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ANARCHICHE E ANARCHICI IN TICINO – INFORMAZIONI DI POLIZIA (FINE OTTOCENTO-INIZIO NOVECENTO)

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 20/2023)

Tra i compiti “storici” del Circolo Carlo Vanza rientra certamente anche la documentazione il più possibile completa della presenza anarchica in Ticino, dagli esordi del movimento ai giorni nostri. Per quanto possibile il Circolo raccoglie testimonianze e documenti e mette a disposizione libri, giornali e opuscoli. Alcune preziose informazioni sull’argomento sono reperibili tra l’altro nei numeri passati di questo Bollettino, soprattutto grazie ai profili biografici tracciati da Gianpiero Bottinelli. Una miniera di inestimabile valore è il Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera (http://www.anarca-bolo.ch/cbach/.)


Una fonte indispensabile, in particolare per quanto concerne il periodo che va dal 1866 al 1895, è il poderoso volume “Addio Lugano bella” di Maurizio Binaghi (Dadò editore). Stiamo parlando di quasi 700 pagine in cui viene affrontato l’argomento degli esuli politici nella Svizzera italiana di fine Ottocento. Il libro, che parte dalle radici (Bakunin in Ticino, la Baronata, il Congresso della Pace e della Libertà, i profughi della Comune a Lugano, la Sezione del Ceresio, il Congresso di Capolago, l’espulsione del ’95) contiene anche come allegato una lista complessiva degli esuli presenti in Ticino (1880-1895).

Nella bibliografia sono riportate le principali opere di riferimento per l’anarchismo (storico) in Ticino. Nel seguito sono qui menzionate in un elenco non esaustivo alcune ricerche che riguardano specificatamente aspetti dell’anarchismo in Ticino; altre notizie sono reperibili in diverse opere più generali dedicate a vari protagonisti del movimento anarchico presenti anche solo temporaneamente nella Svizzera italiana (Bakunin per esempio), qui non citate.


AAVV; Un grand lutteur. Louis Bertoni, Les amis de Louis Bertoni, Genève 1947*
AAVV; Un uomo nella mischia: Luigi Bertoni, Zamboni, Bologna 1947*
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AAVV; CSOA, 10 anni di resistenza, Creative commons – Il Molino, Lugano 2006
AAVV; Rassegnazione è complicità. Il caso Marco Camenisch, L’affranchi, Salorino 1992
Agliati, Mario; L’ombra intabarrata di Enrico Malatesta: a cento anni dal congresso anarchico di Capolago, in Almanacco Bellinzona 10, 1991, p. 101-104
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Angaut, Jean-Christophe e Peter, Bakunin e il Lago Maggiore, Bollettino CCV 17, 2020
Antonioli, Maurizio; P. Gori, il cavaliere errante dell’anarchia, BFS, Pisa 1995
Antonioli, Maurizio et al.; Dizionario biografico degli anarchici italiani, BFS, Pisa 2003-2004
Baratti, Danilo; Candolfi, Patrizia; L’arca di Mosè, Casagrande, Bellinzona 1994
Beltrami, Rita; et. al.; 35 anni di Associazione cultura popolare tra idee e realtà, in: Altre culture. Ricerche, proposte, testimonianze (acd Valsangiacomo, Nelly; Mariani Arcobello, Francesca), Pellegrini Canevascini, Bellinzona 2011
Berti, Gianpetro; Errico Malatesta e il movimento anarchico italiano e internazionale (1872-1932), Franco Angeli, Milano 2003
Bertschinger-Joos, Esther; Frieda Gross und ihre Briefe an Else Jaffé, Verlag LiteraturWissenschaft.de, Marburg 2014
Bertschinger-Joos, Esther; Butz, Richard; Ernst Frick. Zürich, Ascona, Monte Verità. Anarchist, Künstler, Forscher, Limmat, Zürich 2014
Bettini, Leonardo; Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1, tomo 2, Crescita politica, Firenze, 1976, p. 233-260*
Biagini, Furio; Il Risveglio (1900-1922). Storia di un giornale anarchico dall’attentato di
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Binaghi, Maurizio; Addio Lugano bella, Dadò, Locarno 2002
Boesch, Ina; Gegenleben. Die Sozialistin Margarethe Hardegger und ihre politischen Bühnen, Chronos, Zürich 2003
Bollmann, Stefan; Monte Verità, 1900. Il primo sogno di una vita alternativa, EDT, Torino 2019
Bornia Aldo, Entrambi dimenticati, La Regione Ticino, 26.5.2009 [sui rapporti tra Bakunin, Paolo Mordasini e Augusto Mordasini]
Bornia Aldo, L’anarchico Bakunin cittadino onsernonese, in: Voce Onsernonese, giugno 1976
Bottinelli, Gianpiero; Luigi Bertoni, La coerenza di un anarchico, La Baronata, Lugano 1997
Bottinelli, Gianpiero; Riviste, case editrici, biblioteche anarchiche di lingua italiana in Svizzera, in: Altre culture. Ricerche, proposte, testimonianze (acd Valsangiacomo, Nelly; Mariani Arcobello, Francesca), Pellegrini Canevascini, Bellinzona 2011
Bottinelli, Gianpiero (intr. di Werner Portmann); Die Stimme der Freiheit. Luigi Bertoni under Anarchismus in der schweizerischen ArbeiterInnenbewegung, a propos Verlag, Berna 2014
Bottinelli, Gianpiero; La Lega antimilitarista svizzera (e ticinese) e il Partito socialista nel primo ventennio del secolo, in AAVV, Rapsodia dell’antimilitarismo, Gruppo per una Svizzera senza esercito, Balerna 1989
Bottinelli, Gianpiero; Giovanni Devincenti. Il sogno di un emigrante, La Baronata, Lugano 2001
Bottinelli, Gianpiero; Zarro, Edy (acd); L’antimilitarismo libertario in Svizzera, La Baronata, Lugano 1989
Bottinelli, Massimo; 6 agosto 1940. Cronaca di una censura annunciata. La soppressione de Le réveil anarchiste di Ginevra (Il Risveglio), Lugano 1995*
Boxler, Regula; Ich folgte meinem Stern, Pendo Verlag, Zürich 2004
Broggini, Romano; Appunti sui gruppi anarchici e libertari a Bellinzona, in Pagine bellinzonesi, Casagrande 1978, p. 231-254
Broggini, Romano; mappetta “Bakuniniana Ticinensia” (1978, depositata al CCV)
Broggini, Romano; Bakunin e l’anarchia: un capitolo locarnese, Eco di Locarno 1.6.1976 (con indicazioni bibliografiche)
Broggini, Romano; Bakunin nel Locarnese, Almanacco 1992 n. 12, Bellinzona 1991
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Broggini, Romano; Carlo Salvioni, Bellinzona, Salvioni 1958
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Dotti, Daniela; Ricerce su una rivista anarchica ticinese: Vogliamo!, 1974
Enckell, Marianne; Un journal anarchiste genevois: Le réveil 1900-1940, mémoire de licence, univ. Ginevra 1967*
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Gianinazzi, Willy; intellettuali in bilico. Pagine Libere e i sindacalisti rivoluzionari prima del fascismo, Unicopli, Milano 1996
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Schrembs, Peter. Mosè Bertoni. Profilo di una vita tra scienza e anarchia, La Baronata, Lugano 1986
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Stanga, Mauro; Abbiamo seguito la nostra coscienza e siamo stati “fuorilegge”: la contestazione studentesca del 1968 nelle scuole secondarie del Canton Ticino, mémoire de licence, Université de Fribourg, 2000
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Zosso, Ismael; La presse anarchiste italienne publiée en Suisse: 1872-1914, tesi di laurea presso l’università di Losanna, 2001


I testi contrassegnati da un* non si riferiscono specificatamente al Ticino o al movimento anarchico ma sono di interesse contestuale


Per la documentazione sull’anarchismo in Ticino a partire dal 1968 vanno consultate le specifiche scatole di documenti presenti nell’archivio del CCV e dedicate a temi quali il movimento studentesco, l’autogestione, l’antimilitarismo come pure a singole persone ma anche e soprattutto l’archivio di Azione Diretta (dal 1970 a oggi). Questo archivio consta di varie decine di classatori contenenti in ordine cronologico corrispondenza, ritagli, volantini, giornali e preziosa documentazione (verbali, circolari interne) in relazione all’anarchismo nella Svizzera italiana e alle lotte (operaie, studentesche, pacifiste, ambientaliste…). Sono disponibili al CCV inoltre varie collezioni di giornali libertari pubblicati in Ticino o altrove ma qui diffusi come Il Risveglio, Ticino libertario, L’Almanacco libertario,Vogliamo!, Azione Diretta, LiberAzione, Voce libertaria. Infine, nella biblioteca del Circolo sono reperibili in parte (ed. del Risveglio) o integralmente (La Baronata, L’Affranchi, Les Milieux Libres) i cataloghi delle case editrici locali o a diffusione locale.


Caso vuole che recentemente Edy Zarro ha scoperto una ricerca di Francesco Lisanti (Milano, laureato in esegesi delle fonti storiche medievali nel corso di laurea in scienze storiche e diplomato alla scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Milano. Archivista di professione. Nel 2014 ha pubblicato per Book Time “Apologia di Gaetano Bresci”). Il libro, intitolato “Storia degli anarchici milanesi (1892-1925)”, stampato nel 2016 per conto delle Edizioni La Vita Felice, consta di 305 pagine. Pur essendo di facile reperibilità, il libro non evoca nel titolo eventuali sconfinamenti. Presumibilmente, quindi, rischia di essere trascurato in una ricerca sull’anarchismo in Ticino, motivo per cui riproduciamo qui alcuni estratti più pertinenti per quanto riguarda il nostro Cantone, con qualche sconfinamento cantonale laddove pareva di interesse, soprattutto per l’indicazione delle relative fonti. Le fonti di Lisanti sono essenzialmente due: l’Archivio di Stato di Milano [ASMi] (in particolare Questura di Milano, Divisione I – Gabinetto e Prefettura di Milano - Gabinetto) e Archivio di Stato del Cantone Ticino [ASTi], Fondi dell’amministrazione pubblica, Istituzioni e Amministrazione del Cantone Ticino, Dipartimento di polizia – Servizio politico [1897-1929]).


In riferimento ai moti di Milano (1898), Lisanti riporta quanto segue. “Il sostegno [ai rivoltosi] arrivò anche dai Cantoni svizzeri. Il comandante del presidio di Como, Bergamo e Sondrio segnalò che da Zurigo erano partiti diretti a Milano, attraverso il Sempione, alcuni anarchici [ASMi]. E in effetti la sera del 9 maggio un folto gruppo di sovversivi si ritrovò a Montreuse [Montreux], in Svizzera, al Caffè Bonetti. Erano più di 700. A capo si pose l’anarchico Giovanni Peduzzi [vedi Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera, CBAS], originario di Schignano, in provincia di Como, il più vecchio e il più esperto del gruppo con i suoi 45 anni. Le voci arrivate in Svizzera al termine degli scontri milanesi parlavano di sei o settemila fra morti e feriti. Dopo avere arringato la folla incitando a vendicare i compagni caduti, a incendiare le chiese e le case dei ricchi, e a prenderne il denaro, gli anarchici si misero in viaggio, con una bandiera come simbolo in testa al corteo e in mente il principio “essere fucilati o uccidere”. Alcuni furono fermati a Lucerna, altri al confine, non riuscendo a raggiungere il suolo italiano.” [ASTi, scatola 1, fasc. 1. Relazione del 17 maggio 1898]. In senso inverso, come già Gori, Giovanni Baracchi [CBAS] e altri anarchici nel 1894, riparò a Losanna Francesco Cafassi [CBAS], considerato uno dei maggiori responsabili della rivolta. “La Svizzera divenne la meta ideale, grazie alla vicinanza e a una maggiore tolleranza verso gli ideali anarchici. Già il 12 maggio [1898] venne segnalata una grande quantità di profughi italiani arrivati a Lugano, Ponte Tresa, Croglio, Castelrotto, Monteggio e Melide. Era stato appositamente scritto un manifesto che invitava chiunque volesse fuggire dall’Italia a iscriversi in apposite liste in luoghi stabiliti, in modo da poter approfittare di un treno speciale che sarebbe partito da Lugano diretto a Lucerna domenica 22 maggio. Per trovare un alloggio ai fuggitivi e per non avere problemi con le forze dell’ordine italiane, vista la vicinanza al confine, le iscrizioni vennero aperte in luoghi considerati sicuri come il caffè Ceresa a Bellinzona e l’albergo Ancora di Capolago, mentre a Chiasso, Locarno, Lugano, Mendrisio e Stabio la base fu stabilita in case di compagni fidati. Il manifesto era firmato anche dal socialista Dino Rondani, da Giuseppe Croce vecchio compagno di militanza di Flaminio Fantuzzi [CBAS] nella Lega Figli del Lavoro [di Milano] e per il Partito socialista svizzero da Denno Karpeles [in realtà Benno Karpeles, socialista austriaco, incaricato dal 1897 al 1899 dell’organizzazione dei socialdemocratici austriaci a Zurigo] [ASTi, scatola 1, fasc. 1. Relazione del 12 maggio 1898]. Nelle liste dei fuggitivi era segnalata la presenza a Lugano dello stesso Rondani, mentre Fantuzzi era stato avvistato a Melide. Ernesto [o Emilio] Biraghi [CBAS] partì invece dopo qualche mese, non appena venne rilasciato dalla Questura, stabilendosi a Bellinzona alla trattoria Al Persico [ASTi, scatola 1, fasc. 2. Elenco degli anarchici da sorvegliare del 1902]. A proposito di sorveglianza, l’attività poliziesca appare abbastanza capillare se consideriamo che di Giovanni Baracchi venne “segnalata la presenza alla stazione di Bellinzona, dove era in attesa di un treno diretto a Lugano” [ASTi, scatola 1, fasc. 1, nota del 25 giugno 1901. Espulso dal territorio della Confederazione il 29 gennaio 1895, il 10 giugno 1901 è segnalato alla stazione di Bellinzona (!)]. “Gli anarchici emigrati in Svizzera [dopo il 1898] si riunivano invece alla Birreria Gambrinus di Bellinzona.Lo scopo era lo stesso dei socialisti, fare propaganda tra i lavoratori e discutere della situazione italiana. Organizzatori delle conferenze ed elementi più in vista del movimento erano i milanesi Biraghi e Cassinetti, e i locali Lodovico Ghezzi [di Parma, CBAS], Luigi Gelli [di Pistoia, CBAS], Manrico Moraccini [Marraccini, di Pistoia, CBAS] e Giuseppe Umidetti [CBAS]. Flaminio Fantuzzi, che si era stabilito a Melide nel 1898, non risultò mai presente alle riunioni, ma la sua attività di tipografo lo pose sempre come sospettato nell’attività di stampa di volantini anarchici. Anche nel loro caso i contrasti nelle conferenze non mancarono. Nel settembre 1902 in più discorsi pubblici l’oratore alla Birreria fu Luigi Bertoni (…). La sera del 13 settembre fu il principale ospite di un incontro dal titolo Alla conquista della libertà, nel quale si scagliò contro il governo in cui i borghesi sfruttavano gli operai facendoli vivere in condizioni di schiavitù, tuonò contro Crispi, Umberto I e un militarismo dove i soldati e i poliziotti erano costretti a proteggere i governanti e a uccidere i propri fratelli per i tornaconti della borghesia e dei regnanti. Lo scontro degenerò all’intervento dell’avvocato Pizzorno che bollò come sbagliata la via indicata da Bertoni, poiché in una società senza polizia e esercito, necessari a mantenere l’ordine, si finirebbe per uccidersi a vicenda, Ghezzi e altri anarchici gli gridarono che per quelli come lui che difendevano la monarchia e il governo servirebbe una punizione esemplare.” [ASTi, scatola 1, fasc. 2. Relazione sulla riunione del 13 settembre 1902]. Il 20 settembre lo scontro al Gambrinus fu invece fra Bertoni e il socialista Celestino Ratti [ASTi, scatola 1, fasc. 2. Relazione sulla riunione del 20 settembre 1902]. “Gli anarchici stavano iniziando a fare una grande propaganda, entrando sempre più in competizione con i socialisti. Idee e attività potevano assomigliarsi, quindi bisognava convincere gli operai a scegliere la via anarchica rispetto a quella socialista. Il 7 gennaio 1903 all’Osteria L’Asino, ora detta”del Mercato” dopo l’addio e il rientro a Milano di [Guido] Podrecca [editore dell’Asino], durante una riunione Ghezzi suggerì, appoggiato da Gelli [Luigi, CBAS], di iscriversi alla locale Camera del Lavoro, inaugurata l’anno precedente dai socialisti. Lo scopo era di poter fare una più ampia divulgazione delle idee anarchiche e di distribuire giornali ai lavoratori. Gelli aggiunse che fino ad ora si era fatto poco, bisogna raddoppiare gli sforzi, e se c’era un convegno socialista era necessario che almeno un anarchico ci andasse in modo da avere un contraddittorio e non lasciarli il campo libero. Si doveva lottare operaio per operaio. ” [ASTi, scatola 1, fasc. 3. Relazione sulla riunione del 7 gennaio 1903]. Ghezzi fra gli anarchici fu quello più attivo nell’attività di propaganda e negli interventi alle riunioni. “Il 22 marzo propose di mettere in scena a teatro l’opera di Gori Senza patria, un’apologia dell’anarchia, e fu uno dei fautori della creazione di uno Statuto degli anarchici [ASTi, scatola 1, fasc. 3. Relazione sulla riunione del 22 marzo 1903]. A maggio, durante una riunione nella quale era stato celebrato Bresci e il suo gesto attraverso una canzone anarchica che terminava con “volesti sangue e sangue avrai” e con un brindisi in cui si alternavano gli “evviva il 29 luglio” con “e presto anche suo figlio”, sempre Ghezzi si spostò ad affrontare argomenti più concreti. In un discorso sul significato del 1° maggio e su ciò che esso deve essere per i lavoratori, rimproverò gli operai che dovevano smettere di seguire i socialisti, perché questi attraverso convegni e false promesse li avrebbero condotti alla rovina. Venne infine distribuito un volantino dal titolo “Il 1° maggio dei socialisti e la borghesia” scritto da Moraccini.” [ASTi, scatola 1, fasc. 3. Relazione sulla riunione del maggio 1903]. La presenza anarchica a Bellinzona non fece mancare anche per le autorità svizzere le ipotesi di complotti. “Enrico [? CBAS] Biraghi venne segnalato come al centro di una congiura atta ad assassinare il re durante un suo viaggio in Francia. Il suo lavoro era quello di tenere i contatti con gli anarchici milanesi e con quelli di Marsiglia, dalla quale erano giunte parecchie lettere. Le riunioni avvenivano forse alla trattoria Al persico, sulle rive del Ticino. Il progetto era di far deragliare il treno reale scaraventandolo in un precipizio con un grosso masso sui binari, oppure, imitando l’attentato pensato ai danni dello zar Nicola II per il suo viaggio in Germania, di mettere la dinamite direttamente sotto al convoglio. Ai presunti incontri anarchici era stata segnalata la presenza di un macchinista delle ferrovie svizzere, di un calzolaio di Modena con barba e baffi neri già condannato al domicilio coatto, di due fornai milanesi e di uno di Como, il cui ruolo era di fare via vai dalla Svizzera contrabbandando volantini sovversivi” [ASTi, scatola 1, fasc. 3. Nota sull’ipotesi di complotto del 3 settembre 1903]. Nel seguito della Settimana rossa [7-14 giugno 1914] e nell’imminenza della guerra, l’11 e il 12 luglio a Zurigo “ci sarebbe stato un convegno degli anarchici residenti in Svizzera dove si sarebbe deciso di introdurre e diffondere nel regno opuscoli, giornali e fogli di propaganda sovversiva, soprattutto antimilitarista.[vedi il volantino Convegno degli anarchici di lingua italiana nella Svizzera, Ginevra e Zurigo, 23 giugno 1914. Foglio volante di propaganda politica. Invito ai militanti a partecipare al prossimo convegno annuale che si svolgerà a Zurigo l'11 e 12 luglio 1914. L'odg del convegno sarà: 1. Rapporti sulla situazione economica e sull'attività sindacale e di propaganda nelle varie località; 2. Congresso internazionale di Londra; 3. Preparazione e intesa rivoluzionaria in previsione d'un nuovo sciopero generale in Italia; 4. Edizione italiana del Mutuo appoggio di Kropotkine; 5. Mezzi per diffondere ed aiutare maggiormente il Risveglio; 6. Ufficio di corrispondenza; 7. Proposte varie. Foglio piegato a fascicolo e stampato su entrambe le pagine. Nella quarta pagina al centro piccola rappresentazione della "libertà" rappresentata da una donna che innalza una bandiera. Esempl. in fotoc. originale conservato presso l'Archivio centrale dello Stato di Roma, PS 1916/52 Fasc. J4 Movimento sovversivo all'estero; Bottinelli 1997]. Si sarebbe inoltre determinato di creare un fondo per l’acquisto di armi da fuoco da introdurre in Italia, in previsione di un nuovo sciopero, e di prendere accordi con i gruppi anarchici dei Paesi confinanti, esortando infine i compagni italiani residenti in Svizzera ad armarsi di rivoltelle Browning e a essere sempre pronti ad accorrere in Italia. Fra gli organizzatori si sarebbe perfino parlato di utilizzare un deposito di fucili che sarebbe esistito a Locarno fin dal 1898, e affidato a repubblicani di provata fede che si erano rifugiati in Svizzera [ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Carteggio fino al 1937 – serie I, b. 933. Partiti, anarchici. Segnalazione del 19 luglio 1914.] Il 24 luglio iniziarono invece le prime segnalazioni di chi compiva il percorso inverso, dall’Italia a Chiasso, Lugano, Locarno e Bellinzona. Alcuni come Oddo Marinelli fuggirono per evitare l’arresto a seguito di ciò che era accaduto a giugno, durante la Settimana Rossa. Molti però scappavano in previsione di una chiamata alle armi [ASTi, scatola 4, fasc. 1. Segnalazione del 24 luglio 1914]. Con la guerra erano ricominciate anche le segnalazioni di complotti internazionali (…). Arrivavano nuovi indizi di un complotto anarchico in atto ideato a Zurigo per assassinare il re e il presidente del Consiglio, responsabili della partecipazione italiana alla guerra. Sempre a Zurigo si sarebbero inoltre addestrati altri anarchici nell’uso di alcune bombe che erano state ritirate dalla legazione della Germania con il proposito di far saltare la Stazione Centrale di Milano e gli impianti idroelettrici di Vizzola Ticino e Paderno d’Adda [ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Carteggio fino al 1937 – serie I, b. 934. Agitazioni e propaganda contro la guerra. Copia di lettera scritta al Gabinetto di S.E. il ministro della Guerra dal comando d’armata di Milano del 16 agosto 1915]. A Berna invece venne segnalato che una quantità di vecchi fucili Vetterli e “modello 89/96” erano stati comprati da commercianti con lo scopo probabilmente di esportarli [ASTi, scatola 4, fasc. 2. Segnalazione del 7 aprile 1915]. Si tornò a guardare con sospetto la Svizzera, anche perché a Zurigo era nata per iniziativa di alcuni disertori la Libreria Internazionale [Bottinelli, 2011], che aveva il fine di fare propaganda antimilitarista fra coloro che non erano ancora stati chiamati alle armi, usando materiale inviato dalla sede dell’Avanti! e da Luigi Molinari. Come era già accaduto nel 1898 i Cantoni divennero la meta più ambita per chi tentava con pochi soldi di scampare all’arruolamento. Le file degli anarchici milanesi si assottigliarono sempre più, ampliando quelle elvetiche. Fra il 1916 e il 1917 vennero chiamati a prestare servizio nell’esercito Enrico Arrigoni [CBAS], Mario Mantovani [CBAS], Francesco Ghezzi [CBAS] e Ugo Fedeli [CBAS]. Tutti scelsero di disertare, e tutti fuggirono in Svizzera per continuare sotto la guida di Luigi Bertoni la propria attività anarchica.”


