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Contro l'egida finanziaria

Contro l’egida finanziaria
Dal vicepresidente dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati è stato
proposto di vietare l’attività di estrazione del bitcoin e delle altre criptovalute (monete
puramente digitali atte a svolgere speculazioni finanziarie in rete), perché assorbono una
percentuale spropositata di energia rinnovabile, impedendo di fatto di raggiungere gli
obiettivi dell’accordo di Parigi1 .Le criptovalute hanno notevoli responsabilità ambientali,
sociali e di gestione, dal momento che usano i sistemi “prof-of-work”, dove un algoritmo
usa una potenza di calcolo elevatissima, quindi consuma una quantità smisurata di
energia, per risolvere equazioni matematiche estremamente complesse atte a generare le
monete virtuali. Non dovrebbero essere lasciate libere di danneggiare l’ambiente a
discapito delle varie forme di vita terrestri.
Gli analisti della divisione crimini finanziari della banca centrale olandese hanno stimato
che, per esempio, solo l’intera rete bitcoin consumerebbe fino a 184 terawattora all’anno,
una quantità d’energia pari a quella assorbita da tutti i data center a livello globale. La cosa
interessante e scandalosa è che il dibattito sviluppatosi attorno a questa problematica da
parte degli addetti ai lavori, verte esclusivamente sul cercare di identificare ed applicare
metodi più “accettabili dal punto di vista ecologico”. Nel frattempo si continua a
consumare cotanta energia a discapito delle genti del mondo, mentre ne usufruiscono solo
“lor signori” senza curarsi minimamente se può avere senso continuare ad usare
criptovalute o no, come sarebbe più consono per il bene di tutti e tutto.
Cioè a sottolineare come la speculazione finanziaria si permetta di dare uno schiaffo al
resto dell’umanità usando l’energia di cui abbisogna, indipendentemente che questo
spropositato consumo estorto sia di sommo danno per tutto il resto. Le criptovalute in
particolare a tutti gli effetti sono una ricchezza monetaria esclusivamente teorica, dal
momento che il suo accumulo avviene senza denaro circolante, senza materialità. Si tratta
infatti di operazioni matematiche estremamente complesse elaborate da computer in
nanosecondi. I risultati appaiono sui monitor dei cellulari e dei p.c. senza riscontro
monetario fisico alcuno. Siamo nel regno della pura astrazione, capace però di determinare
terribili conseguenze che si riversano su tutti gli altri ovunque.
Algoritmi in azione autonoma agiscono per conto di proprietari che li hanno acquistati.
Un’esigua minoranza che ha l’esclusiva dell’usufrutto che ne deriva, beneficiandone a
discapito di ogni altro. Risulta di conseguenza l’attività meno utile al bene comune che ci
possa essere in ogni parte del globo. Purtroppo le oligarchie finanziarie sono ormai
abusivamente l’elemento principe attorno a cui ruota tutto ciò che veramente conta, ogni
scelta, ogni volontà, ogni capriccio, ogni sporco privilegio. E ai bisogni dell’umanità … “un
calcio in culo”. Tutto ciò dal mio punto di vista è insopportabile e universalmente dovrebbe
essere inaccettabile.
Anche se giustissimo, indignarsi contro questo criminale quotidiano “schiaffo alla
miseria” di “lor signori” serve ben poco. Come pure ribellarsi e far casino nelle piazze.
Forse si potrebbe contrastarlo se gli esclusi tutti insieme si accordassero per trovare il
modo, anzi i modi, di sganciarsi dall’egida finanziaria incombente, costruendo dei modus
di operare in comune al di là di essa. Un agire fondato sulla cooperazione mutuale,
reciproca, antigerarchica e paritaria al di fuori della finanza. Un mutualismo sociale
libertario, che si ispira al classico “mutuo appoggio” kropotkiniano.
Andrea Papi
25 gennaio 2022
1 Fonte: “la Repubblica”, 20 gennaio 2022, Allarme Bitcoin di Jaime D’Alessandro
fonte:   https://www.libertandreapapi.it/riflessioni-flash.php
Articolo ripreso su proposta di Damiano

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