Ottenuto il diploma di maestro di scuola elementare, per le sue
idee non sarà mai assunto a tempo pieno e gestisce un piccolo
negozio di alimentari. Infatti, iscritto giovanissimo al Partito
socialista, nel 1922 abbraccia definitivamente l'anarchismo
[conosciuto l'anarchismo tramite Luigi Bertoni in una sua
conferenza in valle nel 1920] e nello stesso anno accompagna
clandestinamente - con Peretti, Bonaria e Gandini - l'anarchico
italiano Errico Malatesta da Bellinzona a St. Imier BE per il
50esimo anniversario dell'Internazionale antiautoritaria. "Al mio
ritorno trovai la sgradita sorpresa della vendetta consumata ai
miei danni dai socialisti reggitori del mio comune, i quali, non
sapendo superare il risentimento, per avere io abbandonato il loro
partito, non trovarono di meglio che di negarmi la riconferma che
doveva avvenire proprio in quei giorni, togliendomi per sempre la
possibilità di esercitare il magistero al quale con fiducia mi ero
dedicato" (Umanità Nova, 1.10.1966 - in "G. Peretti non è più").
Dal 1923 collabora al Risveglio comunista anarchico (dal
1925 Risveglio anarchico) di Ginevra. Negli anni Venti sarà attivo
con il gruppo bellinzonese di Giuseppe Peretti*, Antonio
Gagliardi*, Giuseppe Bonaria* ed Antonietta Griffith*, Franz
Moser*, Rosalia Griffith*, ecc. che aiuta gli esuli antifascisti
italiani a recarsi in Francia o nelle Americhe, in collaborazone
con Luigi Bertoni*e Carlo Frigerio* di Ginevra e Ferdinando
Balboni* di Basilea. Figura tra gli oratori del Primo maggio 1926 a
Giornico TI. È presente nel 1926 a Berna al cimitero di Bremgarten
per il 50esimo di morte di Bakunin, dove sono oratori Borghi e
Bertoni. È animatore dal dicembre 1928 del gruppo anarchico di
Biasca sorto allo scopo di contrastare “la incessante penetrazione
fascista nella Svizzera ed in particolar modo nel nostro Ticino
(...) mediante un'azione energica e dignitosa” (Comunicati, Il
Risveglio anarchico, dicembre 1928). Su richiesta di informazioni
della polizia cantonale, la gendarmeria scrive il 24.1.1930:
"gestisce a Biasca l'osteria del Nord con annesso negozio di
commestibili. Maestro, ma non ha mai fatto scuola. Carattere
burbero e violento, fu qualche tempo aggiunto di cancelleria presso
il Municipio di Biasca. Con istanza del 20.5.1929 ha chiesto
l'autorizzazione per pubblicare la rivista Vogliamo” (cfr. Archivio
cantonale, Bellinzona). Infatti dall'agosto 1929 al marzo 1931 è
redattore responsabile della rivista anarchica Vogliamo!, rivista
mensile di cultura sociale, storica e letteraria, pubblicata a
Biasca, poi a Annemasse, Lugano, diretta da Randolfo e Antonio
Vella, allora esuli in Svizzera. Proprio su questa rivista appare
nel No di gennaio-febbraio 1931 il “Manifesto della Federazione
Anarchica Ticinese” (Federazione fondata al convegno di Bellinzona
del 23.11.1930 dapprima con sede a Lugano poi a Biasca). Tra
l'altro, nel 1930 Bertoni svolge in Ticino ben 18 conferenze!. In
questi anni nascono due figli: Giancarlo (7.12.1929) e Perseo
(25.3.1935) e campa sia con alcune supplenze alla scuola
elementare, sia come agente di assicurazione, sia come segretario
patriziale. Nel 1931 conosce l'anarchico italiano Rodolfo Gunscher
(poi espulso con Pacciardi dalla Svizzera nel 1933 su richiesta di
Mussolini) che soggiornerà a Lugano. Il tentativo di Gunscher con
altri compagni di inscenare una dimostrazione nei confronti della
legazione italiana a Losanna /VD nell'estate 1932 non va in porto a
causa di diversi provocatori fascisti (la "vera" dinamite verrà
reperita dalla polizia proprio tra i provocatori fascisti;
ricordiamo tra costoro Assunto Zamboni, fratello di Anteo, che
lavora presso Libera Stampa e che sarà espulso in quanto
provocatore e spia alla fine del 1932) e alcune cariche
dimostrative rimarranno nelle mani di Vanza, che in seguito se ne
libererà. Il 28 agosto 1932 al Convegno dei compagni ticinesi alla
Casa del Popolo di Bellinzona, si decide, tra l'altro, di ridar
vita all'Ufficio di corrispondehza in Ticino, affidato ora al
Gruppo di Biasca (indirizzo c/o Vanza).