Peter


Archivio del comitato di aiuto dei prigionieri politici in Cile - Minusio

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 19/2022)


Sono passati ormai 50 anni da quel tragico 1973 che ha visto una banda di militari fascisti e assassini assumere il potere in Cile. Tra i numerosi comitati di sostegno al popolo cileno in Svizzera si formarono anche in Ticino diversi gruppi di solidarietà con i perseguitati cileni e di sostegno alla resistenza. Tra questi, fu essenzialmente il Comitato ticinese di Minusio che dal 1976 rilevò il testimone della solidarietà con i prigionieri politici cileni in Ticino. Poco prima della sua scomparsa, una delle promotrici, Rosi Schriber* con il marito Alberto che curò per anni l’amministrazione del Comitato, contattarono il Circolo Carlo Vanza esprimendo il desiderio che il materiale rimasto del Comitato venisse depositato nell’archivio dello stesso. L’attuale opera di classificazione di quel materiale è doverosa se non altro per renderlo fruibile; d’altronde, apparentemente non risultano al momento disponibili altre raccolte di materiale concernenti quell’esperienza di solidarietà articolatasi in Ticino.


*Vedi Voce libertaria n. 44 gennaio-marzo 2019


Raccoglitore ritagli

Raccoglitore contenente ritagli di giornale dal 29.7.1975 al 10.1.1977 relativi alla situazione in Cile. I ritagli provengono soprattutto dai giornali Neue Zürcher Zeitung, Tages Anzeiger, Weltwoche, National-Zeitung, Corriere della sera, Repubblica, Libera Stampa, Corriere del Ticino.


Documento di interesse particolare

Cile – due anni di fascismo. La testimonianza di un rifugiato politico e articolo: Un regime spietato e asservito ai monopoli, in “Il lavoratore”, 13 settembre 1975


I ritagli sono in parte incollati su volantini ciclostilati riciclati:

Petizione all’OEA per la liberazione e il rispetto dei diritti di alcuni cileni (Enriquez Espinosa, Zamorano, Victor Diaz), in spagnolo

Appello di sostegno alla “Campagna del patrocinato”

Alcune pagine sparse di un documento riguardante la liberazione dei prigionieri politici “firmantes” e le mense popolari

Foglio: Il ruolo della chiesa cattolica nella resistenza del popolo cileno (aprile 1976)


Raccoglitori contenenti documenti del Comitato ticinese – 1 e 2

In questi 2 raccoglitori è documentata la storia del Comitato ticinese dagli inizi al 1976. Oltre a vari volantini e ciclostilati di altri gruppi attivi in Svizzera, nel raccoglitore 1 sono di particolare interesse i documenti seguenti.

  • Bozza del documento di fondazione del gruppo ticinese “Comitato di Aiuto dei Prigionieri Politici in Cile del 26 settembre 1975

  • Comunicato stampa del 16 settembre 1976 del Comitato (a firma Schriber) alla redazione di “Rosso” sulla repressione in Ecuador


Documenti di particolare interesse nel raccoglitore 2

  • Statuti del Comitato di aiuto dei prigionieri politici in Cile firmati dai membri fondatori Albert Schriber, Michela Julitta e Teresa Radaelli

  • Invito alla riunione costitutiva del Comitato, 20 settembre 1975 (A. Schriber e L. De Paris)

  • Lettera di chiarimenti di Schriber a “Pablo”, emissario del Comitato di Ginevra

  • Invito manoscritto di Lucio Giugni del Comitato di Basilea a costituire un Coordinamento 21 ottobre 1975

  • Risposta di Schriber a Giugni del 5 nov. 1975¨

  • Risposta (in copia) del Comitato di Ginevra alla proposta di Coordinamento

  • Verbale (confidenziale, fotocopia) della riunione della Freiplatzaktion il 29 nov. 1975 a Zurigo

  • Appunti manoscritti di un incontro del Comitato del 3/12/5

  • Lettera dattiloscritta (di Schriber?) a “Brigitta [Kuhn]” con puntualizzazioni sulla riunione di Berna

  • Verbale manoscritto dell’incontro di Berna del 31.1.1976

  • Elenco delle persone autorizzate a incassare assegni (del Comitato: Schriber Alberto, De Paris Lucia, Galli Manuela, Maurer Willi)

  • Breve relazione sulla riunione Posti liberi e Comitati a Berna del 13 feb. 1976

  • Considerations à propos de la manifestation du 2.2.1976 du Garm (Alberto, Manuela e Fabio)

  • Lettera concernente GARM Ticino dell’11.2.1976 e risposta del GARM Ticino (Luis Aillon)

  • Appunti manoscritti riunione 9.3.76

  • Informativa del Comitato del maggio 1976 (Lucia De Paris, Duccio Danzi)

  • Invito alla riunione del Comitato del 1° luglio 1976

  • Appunti manoscritti GV APG Berna 30.5.76

  • Volantino del Comitato di aiuto ai prigionieri politici in Cile

  • Lista di presenza alla riunione dell’1.7.76 a Rivera (Maria Schenk, Enrica Corda, Reinaldo Zambrano, Fabio Chierichetti, Rita O. Louis G., Manuela Galli, Miguel Cienfuegos, Albert Schriber + verbale manoscritto

  • Lettera al Coordinamento del 18 agosto 1976

  • Bozza di lettera molto critica sul Festival di Politica Nuova (sett. 76)

  • Comunicato stampa Campagna di aiuto ai bambini denutriti

  • Verbale manoscritto riunione 1.12.76

  • Risposta al Comité de soutien sulle attività del Comitato ticinese del 3.1.1977

  • Lettera di Ariel Sanzana (OPRECH) al Comitato – 12 aprile 1977

  • Comunicato stampa: Cile appello di solidarietà del 17 dicembre 1977


Diversi altri appunti manoscritti e ciclostilati vari permettono di ottenere una discreta visione d’assieme sull’impegno politico del Comitato ticinese, da completare con la documentazione del Comitato Cile, del Comitato Ticinese per il sostegno della resistenza armata in Cile, del Comitato ticinese di sostegno alla resistenza del popolo cileno oltreché della documentazione dell’Azione posti liberi, del Comitato di soccorso ai profughi cileni e dell’Associazione di sostegno alla resistenza cilena-Salvador Allende e con i documenti sparsi raccolti nella mappetta presentata nel seguito. Vedi inoltre l’articolo di Stefano Guerra “I biglietti per la libertà che unirono Ticino e Cile”, Area 36/2003 e i siti https://www.levitedeigiusti.ch/it/guido-rivoir nonché https://www.scrittibaratti.ch/storie-e-storia/piccole-storie/item/71-gridare-alto-e-forte-non-dimenticate-2018


Mappetta contenente documenti sparsi relativi agli anni 1973-1984

¨Sigle

Unterstützungskomitee für die politischen Gefangenen in Chile – Comité de soutien aux prisonniers politiques au Chili, Bienne [UC]

Koordination der Schweizer Komitees für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile [Koordination]

Coordination nationale suisse des Comités de défense et de soutien aux prisonniers politiques chiliens (Coordination)

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC]

Comité suisse pour la défense des prisonniers politiques chiliens (CPC]

Comité de soutien aux prisonniers politiques chiliens (CSC]

Comité de solidarité avec le peuple chilien [CSP]

Comitato di aiuto dei prigionieri politici in Cile, Minusio [CAP]

Comitato di soccorso ai profughi cileni (CSAPC)

Comitato ticinese di sostegno alla resistenza del popolo cileno [CTS]

CTS Cile, sosteniamo la resistenza!, volantino 1973?

CTS, Lavoratori, apprendisti, studenti, sosteniamo qui e ora la resistenza del popolo cileno, volantino fine 1973?

Documento (1975) Conférence Internationale de solidarité avec le Chili

Volantino “Offener Brief an den chilenischen Botschafter in der Schweiz e Protestmarsch (pres. 1975)

Volantino Cile-Svizzera: due eserciti, una stessa funzione, Comitato di sostegno alle lotte dei soldati, 11 sett. 1975

Circolare del 22.9.1975 inviata a 61 compagne e compagni con l’intestazione del Comité suisse pour la défense des prisonniers politiques du Chili di Ginevra per la creazione di un analogo comitato in Ticino a firma A. Schriber e L. de Paris

Documentazione CPC campagna parrainages, 1975, vari ciclostilati e fotocopie, '75-'76

Documentazione campagna di lettere per la liberazione dei detenuti politici, modelli di lettere in varie lingue e

Solidaridad con Chile 3 pubblicato da Comités de Solidaridad con Chile “Salvador Allende” en Suiza alemanica 1975

Comité suisse pour la défense des prisonniers politiques au Chili, Les peuples du monde exigent la liberté des prisonniers politiques au Chili, 1975

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC], Das Komitee der Zusammenarbeit für den Frieden in Chile, 1975

El Rebelde dans la clandestinité Suplemento Octobre 1975

Volantino SOS UCI sull’arresto di Marta Neira e C.A. Negrete 1975? + cartolina

Comité de soutien aux prisonniers politiques au Chili, Bienne [UC], Liberté pour les prisonniers politiques au Chili 31.1.1976

Volantino Repression in Lateinamerika con programma della Lateinamerika-Woche, [vari comitati] febbraio 1976

CUT Chile (Comité extérieur) Solidarité 20 marzo 1976

Entwurf An den Präsidenten der Weltbank (ciclostilato contro la concessione di un prestito della Banca Mondiale alla giunta militare in Cile, 22 marzo 1976)

Appell an National- und Ständeräte [per la concessione di visti a detenuti politici] del Koordination der Schweizer Komitees für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile [Koordination], aprile 1976

Informationsblatt UC, April-Mai 1976

Feuille d’information UC, avril-mai 1976

Appunto manoscritto Libertà per cileno Edgardo Henriquez del Comitato per prigionieri Minusio Suiza del 26 aprile 1976

Volantino Argentinien di sostegno alla resistenza contro la giunta militare del 197?, UC

Giornale Solidarität, Informationen der Solidaritätsbewegung der DDR, Mai 1976

Lettera ciclostilata all’OEA e alla Vicaria di Santiago per Edgardo Enriquez Espinoza (s.d., pres. 1976)

Oprech Büro für die politischen Gefangenen in Chile, volantino per Edgard Enriquez E. (s.d., pres. 1976)

CAP, circolare informativa ciclostilata, maggio 1976

Volantino (varie associazioni) Transkei Unabhängig (s.d., pres. 1976)

CAP, invito alla riunione di Comitato (A. Schriber) 1° luglio 1976

Comité de soutien aux prisonniers politiques au Chili – Jura Chili solidarité avec les victimes de la répression, liberté pour les prisonniers politiques

Petizione delle chiese svizzere per sostenere il Comitato del popolo in Cile [in ted. “petizione alle chiese”…] s.d.

Comitato di aiuto dei prigionieri politici in Cile Minusio Lista interessati patrocinio (9.11.1976)

UC Feuille d’information nov dec 76

CAP, Foglio d’informazione n. 2 , dicembre 1976

Gruppo Genitori Massagno, Statuto 24 giugno 1977

Le Comité Suisse pour la defense des prisonniers politiques au Chili vous appelle a soutenir ces campagnes de solidarité avec le peuple chilien, documento del 1977?

Coordination, documenti campagne nationale en faveur des prisonniers disparus au Chili (lettera alla stampa, elenco giornali, comunicato, luglio 1977)

Coordination, documentazione Cile, dossier ciclostilato 1977?

Comunicato stampa “1a Conferenza europea dei comitati di sostegno al popolo saharaoui (novembre 1977) + opuscolo Aiuto al popolo sahraui del Comitato ticinese di sostegno al popolo sahraui, Lugano

Manifesto “Fête de la guitare d’Amerique du sud”, Centro autonomo di Bienne 19 dic. ?

Manifesto Chile-Woche 5-9 dicembre 1977 (Comité de soutien aux prisonniers politiques au Chili)

Chili Information dicembre 1977 Lettre de presentation aux comités suisses se soutien aux prisonniers politiques au Chili

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC] Einladung zur nationalen Koordinationssitzung, 9 Januar 1978

Convocazione alla riunione del coordinamento 25 gennaio 1978

Ciclostilato Urgent Amérique Latine Bureau de Geneve: appello al sostegno (1978)

Tortura Internazionale, Bellinzona invito alla collaborazione e presentazione febbraio 1978

Intergruppo invito alla riunione del 23 febbraio 1978

Verbale del coordinamento nazionale Cile del 29 gennaio 1978 e invito al prossimo coordinamento

Africa oggi, verbale della riunione del 23.2.1978 (sembrerebbe che c’era l’intenzione di invitare Myriam Makeba per uno spettacolo)

Fotocopia (Politica Nuova 31 marzo 1978) Comitato ticinese di sostegno alla mensa popolare

Volantino film Nicaragua revolucion 1978, UC

Pro memoria della riunione dell’Intergruppo dell’11 aprile 1978

Plateforme du Comité de soutien aux prisonniers politiques au Chili – Bienne 22 mai 1978 - Plattform

UC 25.6.78 Appel a une coordination nationale des comites pour le Chili (manoscritto copiato)

Volantino Hungerstreik der Chilenen in Chile und bei uns, 7.6.1978 + Erklärung des Erzbistums von Santiago + Erklärung zum Hungerstreik von Chilenen del 2.6.1978

Bureau suisse pour le développement de la solidarité avec le peuple chilien – annuncio di una iniziativa del SCI in favore delle persone scomparse in Cile 5 luglio 1978

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Volksküchen in Chile, 1978

Bureau suisse pour le développement de la solidarité avec le peuple chilien – Chili information Communication de travail 2 juillet-aout 1978

UC, Informationsblatt n. 9

Documento di analisi dello sviluppo della situazione politica in Cile [Entwicklung der politischen Situation]!, supplemento all’Informationsblatt (ottobre 78) dell’Unterstützungskomitee für die politischen Gefangenen in

Chile, Bienne [UC]

CPC volantino Journée de solidarité avec le peuple chilien 7 ottobre 1978

UC Informationsblatt Weihnachten 1978: lotte sindacali in Cile, bilancio delle attività

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC] Chile 78/79 Information zur Situation der politischen Gefangenen

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC], Projekt Fotoatelier + altri progetti 11 dicembre 1978

Keine Sturmgewehre für Mörderhände in Chile, Appello di Samuel Andres 1978?

PS CNR, Unterstützt die Oppositionspresse gegen die chilenische Militärjunta, 1978?

Chili Information, lettera circolare sulla riconversione della pubblicazione, dicembre 1978

KPC Einladung zur nationalen Koordinationssitzung + Vorschlag für die Bildung einer Kommission der Nationalen Koordination der Chile-Komitees, 16 Januar 1979

Ciclostilato UC Campagne Argentine, marzo 1979

Verbale della riunione dell’intergruppo 8 marzo 1979 + ciclostilato Les secrets du secret bancaire suisse (convegno liceo Lugano)

KPC Invito e documentazione per l’incontro nazionale di coordinamento giugno 1979

Volantone bilingue tedesco-francese UC Paraguay, 1979

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC], bollettino 1979

2 Petizioni al governo cileno concernenti vittime della repressione in Cile, ciclostilato, 1979(?)

Ciclostilato Comité de la culture chilienne per l’abbonamento a Special Amerique Latine, 1979

Risposta di Alberto Schriber a nome del Comitato all’invito al 5° Festival di Politica Nuova, 16 settembre 1979

Appello del Comité pour la défense des droits de l’homme et des prisonniers politiques en Colombie (1980?), fotocopia con cartolina alla Presidencia del Senado Bogota

Documento ciclostilato sulla repressione in Perù “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” di Silvana e Luca Buzzi febbraio 1980

Komitee zur Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Bollettino, 25 Februar 1980

Lettera manoscritta fotocopiata di Niklaus Giger per il Comitato ai comitati del Coordinamento nazionale Cile del 28.3.80

Unterstützungskomitee für die politischen Gefangenen in Chile Chili-Amerique latine – invito a una discussione, s.d.

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Zürich [KPC], volantino Mir mached es Konzert für Chile 6.6.80 (con Martin Heiniger e metà dei Rumpelstiltz)

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Informationsblatt giugno 1981,

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Chile – Unsere Solidarität? 1980

Politica Nuova, 6° festival, invito con programma 2 sett. 1980

Comité de soutien aux prisonniers politiques chiliens, Bollettino ciclostilato 1980

Comité de soutien aux prisonniers politiques chiliens (CSC] La unidad nos dara la victoria!, feuille d’information mars 1981

Coordinamento nazionale Cile, Chili 1980 Journée de la liberté (bilingue t/f)

Coordination nationale pour le Chili aprile 1980, annuncio di azioni di solidarietà, petizione e programma

CSC volantino A l’opinion publique de Neuchâtel et environs sulla repressione in Cile febbraio 1981

Lettera ciclostilata per il rispetto dei diritti umani al ministro dell’interno cileno (1981?)

Lettera ciclostilata per il rispetto dei diritti umani al ministro dell’interno cileno (s.d.) e appello urgente (caso Troncoso, Aravena, Sandoval Torres)

Volantino Dringende Mitteilung sulla condanna a morte di detenuti in Cile (n.f.) 2 marzo 1981

Komitee zur Verteidigung der chilenischen Kultur, Internationale Solidarität (volantino) + petizione indirizzata a Pinochet contro la condanna a morte di 5 oppositori, s.d.

UC invito al coordinamento nazionale (manoscritto fotocopiato) 29.8.81 + notas para la discucion de la situation chilena (dattiloscritto)

Comité de soutien aux prisonniers politiques chiliens (CSC], Informationsblatt Dezember 1981

Ciclostilato Symposium de la solidarité “Comment continuer?” di Richard Helbling, ottobre 1981

Invito al Symposium de la solidarité 1982

Volantino Aktion Finanzplatz Schweiz – Dritte Welt Symposium der Solidarität Deine Bank mein Schicksal das Beispiel Südafrika 27 marzo 1982

Comité de soutien aux prisonniers politiques chiliens Feuille d’information avril 1982

Circolari dell’Aktion Finanzplatz Schweiz-Dritte Welt dell’aprile 1982

Opuscoletto Chili-Radio Liberacion CSP 1982?

