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NO LAGER - INFO VIVERE NEL CENTRO FEDERALE D'ASILO A BALERNA SIGNIFICA...VIOLENZA

Al rientro serale (quindi prima delle 18) di domenica 10 marzo, a tre
ragazzi, di cui uno un pò "brillo", sono stati richiesti i documenti di
autorizzazione, come é prassi per l'entrata e l'uscita dal CFA.
L'assistente ha "invitato" il  ragazzo un pò "brillo" ad andare al
servizio medic help, benché un altro assistente e gli amici del ragazzo
dicessero che non ve ne fosse necessità, in quanto stava bene ed era
tranquillo.

In pochi istanti sono sopraggiunti i Securitas che hanno preso con la
forza il ragazzo e lo hanno portato in una stanza. Gli hanno preso le
braccia mettendogliele dietro la schiena e lo hanno placcato per terra.
Erano in 6/7 agenti di sicurezza. Non si comprende bene come, ma il
ragazzo ha cominciato a perdere sangue dalla bocca e non respirava ma
nonostante questo e' stato costretto a  terra.

Uno degli amici che era fuori é riuscito a vedere da una finestrella
cosa stava succedendo, quindi ha chiesto di poter entrare e ha tenuto il
piede per non far chiudere la porta, dicendo che voleva parlare con
l'amico per sapere come stava. Lo vedeva che continuava a vomitare anche
sangue e non respirava. Il securino ha cercato di chiudere la porta e in
quel momento sono arrivati due poliziotti che hanno subito cominciato a
picchiare il secondo ragazzo con il manganello. C'era una donna
assistente che non diceva nulla e all'improvviso il secondo ragazzo si é
trovato 9 poliziotti addosso che lo hanno portato nella sala della
Securitas e hanno continuato a picchiarlo e sprayarlo sul volto piu'
volte quando era a terra.  mentre poliziotti e securini se la ridevano.

Nel frattempo  un altro gruppo di poliziotti ha cominciato a picchiare
con i manganelli i ragazzi che chiedevano cosa stesse succedendo e Anche
gli altri sono stata sprayati. I ragazzi chiedevano di andare
all'ospedale per medicarsi. Uno é stato ferito all'arco sopracciliare
con una manganellata  e ha dovuto mettere i punti. L'unico che é stato
portato in ospedale, mentre agli altri hanno dato solo delle gocce per
gli occhi e il ragazzo che era stato placcato all'inizio e che vomitava
sangue é stato sedato con tre punture e portato a Mendrisio (clinica
psichiatrica) dove é rimasto per 3 giorni e dice che fino a lunedì sera
era praticamente incosciente.

Diversi altri ragazzi hanno riportato contusioni ed ematomi su varie
parti del corpo.

Né a Mendrisio in clinica né all'ospedale  hanno chiesto informazioni 
su  cosa fosse successo.
Mentre l'infermiere di medic help ha avuto il coraggio di dire ai
ragazzi: non dovete comportarvi così!


FACCIAMO IL NECESSARIO PER CHIUDERE QUESTI CENTRI DELLA VERGONGA!

NON LASCIAMOLX SOLX NELLE MANI DELLA SEGRETERIA DI STATO DELLA
MIGRAZIONE,POLIZIA E SECURITAS

Soa Molino e Collettivo R-esistiamo

Il ruolo delle religioni nelle guerre odierne.

Circolo Carlo Vanza Bellinzona

Conferenza

“II ruolo delle religioni nelle guerre odierne.”

interviene Pierino Marazzani

 

Sabato 24 febbraio 2024, ore 16.30

 Circolo Carlo Vanza, via Convento 4, Bellinzona

 

 

Le religioni sono un perenne pericolo per la pace fra i vari Paesi e all'interno di essi il Vaticano da sempre attizza guerre civili e fra Stati in tutto il mondo, favorisce regimi destroidi e autoritari militaristi. L’uso di cifrari segretissimi per comunicare con i suoi nunzi pontifici in tutto il mondo ne è una prova evidente: che bisogno c'è di cifrare i propri messaggi se sono solo inviti alla fratellanza fra i popoli? Il Vaticano fa il contrario di quello che predica, da sempre. Pierino Marazzani propone un’analisi senza sconti di una pratica guerrafondaia al di là delle parole di pace.

