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LA DOPPIA ESSENZA DELLA VERITÀ

LA DOPPIA ESSENZA DELLA VERITÀ
In merito alle recenti dichiarazioni del vicesindaco di Lugano Badaracco
– nelle quali denigra senza mezzi termini l’esperienza di oltre 25 anni
d’autogestione - ci troviamo purtroppo e ancora una volta a dover
chiarire alcuni concetti. Non ci addentreremo in un'analisi rispetto al
corteo del 10 giugno, poiché sarà l’Assemblea Popolare, se lo vorrà, ad
occuparsene. Ma lasciare spazio all’ennesima narrazione fatta di
illazioni e menzogne, non ci sembra cosa buona e giusta. Sorprende solo
un po’ che un personaggio fino a oggi considerato “moderato” scada,
allineandosi ai livelli di Foletti, Valenzano e compagnia cantante. Una
sorta di doppia essenza della verità, come sosteneva il poeta. Se non
che, a emergere è la chiara volontà di spaccare, dividere, dannare e
sacrificare. Insomma, nonostante i detriti rimangano inerti al centro,
la creazione di macerie continua.

Nello specifico ci teniamo a ribadire che:

DIALOGO
("con una controparte così è impossibile colloquiare..." R.B., modem):
l’ultimo incontro ufficiale con il comune di Lugano avvenne otto anni fa
con l’allora sindaco Borradori e Bertini. Le prime dichiarazioni furono
positive ("è stato un incontro costruttivo" Marco Borradori,
Ticinonews). Consegnammo per l’ennesima volta i progetti e le proposte
di spazi fatti in oltre 20 anni e ribadimmo le necessità del Centro
Sociale. Bertini parlò di una lista di ipotetici immobili dove poter
svolgere autogestione e/o attività socioculturali, che rimase però nel
cassetto ("non ci vogliamo giocare gli spazi" M.B.). Il “dialogo” si
ruppe. Poco tempo dopo, giunse l’irricevibile proposta di un tavolo di
lavoro con “polizia, tecnici e operatori sociali”. Poi più nulla.  Fino
all’incontro fuori dall’ex macello con la municipale Valenzano-Rossi e
Lombardi. In quell’occasione l’assemblea dichiarò che la risposta
rispetto ad un eventuale incontro sarebbe stata data dopo il corteo del
29 maggio. Peccato che quel giorno, avvenne lo sgombero, e nei mesi a
seguire interrogatori e indagini.
Ultima tappa della farsa “dialogo”: il contatto da noi stabilito con il
vicesindaco durante la rioccupazione dell’ex macello. Badaracco ci
assicurò che non ci sarebbe stato alcun intervento delle autorità
durante la notte, per permettere un incontro ufficiale il giorno
seguente. Incontro che non ebbe mai luogo poiché contrariamente a quanto
promesso, la polizia intervenne. A questo proposito, Badaracco rilasciò
varie dichiarazioni - di cui sembra essersi dimenticato - tra cui: 

".. quello che è successo è un po’ peccato: c’è stata l’evacuazione
della Polizia con la forza. Nonostante la loro disponibilità a
discutere, non siamo riusciti a farlo."(Roberto Badaracco, laRegione,
30.12.21).

Per mettere nero su bianco la menzogna costante del municipio, rendiamo
nota una parte dell'interrogatorio a Badaracco della procuratrice
Alfier: "per me questo contatto è stato inaspettato (…) il tono usato
dai miei interlocutori era educato e non offensivo (…). Io ne ho parlato
con i miei colleghi in Municipio così da vedere se era possibile
intavolare una discussione e poi mediare tra le parti. (..) Il Sindaco
aveva capito che se ci fosse stato uno sgombero io non mi sarei potuto
incontrare con nessuno il giorno dopo. Sempre il Sindaco mi ha detto che
non ci sarebbe dovuto essere uno sgombero durante la notte.”

Questa serie di eventi rende manifesta la mancanza di presupposti per
affrontare un dialogo. Farlo con chi ti ha distrutto la casa a
tradimento ed in maniera violenta è di per sé difficile. Intavolarlo con
chi mente in maniera sistematica con l’intento di creare divisioni, e
non riconosce il valore dell’esperienza portata avanti, è una strada
impercorribile. Ricondurre la questione "dialogo" al tanto loro sono "i
cattivi antagonisti anti-stato che non vogliono confrontarsi e non
vogliono mettere la faccia" è disonesto e non corrisponde al vero. Lo
sappiamo tuttx che la questione non è questa. E che la faccia la
mettiamo a ogni iniziativa, in ogni situazione in piazza e nelle strade.
Qua si parla di ben altro.