Opuscoletto Radio Liberation Chile CSP 1982?

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile, Bienne Action urgente – noël 82

Komitee für die Befreiung der politischen Gefangenen in Chile

Edilizia Svizzera, aprile 1983 n. 9

Comité de solidarité Nicaragua El Salvador Neuchâtel Annuncio brigata di lavoro in Nicaragua, maggio 1983

Volantino Marche de protestation contre l’intervention US en Amérique centrale, Berna 24 giugno 83

Lettera ciclostilata al ministro cileno dell’interno del 20 maggio 1084 sull’arresto del Direttivo nazionale dell’organizzazione del popolo Mapuche

Appello urgente contro l’arresto di Rafael Maroto e Jose Sanfuentes e lettera al ministro dell’interno

Lettera ciclostilata al Presidente della corte Suprema del Cile sulla condanna a morte di Herrera e Arellano, ottobre 1984 + relativo volantino Appel Urgent

Appel Urgent del Comité de solidarité avec le peuple chilien, 25 gennaio 1985

Lettera ciclostilata al brigadiere generale Rojas in merito a 2 casi di scomparsa, settembre 1985

Lettera ciclostilata a varie autorità cilene in merito a diversi arresti, 1985


Mappetta contenente documenti della “Freiplatzaktion für Chile-Flüchlinge – Azione posti liberi”

Contiene per lo più documenti del gruppo regionale di Sciaffusa ma anche documenti del Comitato di Soccorso ai Profughi Cileni del Pastore Guido Rivoir*, tra cui i ciclostilati lettera agli aderenti all’azione “posti gratuiti a rifugiati cileni” e “alle comunità cristiane del Ticino e del Grigione italiano” (1975?), la documentazione Dokumentation zur Flüchtlingsbetreuung della Freiplatzaktion Ortsgruppe Biel 1974/75, l’Arbeitsbulletin 3 del Verein di Berna.


* https://www.levitedeigiusti.ch/it/guido-rivoir; https://www.scrittibaratti.ch/storie-e-storia/piccole-storie/item/71-gridare-alto-e-forte-non-dimenticate-2018


Mappetta contenente ritagli di giornale 1976-1977 concernenti la situazione in Cile

Prevalentemente Corriere del Ticino, NZZ, Corriere della sera, Tages-Anzeiger


Mappetta contenente la documentazione per l’organizzazione del concerto del complesso cileno KARAXU nel 1977 (CAP)

Comunicato stampa, conteggio spese, permessino, appunti manoscritti, concessione sala Trevano, invito ai partiti di sinistra, richiesta di rimborso (lo spettacolo non ha avuto luogo perché il complesso è arrivato in ritardo), scheda di presentazione del Conjunto Nueva Trova Karaxu (vicino al MIR), circolare della Jefatura Nazional Encargado de A.G.P 1976 sulla nuova tournée svizzera del gruppo (del 21 dicembre 1976)


Mappetta contenente il Bollettino d’informazione

n. 1 Comitato Cile Muralto ottobre 1973

n. 2 Comitato Cile sez. Ticino ottobre 1973

n. 3 Comitato Cile ottobre 1973

n. 4,5,6-7, 8, 9-10, 11-12-13, 14-15 Comitato ticinese di sostegno alla resistenza del popolo cileno


Mappetta contenente giornali e documenti vari/1

Cile notizie (Milano) n. 0 1975 e 2 1976

Bollettino della resistenza supplemento speciale – I detenuti non riconosciuti

Cité nouvelle n. 579 1976

Cultrun 5 maggio 1976, febbraio 1976,

CUT Informa Central Unica de Trabajadores – numero especial de anniversario “23 anos en la lucha por la justicia y la libertad 20 marzo 1976?

Septembre Sangriento Unidad Revolucionaria ML 1980, n. 11

Manifiesto del frente Patriotico de Liberacion nacional de Chile, Suiza settembre 1980

Bolivia y Chile, lecciones del golpe, dos documentos de las secciones boliviana y chilena de la Cuarta Internacional, Partido Socialista Revolucionario Zürich settembre 1980

Chile-Lateinamerika Solidaritätsgruppe Zürich MIR – Nachrichten vom Widerstand 1979, n. 7

Solidaridad con Chile – Kämpfendes Chile n. 7 1976

El Rebelde dans la clandestinité, settembre 1974 n. 100 + 104, 109, suppl. 109, suppl. 111

Bollettino della resistenza 3-4 novembre-dicembre 1974


Mappetta contenente giornali e documenti vari/2

Solidarität SKAAL 9, 12,13,14,15, 16-17

Nord-Sud, periodico del movimento di controinformazione sul sottosviluppo gennaio 1980, n. 1

Nicaragua Informacion (Discurso pronunciado por el comandante de la revolucion, Daniel Ortega. Managua 1985, Principales programas y logros, El bloqueo comercial, Breve introducion a Nicaragua Esfuerzos de paz de Nicaragua, El armamentismo en Centroamerica)

America Centrale, Bollettino del Comitato di solidarietà con il Centro-America/sez. Ticino, n. 2, n. 3 1983

Actualités i3m n. 2 20 luglio 1981

Amerique Latine 5/79

America latina in lotta 29 aprile 1976

Liberté pour les marins du peuple chilien, Comité de défense des prisonniers politiques au Chili, Paris (1975?)

Correos de Centroamerica, Zurigo, n. 48 1987

Komitee zur Verteidigung der chilenischen Kultur, Zürich, documentazione (contiene tra l’altro il progetto Menschen der Erde – Mapuche, Cile), 1982

MIR Exposicion y anexos sobre la situation de los derechos humanos en Chile, 1975

Chile, september 1983


Mappetta contenente il Bollettino Chili Information del Bureau suisse pour le développement de la solidarité avec le peuple chilien

Bulletin n. 1 (dicembre 1977), 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 (marzo 1979)

Communication de travail n. 1

Groupes parrainages febbraio 1978


Mappetta contenente Chili – feuille d’information del Comité de solidarité avec le peuple chilien, in precedenza Comité de soutien aux prisonniers politiques chiliens + Feuille d’information du comité de soutien aux prisonniers politiques au Chili di Bienne

Feuille nov. 76, septembre 78, septembre 79, octobre 82, fevrier 83, mai 83, septembre 83, juin 84, numero non datato (fine 1984?), marzo 85, septembre 85

Feuille di Bienne, août- sept 76, nov.dec. 76, n. 9 (78?)


Collezioni riviste

Bollettino Venceremos Suecia, Partido Socialista de Chile (n. 62-63, 1976 73-89 1976, poi 108, 1977 110-118 1977

Chile Nachrichten (dal n. 23 del 1975 al 50 del 1977, numeri sparsi); poi Lateinamerika Nachrichten, dal 69 (1979) al 204 (1991); collezione incompleta.



Peter

Bollettino: Bollettino 19

Gerold Meyer, socialista e pacifista

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 18/2021)

Nel 1960 vede la luce a Brione sopra Minusio una comunità pacifista ma non, come si potrebbe pensare, per iniziativa di giovani proto hippy bensì di un ormai sessantenne docente, Gerold Meyer di Zurigo, un tolstoiano ispirato dal socialista cristiano Leonhard Ragaz, coerente pacifista e fautore di un socialismo di matrice proudhoniana fondato sull’associazione di individui e sulle cooperative di produzione e di consumo.

Orientato all’educazionismo, assieme a sua moglie Leni promosse campi di lavoro del Servizio Civile Internazionale, campagne contro le iniziative xenofobe dirette contro i lavoratori italiani in Svizzera nonché il “Cantiere della gioventù”, una sorta di centro sociale temporaneo a Locarno. Alla fine, il centro pacifista del “Casale al bivio” contava 5 o 6 case abitabili in parte ricavate da rustici e un grande salone. Oggi il centro non esiste più. Dopo la morte di Leni e Gerold Meyer la colonia è stata smembrata, lottizzata e alienata. Come invece è risultato evidente in quest’anno del 50° del Cantiere della Gioventù, quest’esperienza rimane vivissima nel ricordo non solo nel Locarnese ma in tutto il Ticino. Per l’occasione, in maggio il Circolo Carlo Vanza ha attinto ai materiali in archivio per organizzare una mostra dedicata al “Centro sperimentale del tempo libero”, com’era ufficialmente chiamato il “Cantiere” di Locarno. Alcuni di questi materiali provenivano dalle 4 scatole depositate al CCV e contenenti un piccolo ma non irrilevante “Fondo Meyer”. Elenchiamo in questo Bollettino il materiale disponibile presso la nostra biblioteca che va ad aggiungersi a quanto presente nei due grandi archivi tra i quali è suddiviso il copioso lascito Meyer.

Nota biografica

Gerold Meyer nasce a Zurigo il 24 novembre 1900. Escluso dall’Università di Zurigo per la pubblicazione del giornale antimilitarista “Nie wieder Krieg” (Mai più guerra), dopo la sua formazione al seminario di educazione curativa, negli anni 1924 e 1925 lavora in strutture ricreative per apprendisti in Austria perché nel suo Cantone era stato colpito dal divieto di esercitare la professione a causa del suo orientamento pacifista . Nel 1926 è assunto come insegnante in Prettigovia. Lo stesso anno sposa Leni van Hasz, una nipote di Herman Greulich. Negli anni 1930-1950 insegna a Zurigo, inizialmente in classi speciali. La sua attività nel campo della danza, del teatro e della musica in quanto compositore, paroliere, poeta e sceneggiatore, è parte integrante del suo lavoro con i giovani, sia in ambito scolastico che all’esterno della scuola. A partire dalla fine della seconda guerra mondiale l’attività teatrale con i giovani diventa pian piano la sua attività principale. Mette in piedi teatri mobili su tram, battelli e treni, ed il ricavato degli spettacoli è spesso devoluto ad istituzioni caritatevoli (Villaggio Pestalozzi, vittime della guerra, ecc.). Pacifista, socialista, ambientalista, antimilitarista, Gerold Meyer è una persona dagli interessi e dalle abilità poliedriche, attiva in molti ambiti diversi: fondatore del giornale socialista Nie wieder Krieg (Mai più guerra) e del Servizio Civile Internazionale, ideatore e fondatore della casa di vacanza per bambini Mösli (dei Falchi Rossi), membro di comitato e di alcune commissioni del Villaggio Pestalozzi, membro del comitato dell’Arbeiterkulturwoche di Zurigo, promotore del Cantiere della Gioventù (1971) e degli Incontri per la Pace di Locarno. Dal 1953 i coniugi Meyer iniziano la ricerca di un luogo da destinare alla promozione della vita comunitaria. Alla fine degli anni 1950 comperano i terreni di Casale al Bivio a Brione sopra Minusio, dove si trasferiscono all’inizio degli anni 1960. Casale al Bivio diventa un ritrovo per giovani pacifisti e antimilitaristi. Varie istituzioni (Guttempler, Kinderfreunde, Servizio civile internazionale, ecc.) partecipano alla costruzione e alla manutenzione del luogo, o vi soggiornano come ospiti. Gerold Meyer muore il 29 ottobre 1990 a Brione.

Scatola G. Meyer I

Mappetta di documenti vari, in particolare 1 copia della rivista “Neue Perspektiven” del Consiglio mondiale della pace, n. 3/1982, alcune fotocopie di un ampio articolo di giornale a firma Walter Leiggener dedicato a Meyer e al Casale al Bivio (Ein Haus der Freundschaft, ein Vulkan der Freiheit, Tages Anzeiger 6 settembre 1979, p. 53), un ciclostilato di pubblicizzazione del libro Rettet die Schweiz – Schafft die Armee ab! [Salviamo la Svizzera – aboliamo l’esercito] di H. A. Pestalozzi firmato Hilde Eberhard, una copia (n. 109) dell’A-Bulletin (una rivista libertaria svizzera di cui varie annate sono disponibili a CCV) indirizzata a Gerold Meyer, i fogli 2 e 3 del verbale dell’assemblea del sindacato GKEW del 1980.

Volantino del Bund der Kriegsdienstgegner Oesterreichs (aderente all’organizzazione anarchicaBund herrschaftsloser Sozialisten BhS) con un appello al rifiuto del servizio militare (forse anni venti, essendo il Bund stato fondato nel 1921).

Volantino “Der Kriegsdienstgegner” sempre del Bund der Kriegsdienstgegner Oesterreichs, estate 1929.

Mappetta di documenti vari contenente un volantino del Partito Socialista Svizzero dal titolo “Wer regiert in der Schweiz” [Chi governa in Svizzera], pres. 1943, una busta (vuota) indirizzata a Emil Landolt (sindaco liberale di Zurigo dal 1949 al 1966, 1 dispensa Grundfragen der Wirtschaft [Le basi dell’economia] dell’Escherbund, una organizzazione che si definiva socialista libertaria sulla base delle idee del socialismo religioso di Ragaz.

Mappetta di documenti vari contenente 1 copia del Bollettino dell’Internazionale dei resistenti alla guerra Der Kriegsdienstgener del 1936 (n. 40), 1 copia del giornale Der Religiöse Sozialist, Mannheim 22. nov. 1931, 1 copia del giornale Die Sonntags-Zeitung (Stoccarda n. 51 1925) con un appello al rifiuto del servizio militare, 1 ciclostilato dell’AIDE Internationale de l’education socialiste, 1 lettera scritta a macchina datata 14.5.81 del chimico A. Davidsohn di Locarno (che ha lasciato alcuni volumi della sua biblioteca al CCV) a Gerold Meyer in cui menziona l’organizzazione di una manifestazione contro la guerra e il riarmo a Locarno e auspica la creazione di un servizio stampa del PS e del Partito del Lavoro su tema del riarmo, 1 volantino d’invito a partecipare alla “grande manifestazione svizzera per la pace e il disarmo” a Berna il 5 dicembre 1981 a firma Comitato Disarmo e Pace Ticino (Luigi Pelossi, Luca Buzzi, Mattia Lepori, Rolando Schärer e Albert Bolliger)

Mappetta di documenti concernenti L’organizzazione LASKO (Landesverband Schweizerischer Kinderfreunde-Organisationen, una federazione di organizzazioni per l’educazione socialista di cui facevano parte anche gli scout socialisti Falchi Rossi), vale a dire 1 ciclostilato Thesen des Lasko zur sozialistischen Erziehung [Tesi sull’educazione socialista] dell’aprile 1948, circolare del 6.1.70 del Direttivo Lasko alle sezioni con questionario in vista della revisione delle tesi sull’educazione socialista, appunti a mano (pres. di Gerold Meyer) e a macchina relativi a detta revisione (educazione alla salute fisica e psichica), il regolamento degli educatori (che devono professare l’ideale socialista) e una matrice (di piombo?) con l’immagine di un gioco.

Mappetta di documenti vari con l’opuscolo Anleitung für Leiter und Mitarbeiter in Ferienkolonien (1940) della Arbeiter-Kinderhilfe der Schweiz, 1 leporello del Sozialistisches Jugendwerk (che promuove “il raduno dei bambini proletari per la loro educazione nello spirito dell’ideale socialista”) intitolato Freundschaft e la custodia (vuota) presumibilmente di cartoline della “schweizerische Arbeiterkinderwoche” (1920)

Volantino “Tötet den Krieg, sonst tötet er Euch!” (Uccidete la guerra, altrimenti la guerra ucciderà voi] della Schweizerische Zentralstelle für Friedensarbeit (prob. metà anni venti).

Mappetta contenente un appello al sostegno della Schweizerische Zentralstelle für Friedensarbeit (nel cui comitato troviamo tra altri Pierre Cérésole, Leonard Ragaz e Gerold Meyer); una busta chiusa intestata “Ernstes Wort an unsere Soldaten” e un elenco di pubblicazioni pacifiste della “Pazifistische Bücherstube Zürich” del dicembre 1932.

Volantino di convocazione di una manifestazione “Gegen Krieg und Kriegsdienst” [Contro la guerra e il servizio militare] della Zentralstelle für Friedensarbeit (presidente: L. Ragaz). s.d., pres. anni Venti)

Busta contenente alcuni numeri (1-8, 1919, forse la serie pubblicata completa; collezione rarissima se non unica) del giornalino anarchico (così lo definisce lo storico anarchico Werner Portmann) Freie Sozialistische Blätter pubblicato a Zurigo. Si tratta della espressione della corrente libertaria, in parte religiosa, all’epoca molto presente all’interno della socialdemocrazia (basti pensare a Brupbacher e Faas-Hardegger)

Lettera circolare del Presidente della Commissione di lavoro dell’Associazione Villaggio dei Bambini Pestalozzi del 16 nov. 1948 a G. Meyer (cofondatore del villaggio) con l’invito a esaminare la bozza degli statuti (allegata).

Mappetta contenente alcuni materiali relativi alla Settimana di Cultura Operaia organizzata dal 12 al 29 marzo 1944 a Zurigo e il cui comitato organizzatore era presieduto da Gerold Meyer (depliant di presentazione della mostra “Das politiche Plakat im Wandel der Zeit”, un libretto di citazioni della Genossenschaftsdruckerei Zürich, il programma e l’elenco dattiloscritto degli artisti invitati)

1 copia dell’annuario “Die Zukunft” dell’organizzazione giovanile socialista svizzera (1914)

Verbale dattiloscritto della riunione costitutiva del Comitato “Nie wieder Krieg – Schweizerische Zentralstelle für Friedensarbeit” del 25 maggio 1924 a Olten.

Volantino Le service civil firmato Pierre Cérésole, Almanach socialiste 1926

Opuscolo di Pierre Cérésole, En Allemagne et aux Indes pour la paix, Secrétariat du service Civil International La Chaux-De-Fonds 1934

Verbale dattiloscritto di una riunione della Schweizerische Zentralstelle für Friedensarbeit del 14 nov. 1925 con alcuni interessanti considerazioni da un punto di vista libertario e sindacale contro la rivendicazione di un servizio civile.

Appello “Freiwillige für Someo” (il 24 settembre 1924 due frane investirono Someo causando dieci vittime e danni ingenti) degli “Amici del Servizio Civile” (tra cui Meyer)

Elenco ciclostilato di obiettori che hanno rifiutato il servizio militare o il pagamento della tassa militare tra cui G. Meyer.

Opuscolo Kämpft für den Frieden! Unterstützt die Völkerbundsanktionen! (a favore delle sanzioni economiche della Società delle Nazioni contro l’Italia per l’aggressione all’Abissinia [Eritrea] nel 1935 a cura della Jugendgemeinschaft Nie Wieder Krieg

Opuscolo “Die Schweizerischen Jungburschenvereine” (Rassegna delle organizzazioni giovanili socialiste in Svizzera), Zurigo 1909 Grütli Buchhandlung

Alcuni numeri sparsi della Rivista Regeneration (1981-1983) del Movimento per la Riforma della Vita o Movimento per una vita sana, di orientamento vegetariano e vegano; il n.2+3 1981 contiene un invito per l’apertura del Casale al Bivio (Pentecoste 1981)

Diversi numeri del giornale Nie Wieder Krieg! Della Jugendgemeinschaft Nie Wieder Krieg (Zurigo), ossia: 1929 n. 7, 8; 1930 n. 7; 1931 n. 6?,7, 8, 12; 1932 n. 7, 8/9; 1935 n. 6 (con inserto Der Kriegsdienstgegner n. 37), 7/8; 1936 n. 7/8, 9, 10, 11, 12; 1937 n. 1,2, 12

Opuscolo Rapport officiel des déclarations er des pétitions présentées par le comité du désarmement creé par les organisations féminines internationales a la conférence du désarmement, Genève 6 février 1932.

1 numero del giornale Die Menschheit n. 21 1924 edizione speciale Nie wieder Krieg; poesia di Ernst Toller in prima pagina.

Scatola G. Meyer II

Programma della Gesellschaft für spanische Kultur (antifranchista, con la partecipazione di R. Kegi-Fuchsmann del Soccorso Operai Svizzero) gennaio-maggio 1938

Rivista Defense de la paix, gennaio 1953: contiene un articolo di Sartre: on ne construit rien dans l’abstrait.