 

Pierino Giovanni Marazzani è un saggista italiano, cofondatore e presidente del Circolo Culturale Giordano Bruno di Milano. Redige ininterrottamente dal 1992 il calendario di Effemeridi Anticlericali, pubblicato a cura dell’Associazione Culturale “Sicilia Punto L” di Ragusa. Tiene su Radiowombat.net il notiziario anticlericale settimanale dove raccoglie notizie sulle complicità clericali col militarismo. È autore di numerosi saggi storici anticlericali.

 Seguirà rinfresco.

 Circolo Carlo Vanza

via Convento 4

CH-6500 Bellinzona

http://www.anarca-bolo.ch/vanza

e-mail: circolo-vanza@bluemail.ch

Buon na_Taz

OCCUPARE IMMAGINARI

Dove l’occupazione è una pratica costante e l’immaginario una realtà che tramite parole, idee, azioni si fanno mondi.
Mentre le viscere maledette delle macerie dell’ex macello tornano a galla ancor più nauseabonde e infettate che mai, con tutti i loro strascichi di menzogne, inganni e manipolazioni, ci riprendiamo, il tempo delle feste, un ennesimo spazio abbandonato.
Occupiamo immaginari insomma.
Non che ci stupisca più di quel tanto il nuovo tentativo di insabbiare la verità sullo sgombero e la distruzione della parte abitativa del CSOA il Molino. Dimostra ancor di più come l’apparato militare utilizzato non sia frutto del caso, dell’azzardo o di una comunicazione claudicante. E ben che meno per garantire l’incolumità delle e degli occupanti (sic!). No, l’azione, come da subito sostenuto, è stata una chiara vendetta pianificata nei dettagli, operata con il benestare del municipio di Lugano (o almeno del suo sindaco e della parte leghista), diretta dal comando della polizia cantonale e
immaginiamo supervisionata dal responsabile del dipartimento giustizia e polizia Norman Gobbi.
D’altronde gli ipotetici morti e feriti paventati nel caso del probabile sgombero violento con ore di scontri (Stato Maggiore dixit) non potevano non essere conosciuti da colui che si auto nomina “capo” delle forze dell’ordine in Ticino.
Vedremo. Intanto alcunx non dormono sonni così tranquilli, sembrerebbe. Oggi, con un denso programma di attività in collaborazione e complicità con varie realtà, associazioni e individualità,
liberiamo e ridiamo alla popolazione (ricordate il vogliamo ridare il macello alla popolazione delle Old Foxes Borradori e Bertini? Vogliam parlare dello stato in cui giace da 3 anni?) l’ennesima struttura abbandonata da anni, in stato deplorevole e in mano alla lunga catena della speculazione
edilizia. E se l’hotel Fisher proponemmo potesse essere adibito a casa per persone in fuga da guerre, miseria e catastrofi, proponiamo per la struttura di Capo San Martino un laboratorio permanente di attività culturali con mensa popolare usufruibile da tuttx e con attività ricreative-sportive sul lago.
Come sempre basterebbe solamente volerlo. Ma…
Non che gli spazi manchino. In tre anni, dallo sgombero, questo è il settimo spazio ripreso e collettivizzato: l’ex macello due natali fa, l’ex Caritas a Molino Nuovo, lo stabile di via Ernetto a Pregassona, il parco per il campeggio antimilitarista a Massagno, le ex scuole a Viganello, l’hotel Fisher a e ora lo stabile a Capo San Martino. E tutti, inutile dirlo, giacciono ancora nell’incuria e nell’abbandono, in attesa degli strabilianti mega progetti e poli di chi più ne ha più ne metta della città di Lugano. Quella che per prima al mondo dichiarò Gerusalemme come capitale legittima dello Stato d’Israele, dopo aver ospitato la criminale di guerra Tzipy Livni.
La lista di altri nomi e spazi potrebbe continuare. Ancora una volta gli stabili ci sono, sono vuoti, lasciati a deperire e l’interesse, al di là delle tante belle e ipocrite parole, a rianimarli e rimetterli a disposizione della comunità per creare altro – lontano dalle logiche securitarie, di mercato e commerciali – non esiste. Conosciamo il territorio e sappiamo quanti ancora giacciono abbandonati.
Ma, come da quel lontano 1996, nonostante qualche tentativo confuso e pretenzioso, la volontà politica nel trovare una soluzione, manca.
Il Molino ha da sempre rivendicato uno stabile, senza dover chiedere niente a nessuno e senza pretendere niente in 25 anni di autogestione, autogestendosi e garantendo la funzionalità, la gestione,
il pagamento delle fatture, l’abitabilità, la sicurezza (non è lo stesso termine…) e il vivere comune diuna comunità. Assistere ancora a certe uscite nel 2023 – vedasi ad esempio l’intervista a laRegione ad Amalia Mirante – significa non aver davvero capito niente della lunga storia e del presente dell’autogestione.
Ma non è purtroppo una novità. E, una volta di più, siamo (in maniera perenne ormai…) in tempi di elezioni: ancora una volta tutto sarà permesso e i liquidi putrefatti sgorgheranno che è un piacere.
Noi, al di là di tutto, andiamo avanti, continuiamo a camminare le strade di questo territorio, a r-esistere con i nostri mezzi, le nostre possibilità e disponibilità. A liberare spazi abbandonati.
In tempi di guerre permanenti e attacchi ai popoli del mondo, spazi autogestiti per abitare mondi altri.
In tempi di femminicidi, abusi e violenze, spazi da condividere per costruire relazioni altre.
In tempi di tagli, riduzioni, decreti “demmerda”, spazi dove costruire scambi non mercificati.
In tempi di frontiere blindate e delirio securitario, spazi d’incontro dove parlare, giocare, mangiare
assieme.
In tempi di disastri climatici, spazi dove coltivare, piantare e autoprodurre un buen vivir collettivo e individuale.
In tempi di controllo, razzismi e fascismi di ritorno, spazi intergenerazionali dove raccontarsi e
raccontare e prendersi cura l’unx dell’altrx.
10-100-1000 spazi per tessere fili e spezzare ramine, dove vivere e crescere, dove organizzarci e dove opporsi a soprusi, violenze, esclusioni, tagli, divieti, diffide, multe, incarcerazioni, sistemi a cascata, controlli e imposizioni.
Non ci avrete mai come volete voi.
Libertà a autodeterminazione per il popolo palestinese.
Ilaria e Gabri liberx.

