OCCUPARE IMMAGINARI
Dove l’occupazione è una pratica costante e l’immaginario una realtà che tramite parole, idee, azioni si fanno mondi.
Mentre le viscere maledette delle macerie dell’ex macello tornano a
galla ancor più nauseabonde e infettate che mai, con tutti i loro
strascichi di menzogne, inganni e manipolazioni, ci riprendiamo, il
tempo delle feste, un ennesimo spazio abbandonato.
Occupiamo immaginari insomma.
Non che ci stupisca più di quel tanto il nuovo tentativo di insabbiare
la verità sullo sgombero e la distruzione della parte abitativa del CSOA
il Molino. Dimostra ancor di più come l’apparato militare utilizzato
non sia frutto del caso, dell’azzardo o di una comunicazione
claudicante. E ben che meno per garantire l’incolumità delle e degli
occupanti (sic!). No, l’azione, come da subito sostenuto, è stata una
chiara vendetta pianificata nei dettagli, operata con il benestare del
municipio di Lugano (o almeno del suo sindaco e della parte leghista),
diretta dal comando della polizia cantonale e
immaginiamo supervisionata dal responsabile del dipartimento giustizia e polizia Norman Gobbi.
D’altronde gli ipotetici morti e feriti paventati nel caso del probabile
sgombero violento con ore di scontri (Stato Maggiore dixit) non
potevano non essere conosciuti da colui che si auto nomina “capo” delle
forze dell’ordine in Ticino.
Vedremo. Intanto alcunx non dormono sonni così tranquilli, sembrerebbe.
Oggi, con un denso programma di attività in collaborazione e complicità
con varie realtà, associazioni e individualità,
liberiamo e ridiamo alla popolazione (ricordate il vogliamo ridare il
macello alla popolazione delle Old Foxes Borradori e Bertini? Vogliam
parlare dello stato in cui giace da 3 anni?) l’ennesima struttura
abbandonata da anni, in stato deplorevole e in mano alla lunga catena
della speculazione
edilizia. E se l’hotel Fisher proponemmo potesse essere adibito a casa
per persone in fuga da guerre, miseria e catastrofi, proponiamo per la
struttura di Capo San Martino un laboratorio permanente di attività
culturali con mensa popolare usufruibile da tuttx e con attività
ricreative-sportive sul lago.
Come sempre basterebbe solamente volerlo. Ma…
Non che gli spazi manchino. In tre anni, dallo sgombero, questo è il
settimo spazio ripreso e collettivizzato: l’ex macello due natali fa,
l’ex Caritas a Molino Nuovo, lo stabile di via Ernetto a Pregassona, il
parco per il campeggio antimilitarista a Massagno, le ex scuole a
Viganello, l’hotel Fisher a e ora lo stabile a Capo San Martino. E
tutti, inutile dirlo, giacciono ancora nell’incuria e nell’abbandono, in
attesa degli strabilianti mega progetti e poli di chi più ne ha più ne
metta della città di Lugano. Quella che per prima al mondo dichiarò
Gerusalemme come capitale legittima dello Stato d’Israele, dopo aver
ospitato la criminale di guerra Tzipy Livni.
La lista di altri nomi e spazi potrebbe continuare. Ancora una volta gli
stabili ci sono, sono vuoti, lasciati a deperire e l’interesse, al di
là delle tante belle e ipocrite parole, a rianimarli e rimetterli a
disposizione della comunità per creare altro – lontano dalle logiche
securitarie, di mercato e commerciali – non esiste. Conosciamo il
territorio e sappiamo quanti ancora giacciono abbandonati.
Ma, come da quel lontano 1996, nonostante qualche tentativo confuso e
pretenzioso, la volontà politica nel trovare una soluzione, manca.
Il Molino ha da sempre rivendicato uno stabile, senza dover chiedere
niente a nessuno e senza pretendere niente in 25 anni di autogestione,
autogestendosi e garantendo la funzionalità, la gestione,
il pagamento delle fatture, l’abitabilità, la sicurezza (non è lo stesso
termine…) e il vivere comune diuna comunità. Assistere ancora a certe
uscite nel 2023 – vedasi ad esempio l’intervista a laRegione ad Amalia
Mirante – significa non aver davvero capito niente della lunga storia e
del presente dell’autogestione.
Ma non è purtroppo una novità. E, una volta di più, siamo (in maniera
perenne ormai…) in tempi di elezioni: ancora una volta tutto sarà
permesso e i liquidi putrefatti sgorgheranno che è un piacere.
Noi, al di là di tutto, andiamo avanti, continuiamo a camminare le
strade di questo territorio, a r-esistere con i nostri mezzi, le nostre
possibilità e disponibilità. A liberare spazi abbandonati.
In tempi di guerre permanenti e attacchi ai popoli del mondo, spazi autogestiti per abitare mondi altri.
In tempi di femminicidi, abusi e violenze, spazi da condividere per costruire relazioni altre.
In tempi di tagli, riduzioni, decreti “demmerda”, spazi dove costruire scambi non mercificati.
In tempi di frontiere blindate e delirio securitario, spazi d’incontro dove parlare, giocare, mangiare
assieme.
In tempi di disastri climatici, spazi dove coltivare, piantare e autoprodurre un buen vivir collettivo e individuale.
In tempi di controllo, razzismi e fascismi di ritorno, spazi intergenerazionali dove raccontarsi e
raccontare e prendersi cura l’unx dell’altrx.
10-100-1000 spazi per tessere fili e spezzare ramine, dove vivere e
crescere, dove organizzarci e dove opporsi a soprusi, violenze,
esclusioni, tagli, divieti, diffide, multe, incarcerazioni, sistemi a
cascata, controlli e imposizioni.
Non ci avrete mai come volete voi.
Libertà a autodeterminazione per il popolo palestinese.
Ilaria e Gabri liberx.
SOA il Molino
p.s. constatiamo che la fine dell’era Cristina Zanini-Barzaghi in municipio non coincide con la
“promessa” che fece anni fa: con me in municipio non ci sarà sgombero. A parte il fatto che con la sua
presenza in municipio di sgomberi ce ne son stati ben due, magari chieda spiegazioni al collega Foletti
sulla frase da lui detta durante l’interrogatorio con il PG Pagani che magari Borradori e Valenzano
Rossi non ne abbiano fatto cenno (della possibile distruzione) al resto del Municipio per evitare che
lo venisse a sapere Cristina Zanini Barzaghi in quanto in contatto con ambienti vicini al CSOA…
eh già, verrebbe da dire… , un giorno chissà… 🙂
ccv1
stamattina c'é stato lo sgombero.... seguiranno aggiornamenati....
ccv1
Ritrovo ex scuole di Viganello per proseguire con le atività programmate