Mappetta con materiale vario: opuscolo “2. Oktober Zivildiensttag” (prs. 1982) con all’interno elenco manoscritto forse di partecipanti del Locarnese e 1 cartolina antimilitarista firmata ed. anarchici ticinesi, 1 copia della rivista Spot della Junge Kirche Schweiz dedicata all’omosessualità, 1 fattura Società Commerciale del 1982 a G. Meyer, leporello “Il razzismo nei libri per la gioventù”della Dichiarazione di Berna, programma del seminario “Una pedagogia per la pace” 1983 della federazione svizzera delle associazioni giovanili FSAG a Locarno o Bellinzona, rivista Terre des Hommes, dicembre 1984, rivista Amnesty Magazin 10 1982 e 6 1984, Bulletin romand Amnesty International 5 1988, giornale HEKS Nachrichten 195 1982, 2 volantini Schweiz. Arbeiter-Hilfswerk (Soccorso Operaio) per l’invio di pacchetti di aiuto in Paesi sofferenti (Colis Suisse) 1947

Mappetta con materiale vario: volantini d’invito alla proiezione di film naturisti del Lichtbund (unione dei nudisti, che predicava anche l’astinenza da alcool e tabacco e il vegetarismo), velina della lettera di X alla redazione (“compagno Nobs”) del Volksrecht di Zurigo del 30.5.32 con l’invito a pubblicare una recensione di film naturisti sottoposti a censura (Sonnenmenschen e Lachendes Leben) + lettera di Eduard Fankhauser (Presidente Lichtbund) a G. Meyer concernente l’organizzazione della proiezione dei film a Zurigo, volantino pubblicitario per corsi su piante officinali del Rat der Natur 1981, volantino pubblicitario dello studio biomassaggio Müller di Soragno-Davesco, s.d., informazione stampa dell’associazione svizzera per la salute pubblica VG sugli alimenti biologici, sett. 1978, 1 copia del giornalino “Abstinenter Sozialist” (il socialista astemio) n. 10 1964

Classificatore contenente i verbali delle riunioni di Comitato e assemblee del Verein für Volksgesundheit (Associazione svizzera per la salute pubblica) di Locarno dal 1936 al 1951.

Classificatore contenente i verbali delle riunioni di Comitato e assemblee del Verein für Volksgesundheit (Associazione svizzera per la salute pubblica) di Locarno dal 1951 al 1961.

Opuscolo “nieder mit den neuen Zaren!, Verlag für Fremdsprachige Literatur, Peking 1969

1 busta contenente diversi biglietti di mezzi di trasporto pubblici obliterati

1 busta contenente diverse cartoline postali

1 copia (messa molto male) del quotidiano socialdemocratico Volksrecht del 17 gennaio 1951

Opuscolo anonimo “Possibilità di guerra della Germania” [basato su un libro di Jvan Lajos, “uomo di destra”] del 1939).

Cartolina di Wiener Neustadt con saluti indirizzata a G. Meyer del 1974

Mazzetto di fotografie raffiguranti: vista sul lago dal Casale al Bivio; sala degli archi della Casa dell’Amicizia; manufatto di pietra (?); rustico diroccato (?); casa di Leni e G. Meyer; entrata; rustico; piscina (?); casa dei Meyer ?; Casa dell’Amicizia; Casa dell’Amicizia; rustico; rustico; vista sul lago.

Opuscolo L’humanité doit choisir di E.H.S. Burhop, Conseil Mondial de la Paix 1955

Opuscolo Le désarmement et les armes atomiques, Assemblée Mondiale de la Paix Helsinki 1955 (estratti dei discorsi, tra altri di Sartre e Russell)

Opuscolo Wenn Neid und Missgunst die Feder führen… Föderativverband des Personals öffentlicher Verwaltungen und Betriebe/Union fédérative du personnel des administrations et des entreprises publiques, pres. 1938.

Mappetta di corrispondenza e documenti vari: lettera di P-E. Wyss, Pregassona del 1981 in cui propone di rafforzare i rapporti tra il Casale e lo Chalet Märliwald Arosa forse ispirato a Krishnamurti + programma della settimana di studio Neue Wege in der Erziehung; lettera manoscritta di Pierre Cérésole d’accompagnamento all’invio di una pubblicazione (su Someo) a un Consigliere nazionale amico del servizio civile (pres. Greulich) del 14 ottobre 1925; Tätigkeitsbericht (rapporto annuale) della Schweizerischen Zentralstelle für Friedensarbeit per l’anno 1932 con circolare d’accompagnamento; circolare d’invito a compilare un questionario della Schweizerische Zentralstelle für Friedensarbeit s.d. con allegato, invito all’assemblea generale del Gruppo di Zurigo della Internationale Frauenliga für Frieden und Freiheit, s.d., volantino ciclostilato della Arbeitsgemeinschaft antimilitaristischer Zürcher Lehrer (Comunità di lavoro dei docenti antimilitaristi di Zurigo), pres. 1932, velina dattiloscritta della Schweizerische Lehrervereinigung für Friedensarbeit su questioni organizzative, l’organizzazione di una Giornata della pace nel maggio 1932 e un giro di conferenze del pacifista tedesco Waldus Nestler, documento Arbeitsprogramm per il servizio civile (dic. 31), volantino cicl. d’invito a un corso di Impegno per la pace del Jugendheim Feldis, 15 agosto 1929, leporello di presentazione della Casa Solidarietà di Cavigliano, cartolina di auguri di buone feste da parte dell’Internazionale dei Resistenti alla Guerra con un elenco di obiettori in carcere in vari Paesi del mondo (in Svizzera: Emile Ith, Edouard Liechti, Andreas Martig) indirizzata a G. Meyer, circolare di sollecito di pagamento dei contributi annui della Schweizerische Zentralstelle für Friedensarbeit del dicembre 1927, circolare ciclostilata confidenziale firmata da Cérésole in vista del lancio di un’iniziativa per il disarmo del 9 gennaio 1926 e relazione stampata confidenziale del febbraio 1926 dell’incontro in cui si è decisa un’iniziativa per il disarmo completo della Svizzera.

Volantino “Wegleitung zur Durchführung der Zivildienst-Petition” [Guida per la raccolta di firme per la petizione per il servizio civile] del Zivildienst-Petitions-Komitee con appunti manoscritti su alcuni fogli, presum. di G. Meyer in occasione di una riunione.

Opuscolo Worte von Herman Greulich (pubblicazione in occasione della mostra per il centenario della nascita) con dedica autografa di Leni Meyer

Opuscolo progetto Schifftheater (Schiffszeitung Zürisee)

Busta con locandina Tramtheater e 4 foto del tram e dello spettacolo

Mappetta contenente diversi documenti riguardanti lo spettacolo per ragazze e ragazzi Bottega di bambole di G. Meyer, tradotto da Elmo Patocchi, con ricavo devoluto al Servizio Civile Internazionale per l’opera a favore dei sinistrati siciliani (maggio 1968) con rassegna stampa.
Mappetta contenente il copione dello spettacolo Das Karussell Kommt! di Gerold e Rolf Meyer e la traduzione in italiano dello spettacolo nonché un servizio con foto sulla rivista Die Woche 39 / 55.

Copione del radiodramma D’Rytschuel chunt di Gerold e Rolf Meyer, Radio Zürich , in onda il 23 aprile 1954.

Mappetta con copione del Tram Theater e rivista Heim und Leben 1945 n. 51 con servizio sul Tram Theater.

Mappetta con locandina e foto Eisenbahn Theater (di G. Meyer).

Scatola G. Meyer III

Cartolina di auguri di buone feste degli educatori e alunni del Centro educativo italo-svizzero Rimini 1960.

Busta di cartoline raffiguranti Fidus nell’atelier, Fidus: “Ardente chiar di luna” Fidus: “Ragazzo in ginocchio”, Fidus: “Rosaspina”, Fidus; “Non uccidere”, Fidus: “Danza del tempio dell’anima”, Fidus: “Altalena di Liane”, Fidus all’opera, Fidus: “Danza del tempio dell’anima II” [Fidus faceva parte della comunità di artisti del Monte Verità e avrebbe più tardi aderito al nazismo].

Serie di cartoline postali Hartmanswillerkopf (monumento nazionale ai caduti)

Serie di opuscoli di letture per l’infanzia Schweizer Jugendschriften 1-6, Berna 1922

Dattiloscritto Gandhi et les quakers di Carl Heat.

Volantino “Vers l’esprit de paix” (Alice Descoeudres, Ginevra)

Foglio con testi e musiche di canzoni ribelli (anni 70?)

Busta contenente materiale informativo del Comitato d’iniziativa per un autentico servizio civile (1982)

Lettera ciclostilata di G. Meyer a vari negozi per ringraziarli di non aver accolto nell’assortimento natalizio giocattoli bellici

Foto a colori di alcuni giovani in costume seduti sul bordo della piscinetta di Casale al Bivio

Opuscolo Someo, Service Civil Volontaire par Hélène Monastier, Centre suisse d’action pour la paix Zurigo 1925 con dedica autografa di Cérésole a Greulich

Mappetta contenente l’opuscolo The International 1864-1924, Londra 1924

Giornale Der Falkentrommler, mensile dei Falchi Rossi del Canton Zurigo 11/1932

Busta indirizzata a G. Meyer di Jasmin Al-Obaidi (Germania) contenente una foto (di lei), una lettera del 1983 in cui chiede di poter soggiornare al casale, una foto a colori di G. Meyer (in cucina?), una foto a colori di G. Meyer con un ragazzo.

Una cartolina di Larzac a firma Felicia di saluti a G. Meyer in cui racconta di soggiornare in una comune nonviolenta gandhiana che pratica agricoltura biologica (20.8.82)

Cartolina di Natalie Peterson Luethi a G. Meyer del 1954

Giornale Das Feuer – Zeitung der Arbeitenden Jugend , n. 2 1938

Opuscolo Friedrich Engels pubblicato in occasione della mostra dedicata a Engels dal Sozialarchiv nel 1945

Volantone United Nations Day 24 october 1963

Manifesto Servizio civile per costruire la pace 2 ottobre 1982 Cantiere nazionale per il servizio civile Manifesto Zivildienst in action Schweizer Einsätze 1979 Servizio Civile Internazionale

Cartolina di Toni Lanzendörfer d’accompagnamento alla proposta di un volantino (1981)

Documento “Kriegszeug ist kein Spielzeug” della Arbeitsgruppe Erziehung zum Frieden Lucerna dic. 81 con proposte di volantino

Cartolina (di nozze?) di Leni Van Hasz e Gerold Meyer

Leporello Rimini della Società degli amici del Giardino italo-svizzero Pro Rimini

Cartolina Freiheit für Chile

Rivista Sozialistische Erziehung n. 9/10 1970

1 numero del giornale Der Aufbau, organo della nuova associazione sociale-religiosa n. 43 1964

Programma dell’assemblea generale della Arbeitsgemeinschaft “Wir wollen nicht zu Tode verteidigt werden!” 1982

Mappetta contenente una cartolina dedicata ai martiri di Chicago “für Wahrheit und Recht”, cartolina postale indirizzata a Hermann Greulich dal redattore del Labour leader di Manchester del 1912 per sollecitare un contributo, cartolina postale vergine Briefkaart con bollo Ned. Indie

Opuscoletto Die Weltrepublik dedicato dall’autore M. Rotter a G. Meyer 19(2)4

Giornale “Nie wieder Krieg della Schweiz. Jugendgemeinschaft “Nie wieder Krieg”,12/1925

Mappetta contenente un’ampia documentazione relativa ai progetti Begegnung europäischer Jugend 1951 e La gioventù unisce l’Europa del 1952 con progetti, leporelli, programmi, volantini, fotografie, giornali, il copione dello spettacolo teatrale “Das Spiel vom gleichen Boot” e numerosi giornali d’Europa con servizi e articoli sull’iniziativa.

Scatola G. Meyer IV

Lettera di ? a Leni e Gerold Meyer del 1963

Busta con cartoline “Für ein Arbeiterkinderheim” (1931)

1 rivista Rote Revue 11/12 1924

1 rivista JugendBorn, Monatsschrift für Sekundar- und obere Primarschulen 5/6 1911

Opuscolo elettorale “Der Arbeit ihr Recht” del PSS e dei sindacati, 28 ottobre 1951

1 giornale (gravemente danneggiato) Der VHTL – 1 Mai 1942

1 busta contenente diverse tessere di membro della Jugendgemeinschaft “Nie wieder Krieg” (tra cui quella di G. Meyer) e due tessere di membro della “Freischar unabhängige sozialistische Jugend” di Gerold Meyer

1 copia di Solidarietà operaia, giornale del Soccorso Operaio Svizzero 54/1992

1 copia del giornale Volksstimme 198/1943

1 copia di Heio, organo della Lasko 1941, 11

Busta contenente 2 foto: passerella sulla piscina Casale al Bivio e Casa dell’Amicizia + 1 foto ritaglio da Libera Stampa del 16 novembre 1982 con G. Meier e Robbiani

Mappetta di documenti vari contenente il programma dei Falchi per il 1° maggio, foto della manifestazione del primo maggio 1927 a Zurigo con lo spezzone giovanile (Freischar), Libretto Vereinte Kraft Grosses Schafft Sonnwende 1945 Falchi Rossi Zurigo, Programma Freischar Zürich 1922, Libretto Zürcher Falken Sonnwende 1938, involucro con timbro “Falchi Rossi sezione Locarno”, Libretto Faucon Rouges – SKIF France 1947, Leporello Kinderland Mösli (colonia diretta da Gerold Meyer), opuscolo Keine Atomraketen in Europa – für eine sozialistische Friedenspolitik SJD – die Falken (forse 1980)

Mappetta contenente: rivista Regeneration 5/6 1975 con p. 2 e 3 dedicate a Gerold Meyer e al Casale al Bivio con una breve autopresentazione di G. Meyer del progetto, volantino “Casale al bivio” in tedesco, francese e italiano, cartolina Casale al Bivio (disegno), comunicato Televisione della Svizzera Italiana: “Nella rubrica Consonanze viene trasmesso venerdì 20 novembre (1981) alle ore 19.20 il servizio “casale al Bivio”. Una realizzazione di Gianrico Corti e Gianni Padlina”, 1 copia Regeneration 4 1980

Dattiloscritto del libro “ Herman Greulich 1842-1925” di Ernst Nobs

Varie foto Casale al Bivio 1991
Rütli-Kalender 1913.

Almanacco socialista 1931 edito a Parigi dal Partito Socialista Italiano

Opuscolo Can War Be Abolished? Di Francis E. Pollard, s.d.

Opuscolo Direccion y libertad en economia di Jesus Paluzie Borrell, Tecnica y Practica Barcelona s.d.

Opuscolo Neoliberalismus und Freiwirtschaft di Werner Schmid, Zurigo 1957(?)

Rivista Regeneration 5+6 1980 (dedica la copertina e le pp. 4 e 5 a Gerold Meyer e al Casale al Bivio)

Rivista Der Neue Bund (mensile per un socialismo libertario) 1941 n. 7, 1944 n. 5 8/9, 1946 n. 5/6, 7, 1947 n. 7/8, 1949 n. 10, 1952, n. 4)

Elogio funebre In memoria di Giuseppe Armari (socialista)

Mappetta “Cantiere della Gioventù” contenente le 2 pubblicazioni del Cantiere. Altro materiale è integrato nella mostra sul Cantiere della Gioventù raccolta in scatola separata.

Altre documentazioni

Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo:
Significativa è in particolare la collezione di foto che riflette le varie fasi della vita e del lavoro di Gerold Meyer. Per esempio comprende fotografie del suo periodo come insegnante in varie strutture ricreative per apprendisti in Austria e dei suoi anni di insegnamento in varie scuole e istituzioni in Svizzera. La maggior parte delle fotografie, tuttavia, documenta i suoi progetti teatrali, per esempio il “Teatro carosello” (1937/38), il “Tram Theater” (1945), l’”Eisenbahn-Theater” (1950) e il “Das Spiel vom gleichen Boot” (1951/52). Inoltre, immagini degli anni ’60 e ’70 illustrano i lavori di costruzione e la vita al “Casale al Bivio” a Brione s. Minusio o documentano l’esperienza del “Cantiere della Gioventù” (Locarno, 1971),

Fondazione Pellegrini Canevascini, Fondo Gerold Meyer :
consistenza: 20 sc. doc. cartacei; 880 libri, riviste e periodici; 104 manifesti; ca 300 disegni; ca 10’000 fotografie; 18 film; 80 doc. sonori. Il fondo d’archivio comprende la parte cartacea, la biblioteca, i manifesti, i piani e disegni architettonici, i disegni, i documenti fotografici, i film e i documenti sonori. I documenti riguardano Gerold Meyer, le sue attività e i suoi interessi (e quelli della moglie Leni) legati alla scuola, ai movimenti e associazioni giovanili, ai progetti abitativi e urbanistici, a teatro, musica, radio e film, all’organizzazione di eventi vari e documentazione tematica varia riguardante i molteplici interessi di Meyer e documentazione riguardante la moglie Helene von Hasz e suo zio Herman Greulich.

Storia archivistica

La FPC è venuta a contatto del fondo alla fine degli anni 1990. Il fondo, che inizialmente raggiungeva un volume di diverse decine di m/l, era stato ritirato dal Soccorso Operaio Svizzero e depositato a Rivera, da un amico di Gerold Meyer che lavorava per questa istituzione. Alcuni anni dopo la FPC è stata interpellata per l’esame del fondo. La FPC ha conservato nei suoi depositi solo una parte del fondo archivistico: circa ¼ dei documenti cartacei, la parte fotografica, i documenti sonori, film, manifesti e biblioteca. I ¾ dell’archivio cartaceo, che riguardavano documentazione relativa all’attività di insegnante a Zurigo, documenti della moglie Leni; riviste relative alla Svizzera interna, sono state selezionate per essere trasferite a Zurigo, al Sozialarchiv. Del trasferimento avrebbe dovuto occuparsene il Soccorso Operaio Svizzero. Purtroppo, da verifiche svolte tra il 2017 e il 2018 è emerso che i documenti non sono mai stati consegnati a Zurigo e sono nel frattempo andati persi (probabilmente distrutti).

Peter

Bollettino: Bollettino 18

Arte al CCV – Mario Castellani

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 17/2020)

Nota biografica

Mario Castellani, 1954, si è diplomato al Liceo Artistico di Brera a Milano nel 1972 e laureato nel 1978 alla facoltà di Architettura del politecnico di Milano con una tesi sull’autogestione in architettura presentata in forma di audiovisivo. Oggi risiede in Canton Ticino. Attivo in ambito culturale con la realizzazione di opere di pittura, disegno e lavori di illustrazione, dagli anni Ottanta utilizza la fotografia come strumento di indagine e documentazione della società. Specializzato nel disegno e nel rilievo architettonico svolge studi inerenti l’architettura storica con particolare attenzione alla ricostruzione visiva di edifici storici realizzando disegni e ricostruzioni con l’uso di tecniche di disegno tradizionale e di fotografia digitale. Come architetto ha operato nel campo della tutela e catalogazione del patrimonio culturale, collaborando con la Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia e l’Ufficio dei beni Culturali del Canton Ticino. Pur continuando con l’attività artistica, negli ultimi anni si è dedicato alla pubblicazione di libri fotografici con cui sonda la socialità e i luoghi, mettendo in relazione tra loro fotografie del passato e sue fotografie odierne, correlate da testi di carattere storico e descrittivo.

La sua relazione con Il Canton Ticino è iniziata nel 1981 con l’invito, da parte di amici anarchici ticinesi, a esporre a Balerna la serie di collage ambientati sulla piazza di Vigevano, già esposti alla libreria Utopia di Milano, in occasione dell’inaugurazione degli spazi del centro sociale e di ritrovo de La Meridiana.

Nota artistica

La creatività pittorica si definisce fin dalla metà degli anni settanta prendendo ispirazione dalle tematiche e dalle opere del surrealismo. La sintassi operativa spazia quindi dalla formazione “Pop” alla fantasia sognante dell’inconscio. Nella pratica del disegno la tecnica riflette un uso figurativo di tipo classico mentre nella tecnica pittorica riprende, con l’uso della tempera acrilica, il tratto e la forma fatta propria da alcuni artisti della pop art con grandi e piccoli spazi cromatici che non sfumano ma si accostano l’un l’altro, separati da una riga nera, che creano un’immagine apparentemente reale, o surreale, in cui il colore viene ad essere disegno e il disegno colore.  Dagli anni ottanta la creatività spazia oltre la dimensione e il mondo della pittura e del disegno, andando ad utilizzare nuove tecniche, prima con l’uso della fotografia, sia come elemento creativo che di documentazione della società, e quindi del collage, per poi esplorare la tridimensionalità attraverso l’assemblaggio di materiali di recupero (il collage tridimensionale) elaborando l’opera con l’inserimento di un impianto di illuminazione, dando così forma alle “sculture notturne”. Dice di lui Fortunato D’Amico: ”Mario Castellani ama le visioni, i punti di vista profondi, gli orizzonti aperti verso cui dirigere lo sguardo e intraprendere il cammino per scoprire che il confine tra cielo e terra si sposta ogni qualvolta credi di raggiungerlo e solo allora continui a viaggiare.” Giuseppe Franzoso: “Operatore estetico di ampia formazione culturale Mario Castellani dedica l’attenzione a particolari momenti interpretativi della realtà con acuto spirito ironicamente surreale. La sintassi operativa spazia dalla formazione “Pop” di ascendenza americana alla fantasia sognante dell’inconscio. Da queste premesse nascono lavori di forte oggettività paradossalmente accostati, con effetti di sbilanciamento interpretativo”.