SOA il Molino

p.s. constatiamo che la fine dell’era Cristina Zanini-Barzaghi in municipio non coincide con la
“promessa” che fece anni fa: con me in municipio non ci sarà sgombero. A parte il fatto che con la sua
presenza in municipio di sgomberi ce ne son stati ben due, magari chieda spiegazioni al collega Foletti
sulla frase da lui detta durante l’interrogatorio con il PG Pagani che magari Borradori e Valenzano
Rossi non ne abbiano fatto cenno (della possibile distruzione) al resto del Municipio per evitare che
lo venisse a sapere Cristina Zanini Barzaghi in quanto in contatto con ambienti vicini al CSOA…
eh già, verrebbe da dire… , un giorno chissà… 🙂

Appunti per una discussione sul futuro del CCV

Cos' e' il CCV

Il CCV è nato nel 1986 da un progetto comune di Gianpiero, Peter e Edy di conservare e implementare il fondo librario lasciato da Carlo Vanza. Per parecchi anni la documentazione, completata nel frattempo con parte dei libri di Peter e Cesj e con l’acquisizione di numerosi libri acquistati su bancarelle o librerie principalmente dai tre fondatori, ha avuto un’esistenza praticamente clandestina, depositata in locali non aperti al pubblico di Peter e Cesj.

Con l’apertura il 13 dicembre 2003 dei locali del CCV a Locarno, grazie all’attiva collaborazione di compagne e compagni locali susseguitisi nel tempo, è iniziata una nuova fase con l’apertura e la consultazione pubblica del patrimonio (libri, opuscoli e documenti) della Biblioteca / Centro di documentazione, un servizio libreria minimo, l’organizzazione di incontri pubblici con presentazione di libri, eventi e filmati inerenti il movimento anarchico e libertario, la messa in rete del patrimonio librario per facilitare la consultazione agli interessati, la pubblicazione di un bollettino del CCV dal 2005, la messa a disposizione dei locali in particolare dopo il trasloco a Bellinzona nel 2014 a gruppi e organizzazioni della Svizzera italiana di orientamento libertario.