Nel secondo
dopo guerra Vanza è ancora segretario patriziale a tempo parziale
(per 33 anni, fino al 1969), e nel contempo contadino; lavora pure
saltuariamente per l'Ufficio di vigilanza distellerie. Dall'estate
1948 il gruppo anarchico di Biasca apre una biblioteca (2 giorni la
settimana; indirizzarsi a Vanza). È membro della Federazione
anarchica italiana (FAI) e continua la sua collaborazione saltuaria
a diverse testate anarchiche: Il Risveglio anarchico di Ginevra
(dal 1923 al 1958), Il Libertario di Milano (dal 1948 al 1953), a
Umanità Nova (dal 1953 al 1973), al Bollettino interno della FAI
nel 1959 e nel 1966, a L'Internazionale di Ancona (ed ad altre
giornali o riviste ticinesi come a Libera Stampa, Il Pungolo di
Lugano, Il Dovere di Bellinzona). Il 20.10.1949 organizza ed è
oratore per una conferenza commemorativa di Francisco Ferrer presso
la sala del Consiglio comunale di Biasca. Non manca di aiutare
finanziariamente la pubblicistica anarchica svizzera e italiana del
dopo guerra. Per il Primo maggio 1950 gli viene rifiutata
ufficialmente dalla Camera del lavoro ticinese la proposta di un
intervento. Partecipa al Congresso della FAI a Senigallia del
1-4-11-1957. Segnalato nella lista del SIFAR come anarchico
italiano [sic!] in Svizzera (vedi Vie Nuove del 2.5.1968,
informazione poi ripresa da Umanità Nova, 15.6.1968) Partecipa al
VII Congresso nazionale della FAI a Rosignano nel 1961 (1-4 giugno
1961) come delegato degli anarchici italiani in Svizzera, e rimane
in contatto epistolare con Alfonso Failla, Pio Turroni, Mariani,
Farinelli, Tomaso Serra*, e con altri anarchici in Svizzera, come
Carlo Frigerio*, Giuseppe Bergamasco*, Scaltri*, Ferdinando
Balboni*, Clelia Dotta* e Antonietta Peretti*.
Nel
settembre 1972 è presente al Centenario dell'Internazionale
antiautoritaria a St. Imier BE, accompagnato da altri anziani
compagni di Zurigo, come Bergamasco e Scaltri. Qui, prende contatto
con le nuove generazioni svizzera e ticinese, tanto che dal 1974
partecipa a volte alle riunioni della neonata Organizzazione
anarchica ticinese (OAT) fondata nel dicembre 1973, con la sua
rivista Azione diretta (1975-1987). Muore poco dopo un ritorno di
un viaggio da Basilea - accompagnato da Pio Turroni - in visita a
F. Balboni e il giorno seguente incontro con A. Carocari* a
Gentilino. Dopo aver salutato a Lugano Turroni per l'Italia, malore
mortale alla stazione di Bellinzona, nel rientro per Biasca.
[Una parte della sua biblioteca costituisce un nucleo del
Circolo Carlo Vanza - fondato come associazione nel 1986 a Minusio,
ed attualmente sito dal 2014 a Bellinzona; qui, si trova anche un
suo archivio, tra cui alcune lettere da lui ricevute fine anni
Venti e inizio anni Trenta per la rivista Vogliamo! "Purtroppo"
Vanza negli anni '60 inviò importanti raccolte di riviste
anarchiche a compagni in Italia].
Angelo
Conti-Rossini* alla notizia del decesso ha scritto questa ode in
dialetto brissaghese:
O a mai cercoo naot
naot a nisun.
O a dai tutt quel che o gheva
a tücc chi che gheva bisegn.
Lei stai bon da vess Diferent
quand l'eva difficil
quant a vess diferent
es perdeva pan e post!
O a tegnu bota
per tanti an da parlüü
l'eva una peza d'om
de qui omen che i a credu
Credu in quai cos de mei
per num, per tücc chi che vegn dopo
num a ghem mia de cap
ma se an gravésom v'un
alora avresom scernu luu,
nun che in politica a sem
so fiee e so abiadeg
a sem descodegée par la so mort