Le copertine di A-Rivista

“Fame d’anarchia”, la scritta. Sulla copertina: uno che addenta una gigantesca pagnotta a forma di “A” cerchiata (per curiosità, il mangiatore è Mario Castellani, allora attivo anarchico di Vigevano-Pavia). È la copertina di “A” 84 (giugno/luglio 1980).

Il commento della redazione di A-Rivista: “A proposito, Mario, visto che ogni tanto ci si incontra e ti occupi sempre di arte, perché non ci contatti per fare di nuovo qualcosa per “A”? Come sempre, non si ingrassa il tuo patrimonio ma ne acquista la tua fama.” In effetti, anche se non per A, si ha notizia di un’iniziativa successiva di Castellani a fianco degli anarchici milanesi. Nella primavera 1986 si è tenuto a Milano, nella sede anarchica di viale Monza 255, un laboratorio artistico e uno spettacolo teatrale organizzati dal Centro studi libertari / Archivio G. Pinelli di Milano: Re Ubu a Chernobyl, ovvero da Pinelli all’apocalisse, viaggio di gruppo con Enrico Baj tra mostri ordinari e straordinari. Sotto la “guida” di Enrico Baj, una decina di persone hanno collaborato a un’opera collettiva che si proponeva “di comunicare l’orrore e il rifiuto dei mostri e delle mostruosità della nostra vita quotidiana e dell’apocalittica pericolosità del Potere. Un Potere universale, ecumenicamente stupido e irresponsabile che sovverte l’uomo, ponendolo in contrasto con la natura”. Così Enrico Baj, gran patafisico, riassunse il senso dello spettacolo “Re Ubu a Chernobyl” (e del laboratorio): “Cristo capovolto, ovvero l’uomo che cade, ovvero Pinelli. E le sue figlie. E poi i generali, poliziotti, mostri, cagacazzi, mangiabambini, figure dell’Apocalisse, ossessioni, macchie nere, ghirigori, spirali, Re Ubu e Madre Ubu. E finalmente l’Incarnazione e l’Ascensione di Ubu nei cieli di patamerdra. Con grande immediatezza e felicità creativa abbiamo ritagliato nel legno le sagome di tutte queste figurazioni. Poi le abbiamo dipinte: io, Gianni, Amedeo, Mario, Marina, Anna, Luca, e col colore esorcizzammo il mostro e lo ricacciammo nella caverna dei petroli. Jarry, Picabia, Boris Vian e Marcel Duchamps discesero le scale per partecipare alla festa”. I partecipanti al laboratorio, oltre a Baj, furono: Gianni Bertolo / Luca Bertolo / Mario Castellani / Anna Monis / Marilena Osnaghi / Antonella Padovese / Marina Padovese / Mario Mattia Giorgetti e Claudia Lawrence (rispettivamente regista e scenografa di “Re Ubu a Chernobyl”.) Al Circolo Carlo Vanza Mario Castellani ha donato la collezione delle diverse copertine realizzate per “A” che sono esposte in permanenza nella sede di Bellinzona. Nello specifico, si tratta dei numeri XIV 9, dicembre/gennaio 1984/85, XV 1, febbraio 1985, XV 6, agosto-settembre 1985, XV 7, ottobre 1985 e 16, 3 aprile 1986.

I disegni “Sulla strada

La serie di disegni «Appunti dal romanzo di Jack Kerouac “Sulla strada”» è stata realizzata nell’agosto 2002 e consta di complessivamente 14 tavole (compresa una tavola introduttiva e una esplicativa). In quest’ultima, l’artista espone una sua lettura di Kerouac e illustra l’opera.

«Jack Kerouac (1922 – 1969) scrittore statunitense della beat generation è l’autore del libro di culto “sulla strada” edito nel 1957. Il romanzo, scritto in tre settimane su un lungo rotolo di carta per telescriventi, è un lungo viaggio sulle strade infinite degli Stati Uniti, da New York ad ovest verso la California e a sud verso il Messico. Si tratta di un viaggio verso il niente, dove la meta è un pretesto per andare, muoversi alla ricerca del proprio io interiore corroso dall’ansia di vivere accompagnati dalla voglia inconscia di ribellarsi e di cercare un’appartenenza che nell’amicizia trova un punto fermo nel panorama giovanile di quegli anni.
In omaggio all’opera di Kerouac ho realizzato nel 2002 dodici disegni a matita colorata, commento visivo di altrettanti passi del romanzo attraverso i paesaggi che disegnano la geografia segreta del viaggio dell’autore, con i molteplici e cangianti aspetti di un viaggio pittorico esistenziale di un’America metafisica e surreale, dove la “perla” della felicità forse ci attende, come un’utopia o un miraggio, alla fine della lunga strada, una perla che di volta in volta si trasforma, preziosa sfera di perfezione, in luna piena o in palla infuocata di sole.»

Anche questa donazione, già presentata al pubblico nella sede locarnese del Circolo il 5 aprile 2014, sarà esposta permanentemente presso la sede del circolo in Via Convento. Starà poi allo spettatore attribuire a ciascun disegno la colonna sonora immaginata da Kerouac, a partire da Peggy Lee fino a Miles Davis, Lionel Hampton (al quale non ho mai perdonato di aver suonato per Nixon e pubblicato il disco “We need Nixon”), Stick McGhee, George Shearing, Count Basie e Perez Prado.

Successivamente ai disegni omaggio di Kerouac ha realizzato una serie di disegni a commento visivo del romanzo di José Saramago “Il viaggio dell’elefante” e una serie di acquerelli descrittivi il romanzo di Joseph Conrad “Cuore di tenebra”. Parte dei suoi lavori, fino al 2010, sono visibili al suo sito http://www.castellani.ch mentre quelli aggiornati sono visibili alla sua pagina di facebook “mario castellani artista”.

di Peter

Bollettino: Bollettino 17

Bakunin e il Lago Maggiore

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 17/2020)

Nel repertorio internazionale della musica leggera sentimentale esiste una canzone dal titolo Le Lac Majeur, interpretata da Mort Shuman, di cui corre voce che conterrebbe allusioni, invero poco evidenti, a Bakunin. Jean-Christophe Angaut, dell’Atelier de Creation Libertaire, ha voluto approfondire la questione nel 2015. Seguiamolo nelle sue indagini. “Per prima cosa, ho scoperto che l’autore della canzone è Étienne Roda-Gil, il che è un indizio. In effetti, quest’ultimo può essere considerato in qualche modo uno dei nostri”. Figlio di anarchici spagnoli (il padre faceva parte della Colonna Durruti), in gioventù è stato lui stesso militante libertario prima di diventare il celebre paroliere di Julien Clerc, ma anche di France Gall, Claude François, Johnny Hallyday, Vanessa Paradis, Cocciante e traduttore di Branduardi. Attivo dapprima in seno alla Federazione iberica delle gioventù libertarie in esilio, quindi nel comitato in favore di Delgado e Granado, negli anni 1966-1967 frequenta le riunioni dell’Internazionale Situazionista per poi partecipare alla fondazione delle Jeunesses anarchistes commmunistes. Il 10 maggio 1968 è tra gli ultimi difensori delle barricate in Rue Thouin, quindi si impegnò nella fondazione delle Jeunesses syndicalistes révolutionnaires che pubblicavano il giornale Action Directe. Anche in seguito ha continuato a partecipare alle manifestazioni del Primo Maggio organizzate a Parigi dalla CNT ed si è fatto promotore di numerosi gala di solidarietà, finanziando attività di movimento e iniziative culturali come la realizzazione del film Otro futuro e del disco Pour en finir avec le travail. All’insegna del motto “Ni dieu ni maître” ha pubblicato nel 1999 la raccolta di testi “Paroles libertaires” con illustrazioni di Ricardo Mosner. D’altronde, lo stesso Roda-Gil è autore di una tra le più conosciute canzoni anarchiche in lingua francese in omaggio all’insurrezione machnovista in Ucraina nel 1918-1921, La Makhnovtchina, interpretata tra altri da Serge Utgé-Royo, anche lui militante anarchico, tipografo, sindacalista CGT e noto compositore e interprete della canzone libertaria, amico di André Bösiger, e dai René Binamé.

Un secondo indizio risulterebbe per Jean-Christophe Angaut dalla presenza di Bakunin sulle sponde del Verbano: “Esiste in effetti un legame tra Bakunin e il Lago Maggiore, dove il rivoluzionario russo ha soggiornato dall’ottobre del 1869 al luglio del 1874, dapprima a Locarno e poi alla Baronata a Minusio.” [Vedi a questo proposito il Bollettino del CCV n. 9, novembre 2013]. È però vero che se un paroliere con un vissuto anarchico scrive una canzone sul Lago Maggiore ciò ancora non significa che nella canzone voglia fare riferimento a Bakunin, anche se quest’ultimo ha soggiornato per 5 anni nella regione. A questo punto, occorre chiedere lumi direttamente al testo della canzone che però “come spesso è il caso quando si tratta di canzoni di Roda-Gil, non ha esattamente un senso manifesto (credo di ricordarmi che Julien Clerc abbia dichiarato che talvolta interpretava le sue canzoni senza capire nulla di ciò che cantava)”. Ma veniamo al testo della canzone:

Il neige sur le lac Majeur
Les oiseaux-lyre sont en pleurs
Et le pauvre vin italien
S’est habillé de paille pour rien …
Des enfants crient de bonheur
Et ils répandent la terreur
En glissades et bombardements
C’est de leur âge et de leur temps
J’ai tout oublié du bonheur
Il neige sur le lac Majeur
J’ai tout oublié du bonheur
Il neige sur le lac Majeur

Voilà de nouveaux gladiateurs
Et on dit que le cirque meurt
Et le pauvre sang italien
Coule beaucoup et pour rien…
Il neige sur le lac Majeur
Les oiseaux-lyre sont en pleurs
J’entends comme un moteur
C’est le bateau de cinq heures
J’ai tout oublié du bonheur
Il neige sur le lac Majeur
J’ai tout oublié du bonheur
Il neige sur le lac Majeur

Nella versione italiana interpretata in primis da Wess (Il Lago Maggiore,1973), per mano di Claudio Daiano le liriche sono diventate (con qualche variazione) queste:

Poi la guerra arrivò e addio sogni, addio amore
la mia infanzia se ne andò
come la paglia bruciò
nessuno potrà più dormire
non c’è vita sul lago Maggiore

Nevica sul lago Maggiore
i cigni non san più volare
la mia infanzia se ne andò
come la paglia così bruciò

L’estate con te ad occhi nudi
cercare le stelle ed i pianeti
poi la guerra arrivò e addio sogni, addio amore

Nessuno potrà più scordare
nevica sul lago Maggiore
nessuno potrà più dormire
non c’è vita sul lago Maggiore

. . . . . .

Ragazzo no, non tremare
t’insegnerò a sparare
nel fosso c’è un vecchio che
ha un fiore rosso su di sé

Nevica sul lago Maggiore
i cigni non san più volare
il battello se ne va
ma il ricordo resterà

Nessuno potrà più scordare nevica sul lago Maggiore
nessuno potrà più dormire
non c’è vita sul lago Maggiore

Davvero difficile, partendo dal testo, individuare riferimenti a Bakunin. Qui però, continua Jean-Christophe Angaut, viene in soccorso alla tesi che la canzone farebbe allusione a «un celebre aneddoto della vita di Bakunin» (per esempio riportata qui: http://www.liberation.fr/culture/1999/02/27/les-copains-debord_266076> di Hélène Hazera) una testimonianza di peso: “In un libro in inglese su Mort Shuman (Graham Vickers, /Pomus & Shuman: Hitmakers Together and Apart/) ho trovato la seguente spiegazione fornita dallo stesso Mort Shuman: «il germe iniziale dell’ispirazione della canzone di Roda-Gil era un aneddoto a proposito di Bakunin che avrebbe sottratto tutti i proventi raccolti per un congresso di partito a Mosca e avrebbe portato sua moglie sulle rive del Lago Maggiore dove fece fare grandi fuochi d’artificio in suo onore che hanno suggerito a Roda-Gil l’immagine della neve che cade sull’acqua». Perché, al di là degli aspetti fantasiosi, come l’inesistente congresso a Mosca di un inesistente partito e ancor più inesistenti proventi, Mortimer Shuman è importante? Perché Shuman è il compositore e l’interprete in francese della canzone in questione,n. 1 in Francia nel 1972. Nel 2015, hanno effettuato una ricerca su questo argomento anche le Biblioteche municipali della città di Losanna. Ecco cosa hanno scoperto: in una compilation di Mortimer Shuman dal titolo “Mort Shuman, ses plus belles chansons” Mort Shuman commenta brevemente ogni canzone dell’album. Per “Le lac Majeur” scrive: “Etienne Roda-Gil a eu l’idée d’écrire le lac majeur en se rappelant l’histoire de Bakounine s’échappant avec la caisse de son parti. Il s’offrit un voyage de noce en Italie et fit donner à sa femme un grand feu d’artifice”. La Radiotelevisione Svizzera (RTS) ha dedicato l’emissione del programma “Voix au chapitre” del 18 aprile 1974 a Etienne Roda-Gil. Al 34° minuto, Mort Shuman precisa ancora una volta che “la neige sur le lac Majeur n’était pas de la neige mais un feu d’artifice géant offert à sa femme”. Orbene, se è pur vero che la fantasia qui vola, la storia ha tuttavia un fondo di verità sul quale l’interprete ha evidentemente ricamato a partire dalle informazioni fornite dal paroliere. L’aneddoto dei fuochi d’artificio è in effetti documentato e raccontato citando una fonte inoppugnabile da James Guillaume in L’Internazionale. Documenti e ricordi, terzo tomo, 5a parte, cap. 8 (Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo, Chieti 2004, p. 316 [Disponibile al Circolo CarloVanza]):

“Fu il 13 luglio che la signora Bakunin giunse alla Baronata coi suoi tre figli e il vecchio padre. Ross era andato a prenderli a Milano. La note quotidiane di Bakunin, che vanno dal 13 luglio al 13 ottobre 1874, dicono: «Lunedì 13. Arrivo di Antonia, che Ross, partito ieri domenica, ha incontrato a Milano, con tutta la sua famiglia, papà e figli. Arrivati alle undici e mezzo. Entusiasti. Sera luminarie e fuochi artificiali, organizzati da Cerruti. La sera tardi arriva Carlo Cafiero.» Cafiero ritornava da Barletta, portando le ultime briciole della sua fortuna dilapidata e dopo aver fatto serie riflessioni. L’indomani, da parte sua, la signora Bakunin riferiva al marito le voci che correvano in Italia e che le aveva comunicato Gambuzzi: si diceva che Bakunin sfruttava la fiducia e l’inesperienza di Cafiero e che abusava della sua generosa amicizia per rovinarlo.”

Partendo da questi presupposti, si potrebbe allora anche immaginare che questi bambini che gridano per la felicità sono quelli che accompagnano Antonia al ritorno dall’Italia. Ma che ci fa l’uccello lira al Lago Maggiore: un’allusione al Compito in classe di Prévert? Invece, il povero sangue italiano che scorre invano, sarà quello dei rivoluzionari italiani compagni di Bakunin che, proprio nei giorni dei fuochi d’artificio si preparavano, invano appunto, a lanciare un movimento insurrezionale in tutta la penisola. In effetti, la drammaticità della canzone, non dà molto spazio alla lettura del testo come evocazione di un gesto frivolo. Vi si percepisce piuttosto un clima simile a quello che traspare da un film come Deutschland in Herbst, o forse Blow-Up, con la cenere che cade come i frammenti di un sogno infranto (Bakunin a Bologna) ma sono solo sensazioni.

“Teniamo però anche presente che la canzone è stata scritta all’inizio degli anni settanta, e allora perché non leggervi un’allusione ai movimenti rivoluzionari italiani dell’epoca? “ si chiede, al termine della sua ricerca, ancora Jean-Christophe Angaut.

Esiste però anche una bizzarra divergenza interpretativa della canzone: in Italia, infatti, il testo è considerato un’evocazione dell’eccidio di Meina, una strage nazista di ebrei perpetrata proprio sulle sponde del Verbano nell’autunno del 1943, la prima avvenuta in Italia e la seconda per numero di vittime (almeno 57 accertate) dopo quella delle fosse Ardeatine. Certo, il testo di Claudio Daiano (vedi sopra) è molto diverso dall’originale e agevola l’accostamento al massacro nazista, ma per avere una certezza dell’intenzione bisognerebbe chiedere a lui.

di Jean-Christophe Angaut e Peter

Bollettino: Bollettino 17

Una curiosita' nell’emeroteca del Circolo

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 16/2019)

Tra i giornali e le riviste anarchiche depositate al Circolo spicca una rivista tedesca, il Volkswohl” [ ossia Bene del popolo o bene pubblico, ma anche benessere del popolo o salute del popolo] che anarchica non è ma desta curiosità per diversi aspetti, fra cui il fatto che come editrice responsabile figura una donna (nel 1885), che il sottotitolo recita “Rivista illustrata per tutte le riforme volte a migliorare le condizioni sociali”, che dedica una specifica attenzione alla condizione operaia, che mira all’emancipazione femminile e, non da ultimo, che la redattrice è stata attiva al Monte Verità di Ascona dove muore il 5 novembre o il 13 dicembre 1917. Il 5 maggio 2017, Sara Flaadt Camponovo ne traccia sul sito dell’Archivio Donne Ticino un profilo biografico, Anna Fischer-Dückelman (1856-1917), da cui ricaviamo tra l’altro le seguenti informazioni. Dopo l’esperienza editoriale, Anna Fischer-Dückelman decide di studiare medicina. Siccome in Germania l’iscrizione alla facoltà di medicina era preclusa alle donne, nel 1889 si trasferisce a Zurigo dove si laurea. Conosciuta in Germania per i suoi scritti nel campo della salute femminile e come sostenitrice dei diritti delle donne, la Fischer-Dückelmann fu una delle più note donne medico della Germania imperiale. Tra le sue opere, la più famosa è La donna, medico di casa che raggiunse una tiratura di milioni di copie. Meno noto, ma altrettanto importante, fu il libro La vita sessuale della donna, che si rivolgeva ad un pubblico femminile nell’intento di favorirne l’emancipazione tramite la conoscenza. Si trasferisce ad Ascona nel 1913 dove, secondo Robert Landmann 1) assunse per un certo periodo la direzione commerciale del Sanatorio dell’amica Ida Hofmann e di Henri Oedenkofen. Pare che cercò soprattutto di mitigare il rigore della dieta originale. Stranamente nel catalogo di Harald Szeemann dedicato al Monte Verità non v’è alcuna menzione della presenza di Anna Fischer-Dückelmann al Monte Verità. Al CCV disponiamo della prima annata completa e rilegata dell’allora quindicinale “Das Volkswohl” (n.1, aprile 1885, n. 19 dicembre 1885). Verosimilmente, passato nel 1886 a settimanale, la rivista cessò le pubblicazioni nel corso di quello stesso anno. Un’altra curiosità: stando a Patrick Bochman [«Anna Fischer-Dückelmann. Ärztin, Naturheilkundlerin, Lebensreformerin?]» la rivista sarebbe assolutamente introvabile in Europa e ne rimarrebbe traccia (forse solo della seconda annata) unicamente presso l’US National Library of Medicine, Washington DC.

1) Robert Landmann: Ascona – Monte Verità. Auf der Suche nach dem Paradies. Von Ursula Wiese überarbeitete und ergänzte Ausgabe, unter Mitarbeit von Doris Hasenfratz. Neu herausgegeben mit einem Nachwort versehen von Martin Dreyfuss. Frauenfeld, Stuttgart, Wien 2000. p. 142 segg.):

In erster Linie galt es, die wachsende Unzufriedenheit der Gäste zu beseitigen. Es hatten sich Klagen angehäuft über die Bevormundung der Sanatoriumsbesucher und die unzulängliche Verpflegung. Die ausschliessliche Rohkost, das Essen aus der Tüte und die Oedenkovenschen Verordnungen waren schon lange nicht mehr nach dem Geschmack des zahlungskräftigen Publikums. Frau Fischer-Dückelmann räumte mit allen unbeliebten Einrichtungen auf. Vor allem ließ sie richtiges Restaurationsessen kochen.

di Peter

Bollettino: Bollettino 16

La strage di Stato del 1969 e il movimento anarchico in Svizzera all’inizio degli anni Settanta

Al cospetto dell’enormità dei fatti e della mobilitazione in Italia, sorprende soprattutto la debole reazione in Svizzera. Certo, a tale distanza di tempo è difficile ricostruire, se ci sono state, le iniziative locali o di minore impatto mediatico come, per esempio, volantinaggi isolati, lettere ai giornali o scritte sui muri. Durante i primi anni del secondo dopoguerra, il movimento anarchico appare notevolmente indebolito. Scompaiono noti esponenti dell’anarchismo in Svizzera come Luigi Bertoni e l’ “anarchico e socialista” Fritz Brupbacher (il che non fu certo l’unica causa) e a livello sociale il “miracolo economico” incantava più di quanto non seducesse la prospettiva di una società senza padroni. Resisteva a Basilea Heiner Koechlin, che durante la guerra aveva già pubblicato un foglio clandestino, “Das Zirkular”, seguito dai “Blätter für freiheitlichen Sozialismus” fino al 1946. Ma nel 1968 e anche già prima (1), con l’antifranchismo e le lotte per la libertà in Spagna, il movimento si ridesta. I “vecchi anarchici” però non dispongono più di organi di stampa e i nuovi giornali, salvo qualche isolata eccezione come l’effimero “Das Tau” di Zurigo o “Le Réveil Anarchiste” a Ginevra (2), appariranno solo nel 1970 o più avanti. ( 3). Non v’è quindi da stupirsi che il ruolo più importante a livello di controinformazione su Pinelli e Valpreda sia stato svolto dal quotidiano socialista ticinese “Libera Stampa”.