L’apertura pubblica della sede di Locarno ha permesso di raccogliere ulteriore materiali donato o depositato da compagne e compagni e di allacciare contatti con organizzazioni, gruppi e individualità del movimento anarchico internazionale e dal 2007 il CCV è membro della FICEDL (Federazione internazionale dei centri studi e di documentazione libertari).

Riassumendo il CCV è una biblioteca /centro di documentazione anarchico con buoni contatti internazionali in particolare in Europa, che cerca di stimolare ricerche nell’ambito del movimento anarchico e libertario e che organizza più o meno regolarmente in Ticino incontri pubblici di carattere libertario.

Questo conformemente allo statuto (vedi in particolare art. 2 e 3).

Cosa NON ÖE' il CCV

Il CCV NON è:

  • un gruppo anarchico attivo a livello locale
  • una libreria anarchica
  • un organizzatore di eventi di carattere libertario
  • uno spazio a disposizione di gruppi
  • un anarcopranzo o un dopolavoro
  • un bollettino informativo
  • un sito internet
  • una banca dati

ma PUÒ essere queste cose, assieme o singolarmente, in funzione subalterna e complementare alla principale e imprescindibile attività di conservazione e messa a disposizione della documentazione di proprietà del CCV.

Va ritenuto inoltre che il CCV non riceve sovvenzioni pubbliche e che si regge finanziariamente su contributi più o meno generosi di una cerchia di 50-60 individui, dei quali una buona parte in pratica non ha mai messo piede in sede ma che vuole contribuire alla conservazione del patrimonio.

Considerazioni sul futuro (fosco) del CCV

I membri fondatori e gli attuali collaboratori più o meno attivi del CCV non sono e non saranno in grado di garantire materialmente nel breve e medio termine la conservazione e la gestione del patrimonio documentale raccolto in questi quasi quarant’anni di esistenza, dei quali solo venti di attività pubblica.

Va anche sottolineato che, per varie ragioni non ultime quelle anagrafiche, i contatti con le altre organizzazioni, gruppi e individualità e la partecipazione ad eventi in particolare all’estero, si sono affievoliti e ormai sono sporadici e si campa sulle relazioni stabilite decenni or sono. E anche qui la questione anagrafica si fa sentire.

Il CCV è ormai autoreferenziato e avvitato su sé stesso.

In conclusione

si fa dunque appello a coloro che ritengono che l’esperienza del CCV meriti di essere proseguita e che intendono mettersi fattivamente a disposizione per la sua futura gestione.

Gli attuali gestori/animatori possono garantire a breve termine un aiuto per il passaggio delle consegne. Ma il tempo stringe.

Naturalmente, rimane aperta la possibilità di una diversa impostazione per cui il Centro di documentazione non è più basilare e che acquistano importanza altre attività.

In questo caso, occorrerà decidere cosa fare della documentazione e certamente la denominazione Circolo Carlo Vanza dovrà cessare e potranno esserci in sua vece un Quadrato Quarto Quadranti, un Ellisse Ellade Griego o una Iperbole Perseo Bollotti e via dicendo.

Per affrontare questo futuro , il comitato del CCV intende nel mese di ottobre invitare gli interessati ad una riunione di discussione ed operativa (perditempo p.f. astenersi!).

Grazie per l’attenzione.

Bellinzona, agosto 2023

Ed ecco per finire il tenore degli statuti:

Circolo Carlo Vanza - Bellinzona -   Statuti

Art. 1 - Nome e sede

Sotto il nome di Circolo Carlo Vanza (CCV) è stata costituita a Minusio, il 1. dicembre 1993,    un'associazione ai sensi degli art. 60 e seguenti del CCS. La sua sede è a Bellinzona, in via   Convento 4. La durata è indeterminata.