SPAZI
("noi come città avevamo fatto una proposta poi tutto si è bloccato
perché non c’era verso di discutere ed era rimasto tutto lì." R.B.,
modem): le uniche proposte avanzate in oltre 30 anni di rivendicazioni
son state l’ex gattile a Cornaredo e il depuratore sul piano della
Stampa. Tutte le altre sono arrivate dall’assemblea del CSOA.
Puntualmente, gli stabili indicati sono stati abbattuti, demoliti,
riqualificati.
Le uniche due “concessioni” di spazi fatte dal Municipio sono state l’ex
macello e il terreno della Gerra per l’esperienza della Straordinaria.
Eppure, di stabili e case vuote, ne esistono in quantità.

CULTURA
("gli ex molinari facevano spettacoli ma non era di quel tipo con un
programma organizzato con varie arti sceniche … addirittura anche il
cinema..." R.B., modem): in 25 anni di autogestione sono state proposte
un numero infinito di attività. Cinema quasi ogni giovedì sera,
conferenze, dibattiti, laboratori, concerti, mostre, presentazioni di
libri. Solo all’ex macello han suonato gruppi come i Colle der Fomento,
99 Posse, Bisca, Vad Vuc, ABC, Alessio Lega, Sandro Schneebeli, Yo Yo
Mundi, Fleischkäse, la Tremenda Jauria, Marshall Allen & SunRa
Orchestra, Skiantos, Mirco Menna, Bull Brigade, Tacalà, la Combi, Los
Tres Altos, Mombu, Zu, Pussywarmers (alcuni dei quali ripresi al Foce o
passati anche a la Straordinaria). Hanno suonato la maggior parte dei
Sound System della regione e sono nati innumerevoli gruppi che muovevano
i primi passi in sala prove. Si è collaborato con il Festival
Internazionale di Teatro, son passate compagnie teatrali quali i
Mummenschantz, la compagnia Baccalà (vincitrice del premio svizzero per
la critica), Gruppo Icaro, i Giullari di Gulliver, Pablo Ariel Bursztyn,
VTM Produzioni. È stato fatto uno dei primi Poetry Slam in Ticino, hanno
tenuto conferenze Michela Zucca, Tita Carloni, Silvia Baraldini, Paola
Staccioli, Alessandro Manca, John Zerzan, Renato Curcio, i WuMing,
Valerio Evangelisti e tantx altrx (al Maglio presentarono i loro libri
Paco Ignacio Taibo II e Daniel Echevaria). 

AUTOGESTIONE
("bisogna veramente scindere il discorso tra autogestione che era forse
quella dei molinari vista come non rispetto delle regole in generale e
quello che vorremmo noi in realtà per la città…" R.B. modem): il
continuo uso improprio di termini come "autogestione" e "cultura dal
basso", palesa la clamorosa ignoranza in merito a questi concetti, ma
anche la malizia di chi, pur pensando di conoscere il loro significato,
li strumentalizza a proprio favore travisandoli. 

L’autogestione si auto-organizza, si autodetermina e si autofinanzia. Se
no è altro!  L’autogestione è una proposta di rottura o comunque
alternativa allo stato delle cose e al sistema dominante. Se no è altro!
L’autogestione è una pratica per sua natura politica, non intesa come
politica partitica ma come partecipazione alla vita collettiva del
territorio su cui abita. È politica perché prevede una forma altra di
gestione: collettiva e paritaria, basata sul metodo del consenso e
un’orizzontalità in cui non si dovrebbero prevedere delle forme di
autorità; promuove la creatività, la cooperazione,
l’auto-responsabilizzazione, la solidarietà ed è una critica al sistema
vigente.

Alla luce di questo, l’idea per cui "l’autogestione va bene, ma solo se
apolitica, non conflittuale, rispettosa di leggi e regole calate
dall’alto'' appare totalmente insensata.  

Innumerevoli sono le esperienze autogestite nel mondo: dal
Confederalismo Democratico in Kurdistan, alle comunità zapatiste in
Chiapas, alle fabbriche occupate, agli spazi occupati, alle TAZ, ai
RAVE, alle cooperative agricole, a quelle di lavoro, alle scuole, ecc.
ecc.

IL PROBLEMA RESTA (Roberto Porta, modem)
L’autogestione è considerata un “problema”, in quanto espressione di una
visione diversa di società; perché ciò che mette in discussione è lo
status quo, facendone emergere le criticità e questo è percepito come
scomodo. Ma il “problema” non si estinguerà. Né con i manganelli, le
frustate, le denunce, le multe. Né con l’ipocrisia di dividere, di
confondere, di manipolare, di fare la bella faccia e di far passare un
elefante per un gatto.

Il problema resta e resterà.

Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio. (1)

Rilanciamo, se non altro per un po’ di sano divertimento estivo,
l’abituale torneo antirazzista, giovedì 29 giugno 2023. 

Se no, ci vediamo nelle strade
SOA il Molino

(1) Fernando Pessoa, La morte è la curva della strada.

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CS()A Il Molino
Viale Cassarate 8

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