziate non proprio come desideravo. Sono una persona che crede nelle magie e nonostante sia fermamente atea amo il clima delle feste natalizie. Amo gli sguardi delle bambine e dei bambini che vedono magia e possibilità in tutto. Amo bere e mangiare in compagnia.
Quest’anno è un anno difficile per tutt*: i contagi, i contatti e la malattia stessa ci ha tenuto lontano dalle persone care (oltre, personalmente, una grande sofferenza fisica dovuta proprio alla malattia). Per fortuna a casa mia grazie ai miei bimbi, il clima di serenità è rimasto. Ma appena accendevo la radio, ascoltavo e leggevo le notizie vedevo buio e tristezza. Contagi, morti, quarantene… si parlava e si parla solo di questo. Di conseguenza veniamo informati quasi solo sulla crisi sanitaria, finanziaria ecc.… ma poi il 29 mi arriva la notizia: il Molino viene ri-occupato. Ecco nella mia testa e nel mio cuore si riaccende quella scintilla, quella luce di speranza. Nonostante la situazione precaria difficile c’è chi non molla, c’è chi ci crede e decide di continuare le lotte.
Il giorno stesso non scesi a Lugano, ma scesi il mattino dopo per sostenere le/i compagn* che sono stati sgomberati. Ormai sì… ancora una volta il municipio ha scelto la violenza e lo sgombero praticamente immediato. È normale la scintilla di speranza, di felicità, di lotta per un mondo migliore basato sul principio dell’autogestione che è immerso in me quando ho sentito la notizia dell’occupazione non è la stessa che hanno sentito i municipali. Probabilmente in loro è emerso nuovamente la paura. La paura che un gruppo di persone mostri che un altro mondo è possibile. Quindi spengono ogni fiammella.
Ma non sarà così. La tenacia, la grinta che hanno le compagne e compagni accenderanno non una, ma mille altre fiammelle che bruceranno d’amore e speranza per tutt*.
Con questo scritto voglio ringraziare tutte le persone che hanno sempre la forza per esserci e resistere. Quelle persone con sete di libertà ma non per loro stesse, ma per tutt*, che si ribellano ogni giorno di essere dei burattini dello sporco sistema che sta distruggendo il mondo e sfruttando bambin*, donne e uomini, che non vogliono essere complici di questo carognismo capitalista che ha come uno scopo il bene per pochissimi e la distruzione di una vita per tanti. Perché credono che ogni essere umano ha diritto a una vita dignitosa, l’autogestione è la concretezza che questo è possibile. La fiamma della vera equità resiste. L’autogestione non si sgombera.
Per un 2022 di lotte e speranze
buon anno
Petra