Art. 2 - Scopi

Gli scopi del CCV sono di:

  •  raccogliere, classificare e archiviare i documenti (libri, opuscoli, giornali, manoscritti, volantini,
  • documenti visivi e sonori, ecc.) riguardanti la storia e il pensiero dell'anarchismo in Svizzera (storia delle idee, degli avvenimenti, movimenti, biografie, ecc.), e in via subordinata l'autogestione, l'antimilitarismo libertario, le nuove tendenze dell'anarchismo, il libero pensiero,  i diritti umani;
  •  mettere la biblioteca a disposizione dei membri e del pubblico;
  •  suscitare ed incoraggiare le ricerche su temi pertinenti;
  •  stimolare l'attività del movimento libertario.
Art. 3 - AttivitàA'

Il Circolo:

  •  organizza e sviluppa una biblioteca costituita da donazioni, regalie, depositi, provenienti da gruppi o da persone, nonché mediante acquisizioni o scambi;
  •  assicura un servizio di prestito delle opere della biblioteca;
  •  gestisce un servizio libreria;
  • pubblica un bollettino annuale;
  •  organizza conferenze, dibattiti, manifestazioni su questioni di contenuto anarchico, comunque   d'impostazione libertaria.

LA DOPPIA ESSENZA DELLA VERITÀ

LA DOPPIA ESSENZA DELLA VERITÀ
In merito alle recenti dichiarazioni del vicesindaco di Lugano Badaracco
– nelle quali denigra senza mezzi termini l’esperienza di oltre 25 anni
d’autogestione - ci troviamo purtroppo e ancora una volta a dover
chiarire alcuni concetti. Non ci addentreremo in un'analisi rispetto al
corteo del 10 giugno, poiché sarà l’Assemblea Popolare, se lo vorrà, ad
occuparsene. Ma lasciare spazio all’ennesima narrazione fatta di
illazioni e menzogne, non ci sembra cosa buona e giusta. Sorprende solo
un po’ che un personaggio fino a oggi considerato “moderato” scada,
allineandosi ai livelli di Foletti, Valenzano e compagnia cantante. Una
sorta di doppia essenza della verità, come sosteneva il poeta. Se non
che, a emergere è la chiara volontà di spaccare, dividere, dannare e
sacrificare. Insomma, nonostante i detriti rimangano inerti al centro,
la creazione di macerie continua.

Nello specifico ci teniamo a ribadire che:

DIALOGO
("con una controparte così è impossibile colloquiare..." R.B., modem):
l’ultimo incontro ufficiale con il comune di Lugano avvenne otto anni fa
con l’allora sindaco Borradori e Bertini. Le prime dichiarazioni furono
positive ("è stato un incontro costruttivo" Marco Borradori,
Ticinonews). Consegnammo per l’ennesima volta i progetti e le proposte
di spazi fatti in oltre 20 anni e ribadimmo le necessità del Centro
Sociale. Bertini parlò di una lista di ipotetici immobili dove poter
svolgere autogestione e/o attività socioculturali, che rimase però nel
cassetto ("non ci vogliamo giocare gli spazi" M.B.). Il “dialogo” si
ruppe. Poco tempo dopo, giunse l’irricevibile proposta di un tavolo di
lavoro con “polizia, tecnici e operatori sociali”. Poi più nulla.  Fino
all’incontro fuori dall’ex macello con la municipale Valenzano-Rossi e
Lombardi. In quell’occasione l’assemblea dichiarò che la risposta
rispetto ad un eventuale incontro sarebbe stata data dopo il corteo del
29 maggio. Peccato che quel giorno, avvenne lo sgombero, e nei mesi a
seguire interrogatori e indagini.
Ultima tappa della farsa “dialogo”: il contatto da noi stabilito con il
vicesindaco durante la rioccupazione dell’ex macello. Badaracco ci
assicurò che non ci sarebbe stato alcun intervento delle autorità
durante la notte, per permettere un incontro ufficiale il giorno
seguente. Incontro che non ebbe mai luogo poiché contrariamente a quanto
promesso, la polizia intervenne. A questo proposito, Badaracco rilasciò
varie dichiarazioni - di cui sembra essersi dimenticato - tra cui: 

".. quello che è successo è un po’ peccato: c’è stata l’evacuazione
della Polizia con la forza. Nonostante la loro disponibilità a
discutere, non siamo riusciti a farlo."(Roberto Badaracco, laRegione,
30.12.21).

Per mettere nero su bianco la menzogna costante del municipio, rendiamo
nota una parte dell'interrogatorio a Badaracco della procuratrice
Alfier: "per me questo contatto è stato inaspettato (…) il tono usato
dai miei interlocutori era educato e non offensivo (…). Io ne ho parlato
con i miei colleghi in Municipio così da vedere se era possibile
intavolare una discussione e poi mediare tra le parti. (..) Il Sindaco
aveva capito che se ci fosse stato uno sgombero io non mi sarei potuto
incontrare con nessuno il giorno dopo. Sempre il Sindaco mi ha detto che
non ci sarebbe dovuto essere uno sgombero durante la notte.”