Già il 24 dicembre 1969 esce un pezzo a firma Giulio Seniga dal titolo “Quando gli anarchici erano socialisti”. Seniga era un personaggio di spicco della dissidenza comunista in Italia. Partigiano e delegato di fabbrica milita dapprima nel PC. Nel 1954, in disaccordo con la linea e la gestione politica di Togliatti, si dimette da ogni incarico. Nei mesi successivi prende contatto con militanti dissidenti del PCI critici dello stalinismo e fa parte del nucleo fondatore del movimento di Azione comunista. La sua attività pubblicistica, prevalentemente su periodici socialisti, è intensa. Nei primi anni Sessanta fonda la casa editrice Azione Comune, nel 1961 e nel 1973 pubblica i libri “Togliatti e Stalin” (1961) e “Bagaglio che scotta” (1973). Considerato “socialista libertario”, stringe una solida amicizia con Pier Carlo Masini. Il suo articolo su Libera Stampa privo di velleità forcaiole pur ingeneroso nei confronti delle nuove componenti del movimento inizia specificando che “gli anarchici, quelli veri (quelli, tanto per intenderci, che al congresso di Carrara dell’agosto 1968, hanno dato sulla voce ai vari Cohn Bendit, dicendo loro che erano stufi di fare la rivoluzione per quelli che sarebbero poi venuti a metterli in galera o magari a fucilarli, come già era capitato ai marinai di Kronstadt, agli anarchici spagnoli, a Berneri, Nin, ecc. ecc.), oggi come ieri sono i primi a disapprovare e condannare il terrorismo e la violenza come mezzo di lotta per il trionfo dell’idea.”

In riferimento all’eccidio del Diana (attentato dinamitardo al Kursaal Diana a Milano il 23 marzo 1921 che causò 21 morti e molti feriti, per il quale vennero condannati alcuni anarchici che avrebbero voluto colpire il questore fascista) Seniga cita l’anarchico Gigi Damiani che aveva dichiarato: “ È mio fermo convincimento che fu la polizia a condurre per mano gli esacerbati terroristi fino davanti alle griglie del Teatro Diana. (…) Io, già lo ebbi a dire altre volte, e cominciai col dirlo al giudice istruttore: quell’attentato va annoverato fra i delitti di Stato”( 4). L’articolo prosegue con una lunga citazione di Malatesta in cui questo esponente della “componente anarchica del movimento operaio” evoca “l’immenso terreno comune che noi abbiamo con i socialisti nella lotta contro il governo e contro i capitalisti, e credo che potremmo e dovremmo trovarci d’accordo nelle Leghe di resistenza in tutte le agitazioni economiche e proletarie (…)”. Ma se questo è il pensiero a cui è ispirato Pinelli, nel frattempo – prosegue Seniga – sarebbero emersi gruppi e gruppetti all’insegna del neoanarchismo, “fatti di gente di poche letture, di molte bardature, e non privi di quel contorno salottiero che mescola la rivoluzione col sesso, l’ideale coll’isterismo, tutte deformazioni psicopatologiche che hanno nulla a che fare coll’ideale anarchico e che alla fine possono produrre infantili propositi di terrorismo e di giustizialismo punitivo ed anche criminale.” Seniga conclude il suo lungo articolo ricordando come in questo mese “abbiamo partecipato, con la commozione che si può immaginare, a ben tre funerali che erano altrettante manifestazioni politiche, prima il povero Annarumma [celerino rimasto ucciso in circostanze poco chiare durante un attacco della polizia a una manifestazione indetta dall’Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti) e dal Movimento Studentesco], figlio di braccianti, poi le vittime dell’eccidio di Piazza Fontana, oggi quello del ferroviere Giuseppe Pinelli. Che dire di quest’ultima morte di cui tanto si mormora? Non siamo noi gli inquirenti [ma non vogliamo dimenticare] la quindicesima vittima [a quel momento, le vittime della bomba erano ancora 14] di quell’orribile attentato, che ha travolto, insieme alle altre, la famiglia di Giuseppe Pinelli, operaio-ferroviere ed anarchico.” In un successivo articolo del 28 agosto 1970, sempre su Libera Stampa, dal titolo “Dal governo Rumor all’autocritica del PCI”, ancora Seniga esprime le seguenti considerazioni: “Il 16 dicembre del 1969, all’ora che non si sa, “vola” da una finestra e muore “suicidato” l’anarchico Giuseppe Pinelli, anni 41, operaio ferroviere e sindacalista della CGIL. Tutto sembra precipitare nelle tenebre più nere! La componente anarchica del movimento operaio che, con precisi riferimenti all’eccidio del Diana, era stata indicata attraverso una massiccia campagna di stampa, come unica matrice del terrorismo “bombardiere”, con la morte di Pinelli diventa di colpo il capro espiatorio, politico e psicologico, del più torbido criminale complotto della storia del nostro paese. I fascisti e gli invisibili congiurati son salvi, sugli anarchici e sui rossi il marchio dell’infamia!”. In concomitanza con l’inizio del processo per la strage di Piazza Fontana a Catanzaro, il 29 gennaio 1977, su Libera Stampa, G.T. mette i puntini sulle i chiedendosi nell’articolo “Basterebbe un po’ di buona volontà”: “Perché dunque lo Stato si ostina a voler nascondere la verità? Certo è difficile fare un processo a se stessi…”. Dal 10 febbraio 1977 fino al 5 gennaio 1978 inizia una collaborazione di Pietro Valpreda con Libera Stampa che il giornale presenta con queste parole: “A riapertura avvenuta del processo, Libera Stampa ha chiesto al compagno anarchico Pietro Valpreda di commentare gli avvenimenti verificatisi nel corso delle prime udienze.” In realtà Valpreda commenterà gli sviluppi del processo per quasi un anno a scadenze più o meno settimanali.

1971 LETTERA DAL CARCERE

Come dicevamo, i documenti rintracciati prodotti dagli anarchici sulla strage di Stato e su Pinelli sono molto scarsi e piuttosto tardivi. Il primo documento rinvenuto è uno stampato di 4 pagine dal titolo “Lettre envoyée clandestinement de la prison de San Vittore (Milan) par les camarades emprisonnés depuis avril 1969 sous l’inculpation d’attentats terroristes [texte imprimé] /Angelo Della Savia; Roberto Mander; Tito Pulsinelli; Pietro Valpreda. – Genève: Roc 1971. Il documento è conservato al CIRA di Losanna.

1972 “ VALPREDA È INNOCENTE/VALPREDA EST INNOCENT”

Questo volantino (pubblicato in italiano e francese e diffuso nella Svizzera romanda) risale al 1972 e ha come titolo “Valpreda è innocente”. Si tratta di un appello al sostegno del Comitato di aiuto a Valpreda e Compagni a cura delle Federazioni anarchiche della Svizzera. Il volantino evoca i fatti di Piazza Fontana, rivendica l’innocenza di Valpreda e ricorda la “defenestrazione” di Pinelli. Il raro documento è consultabile al CCV (5).

1973 LE 3 VERSIONI DELLA POLIZIA SULLA MORTE DI G. PINELLI

Venerdì 14 dicembre 1973, il “Gruppo di cultura e propaganda anarchica” e il “Gruppo James Guillaume” [editore a Zurigo del periodico “Anarchistische Blätter tra il 1971 e il 1978] annunciano la proiezione al Centro di quartiere di Hegibach della pellicola “Le 3 versioni della polizia sulla morte di G. Pinelli con Gian Maria Volonté” [Documenti su Giuseppe Pinelli, 1970, composto da due parti, “Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli” e “Giuseppe Pinelli”, dirette rispettivamente da Elio Petri e Nelo Risi. Il progetto prese il via per mano del “Comitato cineasti contro la repressione”, un gruppo messo su da Petri con lo sceneggiatore Ugo Pirro, all’indomani della strage di Piazza Fontana, mentre la polizia si accaniva contro i gruppi extraparlamentari].

1974 (?) PER IL PRIMO MAGGIO, VOLANTINO

In questo volantino del Gruppo anarchico James Guillaume di Zurigo “contro il potere del capitale, dello stato e della chiesta: la rivoluzione sociale per un socialismo libero e anarchico, per l’autogestione e l’azione diretta” sono ricordati i crimini di stato: “la strage di stato, gli assassinii di Pinelli, Serantini, Puig Antich e altri compagni rivoluzionari del Cile, della Spagna, del Portogallo, della Grecia, del Perù, dell’Argentina, del Brasile, dell’URSS…”

1974 (?) LOTTA AL FASCISMO

Questo volantino bilingue tedesco e italiano, presumibilmente del 1974, che pur non menzionando espressamente Piazza Fontana evoca le bombe sui treni, è un appello a combattere il fascismo in relazione all’apertura di una sede dei fascisti Comitati Tricolore e patronato ENAS dell’MSI. È firmato tra molti altri da “Voce operaia – Gruppo anarchico”.(5)

1974 ESPOSIZIONE A GINEVRA

Nel mese di ottobre del 1974 viene esposta a Ginevra l’opera dell’artista Enrico Baj dal titolo “I funerali dell’anarchico Pinelli.”

Negli decenni successivi, soprattutto in Ticino, vi sono stati altri importanti momenti dedicati alla memoria di Pinelli tra cui la serie di quadri dell’artista Gianluigi Bellei dedicati a Pinelli, il suo “francobollo per Giuseppe Pinelli” e naturalmente l’esposizione dell’opera di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli” a Locarno.

Tutte queste iniziative sono documentate al CCV. Siamo grati ai lettori del “Bollettino” per ogni ulteriore segnalazione di documenti o iniziative pertinenti che ci fossero sfuggiti.

NOTE

(1) Nel 1957 nasce il Centre International de recherches sur l’anarchisme (CIRA) dapprima a Ginevra, poi a Losanna. Dal 1959 pubblica annualmente un “Bulletin”. Alla fine degli anni 1960 e all’inizio degli anni 1970 fu luogo d’incontro di numerosi compagni provenienti da tutto il mondo.
(2) Le Réveil anarchiste e Il Risveglio anarchico, dopo la morte di Bertoni (febbraio 1947) ha avuto una certa continuità a Ginevra: dal 1947 al 1957, poi dal 1957 al 1960 (entrambi bilingue). La testata verrà ripresa solo in francese nel 1968-69 ed in seguito dal 1979 al 1983.
(3) Negli anni 1970 vi fu un fiorire di pubblicazioni libertarie e anarchiche in tutta la Svizzera, tra cui Ma!, Akratie, Anarchistiche Blätter, Libertäre Blätter, Azione diretta, Information e Combat, APL, La Pillule, Combat non violent, Le Rebrousse-poil, La Diagonale, Alpenzeiger. Nel settembre 1972 a Saint Imier venne ricordato il centenario dell’Internazionale antiautoritaria in cui venne ricordato anche il “suicidio” di Pinelli .Cfr. Marianne Enckell, Quarant’anni fa a Saint-Imier dagli archivi del CIRA, Bollettino Archivio G. Pinelli, n. 38, dicembre 2011, p. 36-40.
(4) Giuseppe Mariani, Memorie di un ex-terrorista, Torino 1953, p. 5
(5) L’autore del volantino, Gianpiero Bottinelli, ricorda: “Nel 1972, allora residente a Losanna, al CIRA con “una matrice” a inchiostro proprio nella sede, avevo stampato sia in francese che in italiano (con l’aiuto di Marie-Christine Mikailow per la traduzione in francese) tre centinaia di volantini su “Valpreda innocente” poi diffusi soprattutto a Losanna-Ginevra. Ricordo ancora che in un simposio a Losanna sulla Prima Internazionale (alla presenza “importante” del destroso prof. Freymond….) avevo diffuso questo volantino e che all’uscita alcuni giornalisti vollero sapere il significato di questa Federazione/Fédération: ovviamente risposi picche. In effetti… non esistevano per niente le “Federazioni anarchiche della Svizzera”.

 

di Peter Schrembs
(con un ringraziamento particolare a Marianne Enckell del CIRA di Losanna e a Gianpiero Bottinelli)

Bollettino: Bollettino 16

Ticino e Svizzera anni 70, la contestazione in fabbrica e della fabbrica

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 15/2018)

Non tutte le agitazioni, mobilitazioni, manifestazioni e scioperi dei lavoratori in Ticino e in Svizzera negli anni Settanta sono documentati con materiale d’epoca (soprattutto ritagli di giornale, volantini e altri documenti coevi) al Circolo Carlo Vanza (CCV). Mancano per esempio in archivio documenti concernenti i primi scioperi in Ticino e in Svizzera a partire dal 1967-1968 di cui si ha testimonianza, ad esempio quello del 1967 nella fabbrica di bottigliette Verreries Mignons di Chiasso, oppure lo sciopero alla vetreria Haefeli che risulta documentato solo in un opuscolo, peraltro disponibile al CCV (Arnold, Rita et al., “Das Glas geht zum Haefeli bis es bricht: Darum streiken wir”, Sarnen 1979) e in Azione Diretta 45 (1979), quello alla Robert Peter di Ligornetto ( 1977) e numerosi altri. Informazioni su queste lotte sono contenute per esempio nelle “cronache sovversive” di Azione Diretta; in AAVV, Lotte operaie in Svizzera 1945-1973, Nuovi Editori Padova 1975; AAVV, Suisse en mouvement, Editions d’En Bas, Lausanne 1981; Arbeitsgruppe für Geschichte der Arbeiterbewegung Zürich, Schweizerische Arbeiterbewegung, Limmat Verlag Zurigo, 1989; Frédérich Deshusses [archivista al Centre international de recherches sur l’anarchisme (CIRA-Lausanne) dal 2007 al 2013], Grèves et contestations ouvrières en Suisse, 1969-1979, Lausanne, Genève, Éditions d’en bas & Archives contestataires; 2014 Rainer Thomann, Arbeiterwiderstand, Direkte Aktion 222 2014, presenti al circolo salvo gli ultimi due, e ovviamente in altri volumi dedicati al movimento operaio e sindacale. Negli anni Settanta, la Svizzera è stata in effetti teatro di un’ondata di scioperi considerevole, se si tiene conto che si registrano da tre a quattro volte più scioperi in questo periodo che nel decennio precedente e in quello seguente. Molte di queste lotte erano inoltre condotte in forma autonoma, senza appoggio sindacale o addirittura contro il volere e il parere di determinate burocrazie sindacali. In Ticino, dove la presenza di lavoratori italiani era elevata, le prime lotte operaie del periodo in rassegna furono inizialmente più intense, poi si estesero a Ginevra, dove erano occupati molti spagnoli, ed infine nella regione di Zurigo con il movimento delle casse pensione.

Il primo sciopero (con occupazione della fabbrica e picchetti) documentato (con 2 ritagli di giornale) al CCV nella sezione d’archivio INDUSTRIE E MOVIMENTO OPERAIO [classatori rossi] risalente a questo periodo è quello alla fabbrica di penne a sfera Penrex di Mendrisio dove il personale riuscì a ottenere nell’agosto del 1968 la terza settimana di vacanze pagate senza l’obbligo di recupero al sabato. Gli scioperi della MATISA di Crissier, una fabbrica di macchine per la costruzione di binari di Crissier del luglio 1968, del 1976 e ancora del 1983 hanno rappresentato alcuni fra i momenti più notevoli di agitazioni autonome contro i licenziamenti e la “pace del lavoro” costringendo la riluttante Federazione degli operai metallurgici di sostenere uno sciopero selvaggio. La protesta operaia è documentata mediante ritagli d’epoca; Azione Diretta le ha dedicato la copertina del n. 8 (1976). Sempre a Crissier, le maestranze occupano nel 1976 per tre giorni la fabbrica di mobili Service Immeuble SA.

Un caso ben noto terminato in una brutta sconfitta è quello della fabbrica di scarpe Savoy di Stabio dove gli operai scioperarono nel 1970 per tre settimane per il salario minimo garantito e contro il cottimo. Gli operai elessero una direzione autonoma dello sciopero. La lotta è documentata da alcune fotocopie di articoli di giornali sindacali, dal volantino “Sciopero nel Ticino” firmato Lotta di Classe e RSB Comitato per l’emigrazione Operai e Studenti nonché dal Progetto di documento per lo sciopero della Savoy – Movimento Giovanile Progressista, Bollettino interno 37, 29 ottobre 1970.

Una lotta operaia in una situazione che ha dell’incredibile è documentata mediante la fotocopia di un articolo apparso sul giornale comunista Vorwärts. Il 7 aprile 1969 entrano in sciopero i 24 lavoratori (di cui 19 frontalieri) occupati presso la LBC Penne a sfera di Caslano dopo che la direzione si era rimangiata la promessa di un adeguamento dei salari da fame (3 franchi all’ora per gli uomini e 2 per le donne) e aveva iniziato a licenziare chi non accettava il ricatto del contratto individuale. Siccome gli operai avevano organizzato un picchetto di vigilanza anticrumiri al cancello, i padroni (Tito Tettamanti e Giangiorgio Spiess) avevano chiamato la polizia che inviò sul posto il commissario Regazzoni che, citando “Libera Stampa”, il Vorwärts definisce “l’occhio vigile della polizia federale che il Primo Maggio stilava sempre un elenco dei partecipanti alla manifestazione”. Dai documenti al CCV non risulta purtroppo com’è finita quest’agitazione.

Lo sciopero autonomo, nel 1970, di 200 operai (stagionali spagnoli e italiani) all’impresa edile Murer SA di Ginevra per aumenti salariali e miglioramenti delle condizioni di alloggio, peraltro vittorioso, è stato caratterizzato da un’ampia mobilitazione e un’estesa solidarietà. Si tratta di una delle lotte di maggiore spicco di questo inizio decennio ma al CCV è documentato unicamente da un articolo del giornale “Vorwärts”; è però approfondita da Deshusses.

Una prassi vergognosa è stata messa in atto dalla polizia degli stranieri nei confronti di 39 lavoratori spagnoli dell’impresa edile Longhi + Christen di Stansstad che nel giugno del 1970 avevano organizzato uno sciopero contro il mancato pagamento delle indennità festive. Il giorno dopo sono stati espulsi dalla Svizzera verso la miseria e le persecuzioni nella Spagna franchista con sul passaporto il famigerato timbro della “doppia R”: espulsione dal Paese. Analoga sorte attende nel maggio del 1971, dopo un lungo sciopero, i 300 lavoratori spagnoli della Vaucher & Rey e altre ditte proprio, ironia della sorte, sul cantiere dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro di Ginevra. Poco dopo, uno sciopero autonomo di stagionali paralizza un cantiere della Sogecto sempre a Ginevra. La ditta ottempera immediatamente alle rivendicazioni. Pure spagnoli i 30 impiegati del ristorante Don Quijote di Ginevra che dopo 23 giorni di occupazione si sono visti riconoscere tutte le rivendicazioni.

Alla fine di febbraio del 1971 entrano in sciopero, rivendicando un aumento salariale del 10% per tutti, i 160 lavoratori, di cui tre quarti immigrati spagnoli della fabbrica di macchine tessili Verntissa a Ginevra. I sindacati, che avevano condotto le trattative al ribasso, sono stati sostituiti da un Comitato di sciopero autonomo. In solidarietà con i lavoratori della Verntissa, hanno proclamato un’astensione dal lavoro anche 200 di 300 operai della Hispano-Oerlikon, seguiti a ruota dai 500 lavoratori degli Ateliers des Charmilles. Dopo una settimana, lo sciopero dei metalmeccanici di Ginevra si è concluso con un successo, ossia il 9,5% di aumento salariale per tutti. Nel marzo 1971 scioperano anche 1000 lavoratori della Paillard per il pagamento delle gratifiche ottenendo qualche concessione. Decisamente meno positivo il risultato ottenuto nel 1971 alla Fabbrica di macchine Bobst SA, dove, come afferma nel suo volantino depositato al CCV l’Organizzazione dei Comunisti della Svizzera, “le rivendicazioni” dello sciopero contro il licenziamento di compagni considerati “agitatori” “non sono venute a capo, se tatticamente non è una vittoria, gli operai della Bobst non hanno scelto la sottomissione agli interessi degli sfruttatori” [il linguaggio è un po’ strano ma è il loro].