Questa serie di eventi rende manifesta la mancanza di presupposti per
affrontare un dialogo. Farlo con chi ti ha distrutto la casa a
tradimento ed in maniera violenta è di per sé difficile. Intavolarlo con
chi mente in maniera sistematica con l’intento di creare divisioni, e
non riconosce il valore dell’esperienza portata avanti, è una strada
impercorribile. Ricondurre la questione "dialogo" al tanto loro sono "i
cattivi antagonisti anti-stato che non vogliono confrontarsi e non
vogliono mettere la faccia" è disonesto e non corrisponde al vero. Lo
sappiamo tuttx che la questione non è questa. E che la faccia la
mettiamo a ogni iniziativa, in ogni situazione in piazza e nelle strade.
Qua si parla di ben altro.

SPAZI
("noi come città avevamo fatto una proposta poi tutto si è bloccato
perché non c’era verso di discutere ed era rimasto tutto lì." R.B.,
modem): le uniche proposte avanzate in oltre 30 anni di rivendicazioni
son state l’ex gattile a Cornaredo e il depuratore sul piano della
Stampa. Tutte le altre sono arrivate dall’assemblea del CSOA.
Puntualmente, gli stabili indicati sono stati abbattuti, demoliti,
riqualificati.
Le uniche due “concessioni” di spazi fatte dal Municipio sono state l’ex
macello e il terreno della Gerra per l’esperienza della Straordinaria.
Eppure, di stabili e case vuote, ne esistono in quantità.

CULTURA
("gli ex molinari facevano spettacoli ma non era di quel tipo con un
programma organizzato con varie arti sceniche … addirittura anche il
cinema..." R.B., modem): in 25 anni di autogestione sono state proposte
un numero infinito di attività. Cinema quasi ogni giovedì sera,
conferenze, dibattiti, laboratori, concerti, mostre, presentazioni di
libri. Solo all’ex macello han suonato gruppi come i Colle der Fomento,
99 Posse, Bisca, Vad Vuc, ABC, Alessio Lega, Sandro Schneebeli, Yo Yo
Mundi, Fleischkäse, la Tremenda Jauria, Marshall Allen & SunRa
Orchestra, Skiantos, Mirco Menna, Bull Brigade, Tacalà, la Combi, Los
Tres Altos, Mombu, Zu, Pussywarmers (alcuni dei quali ripresi al Foce o
passati anche a la Straordinaria). Hanno suonato la maggior parte dei
Sound System della regione e sono nati innumerevoli gruppi che muovevano
i primi passi in sala prove. Si è collaborato con il Festival
Internazionale di Teatro, son passate compagnie teatrali quali i
Mummenschantz, la compagnia Baccalà (vincitrice del premio svizzero per
la critica), Gruppo Icaro, i Giullari di Gulliver, Pablo Ariel Bursztyn,
VTM Produzioni. È stato fatto uno dei primi Poetry Slam in Ticino, hanno
tenuto conferenze Michela Zucca, Tita Carloni, Silvia Baraldini, Paola
Staccioli, Alessandro Manca, John Zerzan, Renato Curcio, i WuMing,
Valerio Evangelisti e tantx altrx (al Maglio presentarono i loro libri
Paco Ignacio Taibo II e Daniel Echevaria). 

AUTOGESTIONE
("bisogna veramente scindere il discorso tra autogestione che era forse
quella dei molinari vista come non rispetto delle regole in generale e
quello che vorremmo noi in realtà per la città…" R.B. modem): il
continuo uso improprio di termini come "autogestione" e "cultura dal
basso", palesa la clamorosa ignoranza in merito a questi concetti, ma
anche la malizia di chi, pur pensando di conoscere il loro significato,
li strumentalizza a proprio favore travisandoli. 

L’autogestione si auto-organizza, si autodetermina e si autofinanzia. Se
no è altro!  L’autogestione è una proposta di rottura o comunque
alternativa allo stato delle cose e al sistema dominante. Se no è altro!
L’autogestione è una pratica per sua natura politica, non intesa come
politica partitica ma come partecipazione alla vita collettiva del
territorio su cui abita. È politica perché prevede una forma altra di
gestione: collettiva e paritaria, basata sul metodo del consenso e
un’orizzontalità in cui non si dovrebbero prevedere delle forme di
autorità; promuove la creatività, la cooperazione,
l’auto-responsabilizzazione, la solidarietà ed è una critica al sistema
vigente.

Alla luce di questo, l’idea per cui "l’autogestione va bene, ma solo se
apolitica, non conflittuale, rispettosa di leggi e regole calate
dall’alto'' appare totalmente insensata.  

Innumerevoli sono le esperienze autogestite nel mondo: dal
Confederalismo Democratico in Kurdistan, alle comunità zapatiste in
Chiapas, alle fabbriche occupate, agli spazi occupati, alle TAZ, ai
RAVE, alle cooperative agricole, a quelle di lavoro, alle scuole, ecc.
ecc.

IL PROBLEMA RESTA (Roberto Porta, modem)
L’autogestione è considerata un “problema”, in quanto espressione di una
visione diversa di società; perché ciò che mette in discussione è lo
status quo, facendone emergere le criticità e questo è percepito come
scomodo. Ma il “problema” non si estinguerà. Né con i manganelli, le
frustate, le denunce, le multe. Né con l’ipocrisia di dividere, di
confondere, di manipolare, di fare la bella faccia e di far passare un
elefante per un gatto.

Il problema resta e resterà.

Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio. (1)

Rilanciamo, se non altro per un po’ di sano divertimento estivo,
l’abituale torneo antirazzista, giovedì 29 giugno 2023. 

Se no, ci vediamo nelle strade
SOA il Molino

(1) Fernando Pessoa, La morte è la curva della strada.

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CS()A Il Molino
Viale Cassarate 8

Facciamoci spazio


Controinforma-ti🏴‍☠️:
FACCIAMOCI SPAZIO
Non uno solo, ma 10, 100, 1000 spazi fuori dalle logiche commerciali, conquistati con 10, 100, 1000 metodi e che possano dar vita a un movimento più allargato, solidale e dal basso anche in Ticino.
L’Assemblea Popolare, costituitasi - a due anni dall'assurdo sgombero e dalla distruzione di parte dell'Ex-Macello - attraverso incontri

partecipati e diventati luoghi di scambio condiviso su temi quali la necessità di spazi di espressione, di libertà, di solidarietà e di resistenza, ha elaborato questo comunicato con la partecipazione attiva e gli spunti collettivi di diverse realtà che si sono spontaneamente incontrate per analizzare insieme possibili percorsi di cambiamento nella vita sociale, politica e culturale del territorio, facendo
confluire i desideri, i bisogni, le forze e le rivendicazioni in comune.
Crediamo nella valorizzazione delle possibili differenze come punti di forza. Nella capacità di coesistere e sostenersi reciprocamente senza cadere nella narrativa del facile racconto dei “buoni” e dei “cattivi propinatoci dalla politica istituzionale. Quella stessa politica che si
dice pronta ad accogliere la cultura, solo se svolta in forma apolitica
Noi al contrario crediamo che attraverso l’espressione di varie forme di autodeterminazione, di autogestione, di cittadinanza attiva e di associazionismo, la collettività si possa mettere in movimento dando una visione fortemente politica nell’immaginare una società altra.
L’Assemblea Popolare, dopo svariati incontri, vuole esprimere una serie di necessità collettive, che ha intenzione di rivendicare attraverso
azioni comuni. Per cominciare vogliamo concentraci sull’ingrediente principale che lega le varie differenti realtà: il bisogno di “spazi
altri” in cui esprimersi, sostenersi, accogliere, riflettere e condividere.
Spazi gestiti e vissuti con altri tempi, percorrenze e modalità.
Mancano spazi di aggregazione e di creazione. Spazi in cui promuovere politica, socialità e cultura. Mancano spazi degni e accoglienti per persone migranti. Mancano spazi liberi per artisti e per laboratori musicali. Mancano spazi per coltivare la terra. Mancano spazi per cooperative e lavori autogestiti. Mancano spazi sicuri e liberi per dissidenze di genere, persone queer e trans. Mancano scuole e asili autogestiti. Mancano biblioteche popolari a prestito gratuito. Teatri e spiagge libere. Mancano piste ciclabili, lavanderie pubbliche, dormitori gratuiti accessibili a tuttx, con o senza documenti. Mancano mense popolari, sportelli medici di assistenza sanitaria e di riparazione dei traumi. Mancano piazze come luogo di aggregazione e gioco. Mancano parchi accessibili in ogni momento.
Mentre per assurdo, alla luce di queste mancanze, quel che accade intorno a noi è la continua distruzione degli ultimi, residui luoghi d’incontro, dove si respira ancora un poco d’aria libera dall’imperante consumismo e dall’instancabile investimento pubblico a favore di faraonici progetti esclusivi.