Nel giugno 1971, breve sciopero di solidarietà all’Arkina (acque minerali) di Yverdon con un operaio minacciato di licenziamento per aver aderito al sindacato. Per quanto concerne l’Albe (Mikron) di Agno sono disponibili al CCV (riguardo a questo periodo) solo pochi documenti: un ritaglio dal giornale Lotta di Classe 01/72 contenente un’autocritica di un intervento (“Sebbene intervenissimo da tempo sull’Albe non siamo stati in grado di prevedere queste mosse del padrone e non abbiamo saputo organizzare una risposta operaia immediata…”), un ritaglio del giornale Rosso 3/ gennaio 1974 sulla costituzione di una Commissione apprendisti e una nota che informa sull’avvenuto attentato all’auto e alla villa del direttore Bruno Piatesi con la comparsa delle scritte “Nessun licenziamento resterà impunito” e “Piatesi colpito dalla giustizia proletaria”. I danni sarebbero ammontati a circa 25’000 franchi.

Nel luglio del 1971 le operaie della fabbrica di camicie Fehlmann di Biasca proclamano due scioperi “selvaggi” contro l’introduzione del cottimo. L’agitazione è documentata da ritagli di giornale, da cui risulta anche uno squallido intervento di pompieraggio del sindacato OCST, mentre la FACA (sindacato dell’abbigliamento) puntualizza “Va rilevato che la delicata situazione alla Fehlmann S.A. è saldamente in mano ai sindacati, malgrado ripetuti tentativi di gruppi estremisti (Lotta di classe e PSA). Questi estremisti, peraltro estranei allo stabilimento, hanno infatti distribuito negli scorsi giorni vari volantini con i quali si invitava allo sciopero ad oltranza”.

Nell’ottobre del 1971 il giornale Volksrecht riporta la notizia dell’occupazione degli studi televisivi da parte dei registi e tecnici della TV della Svizzera romanda per rivendicare libertà d’espressione e ritmi di lavoro adatti a garantire la qualità dei programmi. Un esito abbastanza insolito per una breve astensione dal lavoro dei 100 dipendenti della Voigt & Co. di Romanshorn sempre nel 1971: il consiglio di amministrazione licenzia, anziché i lavoratori ribelli, l’inviso direttore, delegato del CA e contitolare. Insolita anche la categoria di dipendenti pubblici che minaccia lo sciopero per sottolineare delle rivendicazioni salariali (nell’aprile del 1971): la polizia di Zurigo. A Ginevra, invece, prima in sciopero i pompieri e poi i dipendenti della Aziende del traffico che inscenano nel settembre 1971 uno sciopero dello zelo non essendo stati interpellati per la stesura dell’orario invernale; nel 1970 i dipendenti statali del settore trasporti a Ginevra avevano già scioperato con successo per rivendicazioni salariali. Nell’agosto dello stesso anno, 100 operai dell’impresa edile Bagnoud di Vernier si astengono dal lavoro con successo per il pagamento delle quote padronali alla cassa di compensazione. Per quanto concerne il Ticino, è archiviato un volantino del Comitato provvisorio del fronte unito di lotta della scuola in vista di “un attacco generale al sistema capitalista” (27 aprile 1972).Il vittorioso sciopero del 1972 alla Monder, una piccola fabbrica di Stabio che produce fondi di cisterna e che ha visto gli operai protagonisti di un deciso picchettaggio del cancello con le proprie auto, è documentato dal giornale “Lotta di classe”.

Un’agitazione alla Aschmann & Scheller, tipografia zurighese, contro licenziamenti nel novembre 1972, con astensione dal lavoro, è attestato dalla “Zürcher AZ”. Questa mobilitazione era preceduta da un’agitazione alla Tipografia Orell Füssli di Zurigo a fine ottobre 1971. Nel 1975, scioperano invece i tipografi delle Edition Nagel a Ginevra (è disponibile la cronaca in tedesco) e nel 1977 i tipografi della TAT: in archivio è presente un ampio dossier sulla vicenda e un numero (il 2) del Giornale di lotta WUT 1978 della redazione della TAT pubblicato in seguito alla decisione della Migros di sopprimere il giornale.

In Ticino, il 14 febbraio del 1973 scioperano i disegnatori edili per una mezza giornata con corteo in città. Alcune rivendicazioni vengono soddisfatte. Nel 1973, Le Officine Bertoglio di Viganello, in cattive acque, non pagano i salari dovuti. Interviene il Partito Socialista Autonomo con un volantino “non facciamoci fregare da nessuno” rivendicando il pagamento degli arretrati, la buonuscita e le quote della cassa pensione mentre il Movimento Anarchico Pacifista diffonde un appello all’autogestione. I due volantini sono allegati alla documentazione al CCV. Sempre nel 1973, una manifestazione di protesta a Ginevra denuncia il licenziamento di militanti sindacali alla Sodeco.

La vicenda della Fabbrica Tappeti Ticinese (FATATI) di Quartino che produceva tappetini per automobili (Volvo e Saab principalmente) è stata seguita con grande interesse dalla stampa locale, politica (Rosso) e sindacale. È quindi piuttosto abbondante la documentazione sull’astensione dal lavoro di 2 ore e ½ del dicembre 1973 per ottenere la revoca licenziamento del Presidente della Commissione di fabbrica Treccani, risultato effettivamente raggiunto. Angelo Treccani era un prete operaio ribelle molto conosciuto all’epoca. A Quartino aveva tra l’altro fondato una comunità, la Comune 71 che accoglieva giovani provenienti da situazioni di emarginazione sociale, e perlomeno fino al 2017 era attivo in Venezuela dove gestisce (o gestiva) un rifugio per bambini abbandonati. Che potesse avere qualche guaio con il clero ticinese appare chiaro alla lettura di questa sua dichiarazione dello scorso anno: “La verità è che la chiesa è un po’ troppo istituzionalizzata. Dà tanta importanza alle regole e le usa per giudicare e dominare la gente. E poi è troppo ricca. Non esiste che un prete viva nelle comodità. E poi, basta con le discriminazioni. La Chiesa dovrebbe accettare il diverso. Un cristiano che rifiuta l’altro perché è diverso non può definirsi cristiano. Prendiamo l’esempio dei gay. Sono stati esclusi per secoli.” Della Fatati si torna a parlare negli anni dal 1991 al 1993 per una serie di vertenze salariali e, infine, la chiusura dello stabilimento (fonte: ritagli di giornale, prevalentemente La Regione). Tra l’altro la Fatati era nota come, diciamo così, “fabbrica dei sogni” poiché non pochi giovani della regione vi hanno lavorato qualche mese per raccogliere i soldi per il famoso viaggio in India. Le assunzioni erano abbastanza facili vista la nocività del lavoro (le colle) e la paga poco allettante per gli operai “regolari” indigeni.

Peter

Bollettino: Bollettino 15

Ticino anni 70, la contestazione a scuola e della scuola

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 14/2017)

Partiamo dalla scuola perché negli anni Settanta questa istituzione è stata un po’ al centro dell’attenzione per le espressioni di innovazione e sperimentazione, gli episodi di contestazione ma anche la repressione da parte del Dipartimento della pubblica educazione e della polizia [ticinese]. Premessa d’obbligo: il materiale che viene qui presentato rappresenta unicamente quanto fisicamente depositato al Circolo Carlo Vanza. Presso altri archivi (Archivio di Stato, Fondazione Pellegrini-Canevascini, Fondo Werner Carobbio) è reperibile ulteriore documentazione, segnatamente sulle contestazioni al Liceo di Lugano del 1973-74.

La presentazione potrà sembrare un po’ prolissa o eccessivamente dettagliata. L’idea di base è di rendere più facilmente accessibili “le scatole” e i “classatori” dell’archivio del Circolo indicando man mano con sufficiente precisione cosa contengono. Il rischio è altrimenti che la consultazione dei materiali depositati appare troppo ardua per invogliare qualcuno a metterci le mani, il che vanificherebbe gli sforzi di facilitazione della fruibilità che sta compiendo il Circolo. Per una mera conservazione, infatti, non occorre uno spazio pubblico: basterebbe un solaio o una cantina. Inoltre, con qualche testimonianza dell’epoca, si intende insufflare un po’ di vita alla carta.

Comunque: il materiale concernente il tema “scuola” è organizzato in due scatole tematiche e vari classatori a partire dal 1970. Nella prima scatola (Riforma della scuola anni ’70 – Movimento studentesco) è presente un documento “archeologico”, ossia un quaderno del 1962 della Federazione Goliardica Ticinese contenente gli atti del convegno di studi tenutosi a Lugano quell’anno con una relazione di Norberto Bobbio e due interventi che anticipano successivi sviluppi, ossia “dal folclore al sindacalismo studentesco” di Franco Cavalli e “Lo studente di fronte al rapporto politico-culturale nella realtà ticinese” di Guido Pult (poi collaboratore di Politica Nuova). Una prima serie di ciclostilati, raccolti in una mappetta, riguarda l’organizzazione studentesca al ginnasio di Locarno negli anni 1970-71. Un volantino concerne una vertenza che ha contrapposto il Plenum degli studenti alla Sezione Pedagogica. Il “Documento N1” esige in particolare dal Dipartimento della Pubblica Educazione “l’abbandono della abituale prassi verticistica” e la “consultazione della base”. Presumibilmente questa posizione, che si dipanerà come un filo rosso lungo tutti gli anni ’70 in tutti gli ordini di scuola, si ispirava a un documento, anch’esso presente, dell’11 settembre 1968 redatto dal Collegio dei direttori delle scuole professionali e indirizzato ai docenti delle scuole professionali e agli apprendisti in cui si propone l’istituzione di consigli scolastici paritetici di rappresentanza delle direzioni, dei docenti e degli apprendisti liberamente scelti e con potere deliberativo dato che “ognuno, docenti come allievi, ha il diritto di dare il proprio apporto alla gestione della scuola”. La mappetta contiene inoltre due versioni del “Regolamento del plenum degli studenti”, un invito a produrre un giornale di sede e una copia del 1° e del 2° numero del giornalino ciclostilato 3&14 (1969). Il secondo numero del giornalino apre con considerazioni sulla “contestazione nelle scuole ticinesi”, segue un’indagine sull’onere economico e i mezzi per “spodestare il ginnasio dal piedistallo di scuola privilegiata”, un’inchiesta sul film “Helga” (famoso all’epoca, è un documentario di educazione sessuale), un ritratto di Che Guevara e diverse recensioni cinematografiche a cura di Giancarlo Dillena, già direttore del Corriere del Ticino. Un “Gruppo d’azione studentesco – Ginnasio di Locarno” ha inoltre redatto nel maggio del 1971 un documento di 8 pagine per l’abolizione degli esami ispirato tra l’altro dagli scritti di Dino Origlia e Lucio Lombardo Radice. Nella stessa scatola, in una seconda mappetta, sono raccolti alcuni documenti concernenti il Liceo di Lugano, segnatamente un’analisi critica del “Collettivo scuola” dal titolo “Considerazioni sul progetto di scuola media” nonché un documento a firma “Commissione di studio sul problema del controllo delle assenze della IIB del Liceo di Lugano” (+ alcuni documenti annessi) mirante a “sostituire alla coercizione la libera scelta”, una Risoluzione del Collegio docenti del Ginnasio di Viganello sulla scuola media (marzo 1971), un comunicato del Movimento Studentesco sulla negata autorizzazione a partecipare a un processo contro alcuni obiettori di coscienza e un volantino di reclutamento soci dell’Unione Studentesca (di destra). Il materiale concernente il Movimento Studentesco raccolto comprende quello che a suo tempo veniva chiamato Documento di Arzo e un ampio documento programmatico dal titolo: “Movimento studentesco e il consolidamento dell’unità di tutti gli studenti nel Cantone Ticino”, un volantino d’invito alla creazione di un “Movimento studentesco” per mettere in discussione la scuola “come organo di riproduzione delle disuguaglianze sociali e di trasmissione dell’ideologia dominante”, il “Documento sulle assenze” della Commissione contro la repressione, il “Documento sulla selezione”, il “Documento sul nuovo regolamento” della Commissione sulla ristrutturazione (30.1.1974), un questionario d’inchiesta (Movimento Studentesco, 1972), il verbale manoscritto dell’Assemblea degli studenti del Liceo di Lugano del 6.2.1973, il volantino d’invito a partecipare al processo all’obiettore di coscienza Piergiorgio Rangoni (Movimento Studentesco Liceo e Centro Documentazione Magistrale), il comunicato della direzione in risposta a quel volantino (9.11.1972) e la comunicazione delle sanzioni a chi ha partecipato arbitrariamente al processo nonché un invito a un’assemblea degli studenti convocata da “Un gruppo di studenti della Magistrale e del Liceo”. In un comunicato intitolato “Studenti”, il Gruppo assembleare stigmatizza le misure prese dalla Direzione contro un supplente di matematica che come gesto di contestazione aveva bruciato in assemblea una banconota di dieci franchi. Un altro comunicato (del 2? febbraio) concerne l’occupazione dell’aula 2 per “impostare un lavoro collettivo autonomo e analizzare la scuola e il suo nesso con la struttura sociale” mentre un precedente documento (12 dicembre) riferisce di un infruttuoso incontro tra Gruppo assembleare e direzione e convoca una nuova assemblea. La mappetta contiene anche un volantino d’invito a una giornata su “libertà d’insegnamento e partecipazione” del Comitato per uno statuto giuridico del docente”, Lugano 12 febbraio 1972, un documento del Movimento giovanile autonomo: “Non un soldo per la scuola dei padroni” (marzo 1974 – foglio scuola 3), un ciclostilato di Lotta di classe “Sull’azione del comitato di lotta contro la repressione nella scuola” in seguito al caso Ticozzi (docente di scuola elementare sospeso per aver prolungato la lezione di ginnastica, volantino 1972): “Il nostro obiettivo è di distruggere la scuola” e l’articolo “cronistoria di un ricorso respinto” sulla vicenda dell’ “invito alla diserzione” del liceale Fabio Dozio per aver affisso all’albo il testo: “Per la vittoria dei popoli indocinesi tutti alla manifestazione a Berna il 3 giugno (1972)” e lo statuto dell’associazione genitori di allievi (di destra). In una quarta mappetta si trova un singolo documento firmato “Fronte unito di lotta di studenti apprendisti e docenti” per organizzare “un’azione concordata da tutti quelli che rifiutano la selezione nella scuola” (maggio 1972). Una busta contiene le trascrizioni manoscritte di cartelli affissi all’albo del Liceo di Lugano a firma “Sindacato della scuola” 1972/73, un progetto e un volantino d’invito alla costituzione di un sindacato della scuola a firma “un gruppo di studenti” (1972), una presa di posizione del “Sindacato della scuola” di solidarietà con il direttore del ginnasio di Locarno Mario Forni (con 21 firme + ritagli di giornali concernenti la vicenda, ossia la visione del film “Nel nome del padre” di Marco Bellocchio), progetti di statuto e relazioni assembleari, un commento dattiloscritto sulle differenze U.S. (destra) – M.S. (sinistra), il testo: “basta alle ambiguità e alla demagogia” di un gruppo di studenti contro il Sindacato, Articolo “Il sindacato della scuola” pubblicato sul Bollettino dell’Unione Studentesca Liceo (anno II. n. 3), una “precisazione” e un avviso di scioglimento del Sindacato della scuola (1973) più alcuni ritagli di giornali con articoli sulla scuola. Un’altra busta contiene vari manifesti appesi all’albo del liceo di Lugano a) solidarietà con gli studenti rivoluzionari italiani (siglato A cerchiata), b) 12 dicembre 1969: la strage di stato (siglato a cerchiata) c) presa di posizione contro un volantino U.S. a firma per il Movimento studentesco P. Zanetti, Carlo Musso, C. Stephani, d) Sadis providebit (Sindacato della Scuola) e) L’esame tranello (Sindacato della scuola) “A scuola non si fa politica. È vero?” (Sindacato della Scuola), Collettivo Terzo Mondo, Collettivo emarginazione e Collettivo apprendisti (presentazione delle attività), “Assemblea” (Sindacato della Scuola) . Una mappetta contiene 3 numeri della rivista Cannocchiale (a. 1, n. 3 e 5 e a. 2, n. 1) pubblicata dal Consiglio degli allievi di Trevano (con rivendicazioni degli apprendisti). Allegati nella scatola vi sono inoltre le seguenti pubblicazioni: “Bambini, mani in alto. Testimonianze di un gruppo di maestre dalle scuole materne di Milano”, Milano 1971; Comitato Vietnam, “La Rivoluzione Cinese, la trasformazione del sistema scolastico durante la grande rivoluzione proletaria”, relazione di Sergio Spazzali 1970; (Giorgio Canonica?), “Statuto del docente in Ticino e in Italia”, Edizioni Alternative, Stampa La Comune 1974; “Partito ticinese del lavoro, Il progresso culturale richiede una riforma profonda della scuola”, 1976, Teatro Informazione, “Storia degli asili socialisti a Berlino Ovest”/Vera Schmidt, “educazione collettiva su basi psicanalitiche nella Russia sovietica post-rivoluzionaria”, Lugano; Gruppo per una scuola democratica, La scuola media unica in Ticino, Lugano 1971.

Una seconda scatola (Riforma della scuola anni ’70 – Movimento studentesco II) contiene una collezione di L’altra scuola (Bollettino mensile di ricerca e documentazione per docenti, allievi e genitori 1972-1975). Sono disponibili i numeri 1 (Proposte per sostituire il libro di testo – repressione nella scuola ticinese), 3 (Il giornale nella scuola), 4 (Autogestione pedagogica), 5 (Creatività e libera espressione), 6/7 (Educazione sessuale), 8 (La nota: strumento di selezione e di repressione), 9-10 (Ricerca: il Ticino e gli emigranti), 11-12 (Il disadattamento scolastico), 13 (Gestione della scuola secondaria superiore), 14-15 (Alternative al libro di testo nella scuola dell’obbligo) 16-17 (Scuola media unica), aprile 1975 (Il francese nella scuola elementare). Nella stessa scatola sono raccolti anche i fascicoli del corso di informazione per genitori, docenti e studenti “La scuola non autoritaria”, ed. CSR Paradiso 1972 (fascicoli 1-6). I fascicoli, che peraltro risultano d’attualità anche in relazione ai progetti in corso nella Svizzera italiana per la creazione di una scuola libertaria, sono dedicati ai temi seguenti: 1) Il problema della disciplina con estratti da Neill, Biasutti, Maria Boschetti-Alberti (pedagogista ticinese, insegnante della “Scuola serena” di Agno, che meriterebbe un seminario di approfondimento del suo magistero e delle sue esperienze a Muzzano e Agno poiché, salvo fra gli addetti ai lavori, poco conosciuta) e Lea Melandri. Fascicolo 2) L’educazione non autoritaria nell’era prescolare e all’asilo, con citazioni da Riforma della Scuola e L’Erba Voglio. Fascicolo 3) La selezione sociale nella scuola, con dati statistici sul Cantone Ticino. Fascicolo 4) Teatro scuola: alla ricerca di una nuova pedagogia. Fascicolo 5) Sperimentazione o nozionismo con un estratto da Ettore Gelpi, Scuola senza cattedra (Gelpi è stato presidente del comitato scientifico dell’ECAP-CGIL a Zurigo). Fascicolo 6) Il libro di testo: critica ed alternative, con tra l’altro un estratto da Mario Lodi, “perché no ai libri di testo”. Fascicolo 7: Promozioni e bocciature. Alcuni volantini di presentazione completano la documentazione. A titolo di curiosità, per ricordare in quale contesto si inseriva il corso sulla scuola non autoritaria, riportiamo in parte il testo di una “Domanda di inchiesta a carico del docente Franco Marinoni” da parte del Comune di Mendrisio (1970). “Dalle informazioni raccolte (…) sono emersi fatti deplorevoli sui quali riteniamo che cod. On. Dipartimento (della pubblica educazione) dovrebbe pronunciarsi con la migliore urgenza. Elenchiamo qui di seguito i punti principali e le affermazioni pronunciate all’indirizzo degli allievi già nei primi giorni di scuola: “agite in libertà, come vi piace e come volete, indipendentemente anche del parere dei genitori”; “non datemi del lei ma del tu”; “non esiste nessun obbligo per il grembiule nero alle ragazze: potete portarlo anche di un altro colore o farne a meno”; “non occorre formalità nella tenuta dei quaderni, fate o non fate i margini nei fogli”; “i padroni sono tutti degli sfruttatori”. Dobbiamo inoltre informare che il docente Marinoni ha fatto richiesta di un giradischi da usare in classe. A giudizio del Municipio tale situazione non può essere tollerata onde si chiede che cod. On. Dipartimento abbia ad aprire urgentemente un’inchiesta a carico del docente.”