Ci riferiamo a piazza Molino Nuovo, storico luogo di ritrovo per
moltissime persone, in procinto di essere sventrata dall'ennesima operazione di gentrificazione; al Polo Sportivo e degli Eventi a Cornaredo, con un investimento pubblico senza eguali di 167 mio.CHF; al progetto Matrix (26.5 mio.CHF) negli - ormai distrutti - spazi del
Centro Sociale il Molino, alla “nuova Cittadella della Musica” (22mio.CHF) negli attuali spazi della radio di Besso, assegnata ai
promotori di una sola musica, quella "colta" e di conservazione.
Quel che accade attorno a noi ci risulta essere esattamente l’opposto di quello che la comunità richiede e vorrebbe.
Spazi in cui le relazioni umane non siano mediate dal denaro o dalle autorità. Relazioni che possano confluire nella spontaneità e nella bellezza del “non commerciabile” e del “non controllabile”.
Spazi in cui l’accoglienza – intesa come apertura all’alterità e quindi
come possibilità di crescita – ridiventi parte fondamentale del vivere collettivo.

Spazi necessari e fondamentali per la nostra quotidianità, come gesto di salute pubblica, per un buen vivir collettivo, per la comunità tutta.
Luoghi per dar vita a questo tipo di spazi ci sono! Sono vuoti,
inutilizzati e vanno semplicemente ripresi, riassegnati, rioccupati e
abitati collettivamente, individualmente, socialmente, culturalmente e politicamente.
Per farlo, piuttosto che adottare il principio della delega, riteniamo
utile agire tramite l’autodeterminazione, il coinvolgimento e la coesione.
L’Assemblea Popolare invita la popolazione, i collettivi e le
associazioni a partecipare al CORTEO POPOLARE, che avrà luogo sabato 10 giugno a Lugano.


AK Music
Associazione Bazaar Al Lago
Associazione Camino Cultural
Associazione Canapa Ricreativa Ticino
Associazione Cosmia
Associazione Grande Giro
Associazione Grande Velocità
Associazione Idra
Associazione Luganetto - L'ove
Associazione MeTeOra
Associazione Opplà
Associazione True Vibration
Associazione Scintilla
Associazione UHT - Compagnia di Teatro Forum Associazione Vivensia - Diffondendo AgroEcopedagogia Associazione Warriors Family
Attività culturali e ricreative La Nocciola
Aura Collective
Biblioteca popolare Ruvigliana
Campo Climatico Ticino
Casa Gina
Ciclofficina Miao Lugano
Circolo Carlo Vanza
Collettivo femminista Io l'8 ogni giorno
Collettivo Mæmmæ
Collettivo R-esistiamo
Collettivo Scintilla
Collettivo Treppenwitz
Collettivo Zapatista Lugano
Comunità Curda Ticino
Cristina Castrillo (regista/drammaturga - Teatro delle Radici) Critical Mass Ticino
CSA Germoglio - Comunità che Sostiene l'Agricoltura eXtinction Rebellion Ticino
G.A.S.O.
Gianmaria Zanda, artista
Giorgio Genetelli, scrittore e falegname
Giorgio Thoeni, giornalista teatro/cultura
Giullari di Gulliver
Jamaican Ciass
Kollettiva Jiyan
Le Clo(s)lieu di Mu
Movimento dei senza voce
PLIM creazioni
Raissa Avilès, artista
Radio Carona
Radio Gwendalyn
Radio Stria
RoRekordz
Safe Port Production
SOA il Molino
Spazio Morel
Teatro Danzabile
TIB - Ticino is Burning Ticino Reggae Connection
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