Per quanto concerne il Movimento Anarchico Pacifista, costituitosi nell’ottobre del 1971 e operativo fino al 1974, presente al Liceo di Lugano ma attivo anche all’esterno, i documenti sono raccolti nei classatori “1972-73” e “1974” dell’Archivio “Azione Diretta”. In relazione alla scuola, per quanto riguarda quel biennio si tratta sostanzialmente di 8 Bollettini ciclostilati del MAP contenenti analisi della situazione scolastica e della funzione sociale del Liceo, indicazioni di lotta, riflessioni sulle agitazioni studentesche e di natura più ampia (per es. “Riformismo e Rivoluzione, Boll. 4). Di particolare interesse sono il Bollettino 6 che pubblica una “Breve indagine sull’attività svolta dai gruppi politici studenteschi nelle scuole ticinesi nell’anno 1971-72” e l’8 che presenta alcune considerazioni sul Movimento studentesco. Una “Relazione politica” del dicembre 1973 presenta una breve cronistoria del MAP, un’analisi dell’incidenza del suo impegno e prospettive per il futuro (integrata nei “Documenti per la riunione cantonale organizzata dal Movimento Anarchico Pacifista Lugano” del 2 dicembre 1973). Il MAP ha anche firmato, assieme al Movimento Studentesco, una condanna alla sassaiola contro le vetrate del Corriere del Ticino nel corso di una manifestazione per il Centro Autonomo a Lugano. Un “Comitato studenti Liceo-Magistrale” (mamma mia quante sigle!) firma un volantino contro una conferenza del procuratore Guido Viola (incaricato dell’inchiesta su Feltrinelli) al liceo e un gruppo di destra una risposta intitolata “Controcorrente”. Un “Collettivo Rosso” invece pubblica un volantino contro Comunione e Liberazione dal titolo “Contro i falsi obiettivi di comunione e disperazione”. Non datati, seguono due documenti: uno “Proposte dell’Unione Studentesca” e l’altro “Movimento Studentesco. Strategia e tattica”.

Nel classatore successivo troviamo, sotto forma di volantini e scritti, la testimonianza di quanto fosse cruciale la contestazione nella scuola nel biennio 1973-1974 in Ticino. Allo stesso tempo, anche l’anarchismo prendeva una forma più articolata innanzitutto a livello geografico, con la costituzione del Collettivo Libertario di Bellinzona (del quale nel classatore è presente un volantino per la libertà d’espressione all’albo scolastico), ma anche organizzativo, con la creazione del Gruppo Anarchico Rivoluzionario e dell’Organizzazione Anarchica Ticinese (OAT). Ciò ha comportato anche l’esigenza di superare la focalizzazione dell’impegno militante sulla scuola e un grande impegno a livello di approfondimento teorico. Ma per tornare alla scuola, nel classatore si trova un documento interno dell’11.2.1974 con una “Relazione sull’attività del Movimento Studentesco al Liceo di Lugano e del Gruppo Anarchico Rivoluzionario”, un documento d’analisi a firma “un gruppo di muratori” dal titolo “Mancanza d’istruzione facile dominazione”, un volantino del Gruppo Anarchico Rivoluzionario sull’agitazione del 22 marzo al Liceo (abolizione del registro delle presenze), un altro intitolato “Basta” a sigla Comitato unitario di base e studenti dell’OAT sul sequestro di un cartellone affisso all’albo sul tema dell’aborto. Seguono una presa di posizione del Comitato d’Azione del Liceo di Lugano per l’agibilità politica nella scuola e una convocazione a un’assemblea straordinaria il 22 aprile sempre del Comitato d’Azione, il “numero zero” di Fuori Linea (ed. resp. Fabio Dozio) con una “radiografia della lotta studentesca”, un appello del Comitato cantonale di Coordinamento (CCC) per i diritti degli studenti, un volantone sempre del CCC “Uniti contro la repressione” d’invito a una manifestazione a Lugano in seguito alla sospensione per motivi politico-disciplinari di due studenti e all’intervento della polizia a scuola, un volantino del CCC “Il 30 maggio si avvicina” e un documento “Per la ricostruzione di un Comitato Unitario di Base”. Su “Studenti in lotta”, un supplemento al giornale Rosso della Lega Marxista Rivoluzionaria, è presentata una cronaca degli avvenimenti (nelle scuole ticinesi) e un’intervista “al compagno sospeso”. “L’Assemblea cantonale degli studenti” firma un volantone dal titolo “Al liceo di Lugano più di 500 studenti contro il controllo delle assenze”(pubblicato anche in francese da La Taupe e in tedesco). Nel giugno 1974, il Gruppo Studentesco LES Bellinzona pubblica il volantino “Esami 74 da dove viene la strumentalizzazione?” Gli studenti criticano i testi d’esame di latino introdotti da questa premessa: “Pericolose conseguenze in uno Stato in cui i cittadini non vogliono più rispettare le leggi per un desiderio sfrenato di libertà: abolizione di ogni autorità familiare, sociale e culturale. Pericolo dell’anarchia. È un discorso che faceva Scipione circa 2000 anni fa, ma che può valere, per certi aspetti, ancora oggi.” Un tentativo di risposta alla crescita del Movimento Studentesco? si chiede il Gruppo Studentesco. Un documento a firma Collettivi dei ginnasi di Agno, Lugano Centro, Viganello, Bellinzona e Giubiasco “Per discutere sui nostri interessi e bisogni uniamoci e organizziamoci autonomamente” dimostra che anche nei ginnasi si sentiva l’esigenza di “cominciare a scegliere e a fare quello che noi vogliamo”. La Talpa (n. 0) dell’ottobre 1974 propone le sue “Considerazioni sulle lotte studentesche” mentre l’edizione del dicembre 1974 propugna la libertà d’espressione per apprendisti e studenti. Sempre nel dicembre del 1974 il Comitato Cantonale di Coordinamento invita a partecipare a un processo per obiezione all’insegna degli slogan “No alla difesa nazionale al servizio del capitale! Viva le lotte dei soldati! Viva l’antimilitarismo rivoluzionario!” Va segnalato infine un volantino rivendicativo del GRAM (Gruppo rivoluzionario apprendisti Mendrisio) del 4 marzo 1974 che chiede la promozione garantita per tutti, il salario garantito e l’abolizione del libro di lavoro. Completano la documentazione alcuni ritagli di giornale e qualche fotografia. Il 1975 (Classatore “1975”) è meno ricco di documenti sulla scuola. Il Collettivo Rosso organizza in febbraio un meeting sui decreti delegati, il Movimento Studentesco pubblica un volantino contro la selezione e, in marzo un’analisi della selezione dal titolo “La scuola è aperta a tutti”. Sempre del movimento Studentesco è il documento “Elezioni cantonali” (dibattito radiotelevisivo sulla scuola del 1° aprile 1975). Con un comunicato del 1976, il Movimento Studentesco e il Collettivo Rosso rispondono all’Alleanza tracotante e fascista “Liberi e Svizzeri”. Nel 1975 o ’76 il Movimento Studentesco pubblica un nuovo documento di autopresentazione dal titolo “Caro Delio” (Classatore 1976), seguito nel febbraio 1976 dal documento “Il regolamento dell’Assemblea”. Si torna a parlare di agitazioni degli studenti nel 1977 (Azione Diretta 19, maggio 1977) in un articolo “Gli studenti mostrano i denti” concernente lo sciopero e le manifestazioni alla Magistrale contro la disoccupazione e per maggiori diritti delle classi nei confronti dei docenti. Tra l’altro, “Azione Diretta” pubblica in questi numeri un’attuale serie dal titolo “Riflessioni sull’educazione” a firma Jolanda. Sempre Azione Diretta (n. 27, marzo 1978) dedica spazio alla scuola con due articoli sotto il titolo “Scuola: è ora di cambiare” a firma Luca e Nicolas, poi nel n. 35, 1979 pubblica due articoli di studenti liceali sotto il titolo “Liceo: la fabbrica dell’indifferenza”, ancora nel n. 43 (1979) Dal Liceo “tutti in fila per tre” e nel n. 44 Dalla scuola” e ancora “Dalla scuola” a firma Eric e Fabrizio nel n. 45. Si tratta di contributi inviati al giornale da studenti di varie scuole in cui esprimono il proprio disagio. Del Coordinamento studentesco cantonale rimane invece, per quanto riguarda gli anni ’70, un’ultima traccia nel 1978, anno in cui organizza in gennaio una festa a Trevano “Per porre le basi per l’inizio di una presa di coscienza da parte delle masse giovanili dei propri problemi.”

Per approfondire

  • Mauro Stanga, Abbiamo seguito la nostra coscienza e siamo stati “fuorilegge”: la contestazione studentesca del 1968 nelle scuole secondarie del Canton Ticino, Roveredo 2000.
  • Movimento Giovanile Progressista, Sulla Scuola Ticinese, Bellinzona 1968, (disponibile al Circolo).
  • Francesco Veri, Realtà e percezione dei movimenti extraparlamentari di estrema sinistra nella società politica ticinese degli anni ’70, Università di Friburgo, 2004, (disponibile al Circolo).
  • – Pompeo Macaluso, Storia del Partito Socialista Autonomo, Locarno 1997.

Peter

Quale scuola? Per chi? Augurando che la Scuola Aurea possa concretizzarsi in Ticino già dal 2018, ci piace riprendere una dichiarazione di A.S. Neill, fondatore della scuola antiautoritaria di Summerhill: «Sarei alquanto deluso se un’allieva/o di Summerhill diventasse Primo ministro. Avrei veramente l’impressione di aver fallito».

Bollettino: Bollettino 14

Aggiornamento Spagna 2016

(Bollettino del Circolo Carlo Vanza 13/2016)

L’ottantesimo della Rivoluzione spagnola è l’occasione per tornare a parlare della Spagna libertaria dopo aver già trattato il tema dal punto di vista bibliografico nei Bollettini CCV 2, novembre 2006 e 10, primavera 2014. Per un quadro completo delle disponibilità presso la biblioteca conviene comunque accedere al sito (www.anarca-bolo.ch/vanza) ed effettuare una ricerca in argomento con lemma Spagna.

Fra il nuovo materiale disponibile va menzionato in primo luogo il lascito di Jean-Pierre Conza (deceduto a Rovio il 29 gennaio del 2014 ed amico del Circolo al quale aveva già devoluto numerosi giornali specialmente spagnoli (su Conza vedi http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=1916 e Bollettino CCV 11, novembre 2014). Tra i documenti consegnatici dalla sua compagna, Anne-Marie, segnaliamo in particolare i seguenti due opuscoli: Segretariato propaganda, Comité Regional CNT-FAI, “20 noviembre 1936-1937-Durruti” e AAVV (Santillan, Rüdiger, Callejas, Buenacasa, Souchy, Einstein, Fortin, Goldmann…) “Buenaventura Durruti”, CNT-FAI, Barcelone 1936 o 1937. La figura straordinaria di Durruti è ovviamente al centro dell’interesse di numerosi studi biografici anche recenti. Oltre al monumentale “Durruti e la rivoluzione spagnola” di Abel Paz disponibile al Circolo anche in vendita e al mitico “La breve estate dell’anarchia. Vita e morte di Buenaventura Durruti” di Hans Magnus Enzensberger segnaliamo la disponibilità (in consultazione o prestito) delle seguenti opere: AAVV, “Durruti 1896-1936” [libro fotografico pubblicato nel centenario della nascita, con l’avvertenza che “desideriamo esaltare l’opera comune, tutto il resto è un pretesto”] 1996; Acerete Julio, “Durruti”, Barcelona 1975;  Llach Joan, “La muerte de Durruti”, Aura, Barcelona 1975. Elenchiamo inoltre i seguenti titoli mancanti al Circolo (ma per lo più reperibili al CIRA di Losanna): Rai Ferrer, “Durruti 1896-1936” Ediciones Libertarias-Prodhufi, Madrid 1996;
Mercedes de los Santos Ortega y Javier Ortega Pérez, “El devenir revolucionario de Buenaventura Durruti” e “Durruti y las tradiciones del antimilitarismo” Sediciones nº 4, Estella 1997, Segretariado de Estudios Teoricos del Anarquismo: “Durruti el héroe del pueblo”,  Fundación de Estudios Libertarios Anselmo Lorenzo, Madrid 2010; Miquel Amorós , “Durruti en el laberinto”, Virus Editorial, Barcelona 2014.

Altre pubblicazioni risalenti agli anni della Rivoluzione spagnola reperibili in biblioteca sono: Souchy, Agustin e Folgare Paul: “Colectivizaziones. La obra constructiva de la Revolucion Espanola”. Tierra y Libertad, Barcelona 1937; CNT Cretas, “Bale por un par de alpargatas [Buono per un paio di scarpe, fotocopia]”; CNT Cretas 1936; De Guzman, Eduardo, “Madrid royo y negro. Milicias Confederales”, Tierra y Libertad, Barcelona 1938; Leval, Gaston: “Social Reconstruction in Spain”, Spain and the World, London 1938; Garcia Pradas J., “Antifascismo proletario” (tomo I), Seccion de Propaganda del Comité de Defensa; Madrid 1938, Secours International aux Femme et aux Enfants des Républicains Espagnols, “La grande pitié des femme set des enfants d’Espagne”, ca. 1938; Busch, Ernst, “Canciones de la Brigadas Internacionales”, Barcelona 1938 [rist. anast. a cura del PC/ML Spagna e Germania, Rotfront Verlag Kiel 1974] .
Tra le nuove acquisizioni riveste particolare interesse per la storia e la pratica dell’autogestione in Spagna fino al 1939: Marc Dalau Torvà, Ivan Mirò i Acedo, “Les cooperatives obreres de Sants – Autogestiò…de Barcelona 1870 – 1939”, La Ciutat Invisible Ediciones, Barcelona 2010. Imprescindibile per ogni studioso della Rivoluzione spagnola è invece la “Bibliografia del anarquismo español 1869-1975” di Salvador Gurucharri, La rosa de foc, Barcelona 2004.

Com’è noto, sono stati circa 800 i volontari provenienti dalla Svizzera giunti in Spagna per combattere in difesa della democrazia o per la rivoluzione. Sul sito http://www.spanienfreiwillige.ch/ è consultabile una bibliografia relativamente aggiornata. Alla biblioteca del Circolo gli interessati trovano a loro disposizione le seguenti pubblicazioni. AAVV, “Ticinesi sul fronte della libertà”, Lugano 1937; Gianni Realini, “La partecipazione dei ticinesi alla guerra di Spagna”, Biasca 1976; Guglielmo Canevascini, “Autobiografia”, Fondazione Pellegrini-Canevascini, Lugano-Belllinzona 1986; V. Gilardoni, G. Lazzeri, G. Petrillo, “I volontari ticinesi in difesa della repubblica di Spagna”, Archivio storico ticinese, 1976, Istituto milanese per la storia della Resistenza, “K1B45 Lombardi e ticinesi per la libertà in Spagna”, Vangelista Milano 1976; Interessengemeinschaft ehemaliger Schweizerischer Spanienkämpfer, “Zum Gedenken der gefallenen Schweizer 1936-1939 für das republikanische Spanien”, Zürich 1976; Helmut Zschokke, “Die Schweiz und der Spanische Bürgerkrieg”, Limmat Zürich, 1976; Thalmann, Pavel & Clara, “Combats pour la liberté”, Spartacus, Paris 1983, Albert Minnig, “Diario di un volontario svizzero nella guerra di Spagna”, La Baronata, Lugano 1986; Albert Minnig, Edi Gmür, “Pour le bien de la révolution”, CIRA Losanna 2006  [si possono reperire alcune schede biografiche in http://www.anarca-bolo.ch/cbach inserendo la voce miliziano].

Mancano al Circolo ma sono senz’altro fonti di necessaria consultazione i testi seguenti: Lazzeri Giorgio, “Il Ticino e la guerra di Spagna”, tesi di licenza, Università di Friborgo, 1976; Ulmi Nic et Huber Peter, “Les combattants Suisses en Espagne républicaine (1936-1939)”, Antipodes, Lausanne 2001 nonché Peter Huber / Ralph Hug, “Die schweizer Spanienfreiwilligen. Biographisches Handbuch.” Rotpunktverlag. Zürich 2009.

La videoteca del Circolo dispone anche di alcuni documenti video sulla Rivoluzione spagnola. Si tratta di: Abel Paz, Durruti en la Revolucion española, 1998 [VHS]; Ken Loach, Terra e libertà, 1995 [VHS]; Jean-Louis Comolli, Durruti, Portrait d’un anarchiste, 2000 [VHS]; Werner Weick, No pasaran, i volontari ticinesi nella guerra di Spagna 1936-39, 1976 [VHS]; CNT, Spagna ’36, l’utopia e la storia, elèuthera, ried. [DVD]; CNT, Spagna ’36 un popolo in armi [VHS e 16 mm]; Juan Gamero, Vivir la utopia, TVE 1997; [DVD] Archivi di guerra, La colonna Durruti, 1998 [VHS]; Granados y Delgado: un crimen legal, TV-2 [VHS]; Martina Loher Rodriguez, Mil – Histoires d’une famille avec historie, 206 [DVD]. Richard Dindo, Schweizer im spanischen Bürgerkrieg [VHS, 1973]; Presentazione Cretas, Museo d’arte, Mendrisio 2006; Manifesti Spagna 1936-1939 (rassegna fotografica).
Come colonna sonora d’epoca (ma attualissima) sono disponibili il CD “Canciones libertarias” nonché il CD Buenaventura Durruti (documenti sonori, canzoni, brani musicali), nato 1996.

Il martirio del popolo spagnolo sotto il franchismo suscitò nel corso degli anni numerose proteste tanto in Svizzera come nella vicina penisola. Tra queste è ampiamente documentato l’assalto al consolato di Spagna a Genova nel 1949. Arrestati poco dopo, gli “anarchici attentatori” furono processati nel 1950. Per l’occasione, il “Comitato pro arrestati” ha pubblicato il volume “Protesta umana. In difesa degli anarchici attentatori al consolato di Spagna in Genova” (Genova 1951). Di transenna: il volume disponibile al Circolo fa parte di una donazione dello scultore Rafael Benazzi.
Il rapimento a Milano del Viceconsole spagnolo Isu Elias effettuato da quattro giovani libertari nel 1962, si concluse con un grosso processo politico e in un atto d’accusa contro il regime franchista e fu uno dei primi esempi di azione diretta contro la repressione statale. La vicenda è documentata per esempio da un articolo di Paolo Finzi (A Rivista, 58 1977) disponibile al Circolo (raccolta A Rivista).

Anche in Svizzera, dicevamo, la dittatura in Spagna fu oggetto di vivace contestazione. Di grande impatto fu in particolare l’attentato al consolato spagnolo di Ginevra nel febbraio del 1961. Sulla vicenda gli interessati troveranno alla biblioteca del Circolo l’opuscolo Igualador, “Un peuple martyr, l’Espagne. En marge du procès du 21 mai 1962 des jeunes auteurs de la démonstration anti-franquiste contre le consulat d’Espagne a Genève”, ed. Le Réveil Genève nonché il “Document eclusiv: Pourquoi avons-nous attaqué le Consulat d’Espagne?. Bombs for Breakfast” firmato da tre degli autori dell’attentato (il quarto era minorenne) e pubblicato in L’Ecritoire n. 4, 25 ottobre 1961 (scatola “Anarchismo in Svizzera”).  Anche la condanna a morte di Salvador Puig Antich nel 1974, la persecuzione di Eva Forest e l’esecuzione dei condannati di Burgos nel 1975 suscitarono sdegno. Le proteste organizzate a Lugano nei primi anni settanta sono documentate (con volantini, ritagli di giornali) nell’archivio “Azione Diretta” consultabile presso la biblioteca del Circolo. Per una panoramica sulle manifestazioni antifranchiste in Svizzera e nello specifico sulla vicenda di Ginevra vedi “Franco Assassin`” di Marianne Enckell, in “Cahiers d’histoire du mouvement ouvrier” 21 2005, pp. 151-158, consultabile in rete.

Per quanto concerne l’attualità, abbiamo acquisito in particolare un volume corredato da numerose fotografie dedicato all’esperienza della biblioteca/centro d’incontro anarchico El Lokal a Barcellona: “25 aniversario El lokal desde 1987. Un rancòn libertario en Barcelona.” (El Lokal, Barcelona 2012). Il libro è accompagnato da un CD di gruppi musicali amici.

Ancora un appunto. Roberto Ambrosoli su “A Rivista Anarchica” (aprile 2016) pone in luce (in risposta a un appunto critico di Mimmo Pucciarelli sulla guerra e sul PKK) le ampie similitudini tra la Rivoluzione spagnola e l’attuale esperienza di confederalismo democratico nel Rojava (Kurdistan occidentale): “(…) nell’enclave controllata dal PKK è in atto un’organizzazione sociale dichiaratamente libertaria con decisioni assembleari, parità tra i sessi, libertà religiosa ecc. in aperta sintonia con il municipalismo libertario di Murray Bookchin. (…) La ‘guerra’ del PKK mi sembra simile per tanti versi a quella della CNT/FAI nella Rivoluzione spagnola”. Il Circolo, che recentemente ha organizzato una conferenza con Silvia Todeschini proprio su questi temi, sta acquisendo materiale su quest’esperienza e fa qui appello ai soci e agli interessati di conferire alla biblioteca il materiale in proposito che ritenessero di interesse pubblico.

Peter

Bollettino: Bollettino 13